
Ha pagato con la vita, ma non lo ha fatto inutilmente Libero Grassi, ucciso dalla mafia 30 anni fa esatti.
Era infatti il 29 agosto del 1991 quando l’imprenditore, che si rifiutò di pagare il pizzo e denunciò ricatti e minacce, fu assassinato in via Alfieri a Palermo, a due passi da casa.
Erano le 7,45 di quel giorno di fine agosto, che oggi ricorre e assume un significato ancora maggiore.
Chi era Libero Grassi: dall’infanzia all’impresa
Nato a Catania nel 1924 da una famiglia antifascista, deve il suo nome al ricordo di Giacomo Matteotti, come lui stesso raccontò, essendo nato un mese dopo l’assassinio del deputato socialista.
Dopo il trasferimento prima a Palermo, poi a Roma, studiò inizialmente Scienze Politiche, poi entrò in seminario per non dover partire per la Seconda Guerra mondiale. Tornato a Palermo, si iscrisse a Giurisprudenza e aprì un’azienda a Gallarate, in Lombardia, con il fratello Pippo, entrando di diritto nel mondo industriale della regione.
Poi fondò un’impresa in proprio anche a Palermo, specializzata nella produzione della biancheria da donna, arrivando ad avere 250 operai.
Le minacce della mafia
Il nome di Libero Grassi crebbe negli anni '60 quando, oltre a diventare editorialista per diversi giornali siciliani e ad entrare nel Partito Repubblicano Italiano, avviò un’altra impresa in società, questa volta nel campo dell’energia solare, che pure non ebbe successo.
Ma è stato a metà degli anni Ottanta che ha iniziato a ricevere le prime minacce da parte della mafia siciliana, che gli impose il pizzo.
Grassi, però, disse no.
Iniziarono le rappresaglie: prima alcuni suoi dipendenti vennero rapinati, poi lui denunciò con una lettera aperta, sul Giornale di Sicilia, il motivo per cui aveva rifiutato di a pagare i 50 milioni di lire che Cosa Nostra gli chiedeva.
L’intervista tv e la morte
Fece scalpore il suo intervento, l’11 aprile 1991, al programma tv Samarcanda, condotto da Michele Santoro su Rai Tre, dove spiegò: “Io non sono pazzo, non mi piace pagare, è una rinunzia alla mia di dignità di imprenditore”.
Quattro mesi dopo l’assassinio, a colpi di pistola a Palermo.
Il 20 settembre di quell’anno Michele Santoro e Maurizio Costanzo organizzarono una serata dedicata alla memoria di Grassi, sia sulle reti Rai sia su quelle Mediaset.
Negli anni successivi vennero arrestati e condannati per l’omicidio di Grassi i mafiosi Salvino Madonia e Marco Favaloro.
Gli eventi per ricordare Libero Grassi
Sono tante le manifestazioni della famiglia e dell’Associazione Addiopizzo per ricordare l’imprenditore. In via Alfieri alle 7,45 la famiglia ha organizzato un momento di raccoglimento. La figlia Alice ha annunciato, nei giorni scorsi, la ricostruzione della scena dell’assassinio macchiando con vernice rossa il punto esatto del marciapiede in cui venne ucciso il padre.
È in programma anche l’affissione di un tazebao scritto con un pennarello nero dove si legge che “qui e? stato assassinato Libero Grassi, uomo coraggioso, ucciso dalla mafia, dall’omerta? dell’associazione degli industriali, dall’indifferenza dei partiti e dall’assenza dello Stato”.
Alle 10,30 a Villa Lampedusa è stato organizzato un dibattito con il giornalista, Lirio Abbate, e il prefetto di Palermo, Giuseppe Forlani, il procuratore aggiunto Salvatore De Luca e il commissario nazionale antirac- ket, Giovanna Stefania Cagliostro.
Alle 16,30 il via alla VI edizione di Vela per l’inclusione sociale e alle 21, all’arena della Cala, il docufilm Io sono Libero alla presenza dell’attore, Alessio Vassallo.