no del giudice

Ricorso Green Pass, prima bocciatura (ma non ferma le proteste)

Entra in vigore l’obbligo di certificato verde nazionale anche sui trasporti e a scuola, ma da un Tribunale di Roma prima bocciatura a un ricorso. Perché?

Ricorso Green Pass, prima bocciatura (ma non ferma le proteste)

Da giorni e nelle ore che hanno preceduto l’estensione del Green Pass anche a docenti scolastici e trasporti di lunga percorrenza, è circolata la bozza di una presunta autocertificazione, da esibire in caso di controlli da parte di chi non si è vaccinato e non il certificato verde nazionale.

Un documento che cita presunti riferimenti di legge in base ai quali il lasciapassare potrebbe essere "discriminatorio" e dunque “illegale”.

Ma mentre gli avvocati avvertono che il documento non avrebbe alcuna validità legale, perché il Green Pass è previsto da un decreto legge - che ha lo stesso valore di una legge ordinaria - e molti tribunali anche europei si sono già espressi sulla sua legittimità costituzionale, anche un giudice di Roma ha “bocciato” un ricorso contro il "pass", necessario per l’accesso a molti luoghi e per poter partecipare a diverse attività, anche lavorative.

 

La bocciatura dal giudice di Roma: il caso

Il caso nasce da un ricorso, presentato da un’associazione di utenti e consumatori che si chiama Diritto e Mercato, che a fine luglio si era rivolta al tribunale contro il decreto del governo che, oltre a prorogare lo stato di emergenza fino al 31 dicembre, prevede anche l’utilizzo del certificato verde.

 

Nel ricorso veniva anche chiesto di bloccare il Green pass perché ritenuto discriminatorio per coloro che, pur non essendo ammalati, si recano al ristorante, al bar, nei musei, ma non sono in possesso della certificazione.

Inoltre, l’associazione dei consumatori lamentava anche la violazione della privacy, delle libertà costituzionalmente garantite e dell'articolo 3 della Costituzione, ''in quanto chi non si vaccina sta esercitando un proprio diritto''.

 

Infine, secondo i ricorrenti, il decreto consentirebbe alle persone di poter effettuare un ''calcolo costi-benefici'' rispetto alla vaccinazione. Come spiegava l’associazione, il provvedimento del Governo avrebbe violato anche la Convenzione europea dei diritti dell'uomo “perché ritenuto lesivo della libertà di coscienza e di autodeterminazione portando a vaccinarsi anche se non vi è una certezza scientifica e si basa su un vaccino” che non è stato “approvato ma unicamente autorizzato''.

 

La battaglia sui social

L'associazione Diritto e Mercato, però, non si era fermata al ricorso in Tribunale, ma aveva promosso la propria battaglia contro il decreto che introduceva ed estendeva il Green Pass a molte attività, anche sulla sua pagina Facebook, scrivendo: "L’Associazione di tutela dei diritti del cittadino e del consumatore Diritto e Mercato, con il supporto del Partito Libertario, si fa promotrice di un’iniziativa giudiziaria presso il Tribunale Civile di Roma per contrastare la recente proroga governativa dello stato di emergenza e per fare dichiarare illegittima l’introduzione del Green Pass nei termini in cui è stato introdotto, ossia in modo discriminatorio nei confronti di ampie fasce di cittadini".

A supporto delle azioni intraprese, l’associazione ha chiesto contributo economico, consigliato in 50 euro, a chi avesse voluto sostenere l'iniziativa.

 

Ricorso inammissibile: ecco perché

Come riportato da Repubblica, però, un giudice della seconda sezione civile del Tribunale di Roma ha dichiarato inammissibile il ricorso d'urgenza contro la Presidenza del Consiglio dei ministri e contro il Consiglio dei ministri, entrambi difesi dall'Avvocatura dello Stato.

Il tribunale ha sottolineato che non compete a un giudice civile la valutazione su un decreto governativo né su una eventuale e generica lesione dei diritti, in quanto arriverebbe a essere una valutazione di legittimità costituzionale. In quanto tale l’organo competente sarebbe, quindi, la Corte costituzionale.

Si tratta di una vera propria “bocciatura” nei confronti di chi protesta contro l’obbligatorietà del Green Pass, ad esempio per l’accesso ai ristoranti al chiuso, al bar (con servizio ai tavolini), a palestre, cine, musei, teatri, centri sportivi come piscine, ecc.

Da oggi, 1° settembre, è inoltre richiesto come necessario per salire a bordo di treni a lunga percorrenza, navi e aerei (a prescindere dalla tratta), oltreché per i docenti a scuola.

 

COPYRIGHT THEITALIANTIMES.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA