È illegittimo escludere i cittadini stranieri dagli aiuti alla famiglia. Lo ha affermato la Corte di Giustizia dell’Unione europea in una sentenza depositata oggi con la quale ha bocciato la richiesta, da parte dell’INPS, di negare ai richiedenti non italiani - privi di permesso di lungo periodo – dall’assegnazione del bonus bebè (istituito nel 2015) e dall’indennità di maternità per le madri disoccupate.
Ue: diritti fondamentali e Direttiva
Secondo la Corte, tale esclusione è in contrasto con l’art. 34 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione e con la Direttiva 2011/98 che riconosce il diritto alla sicurezza sociale a tutti gli stranieri con un permesso di soggiorno anche breve purché consenta di svolgere attività lavorativa.
9 casi dibattuti nei Tribunali italiani
Giunge così al termine un lungo contenzioso nel quale l’Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione (ASGI), tramite i suoi legali, si è impegnata in questi anni in tutti i tribunali d’Italia, dopo aver ripetutamente e inutilmente segnalato la necessità di intervenire sulle norme ora censurate dalla Corte. Alcuni dei 9 casi giunti all’attenzione della Corte erano stati segnalati da altri enti e associazioni come la CGIL di Brescia e Bergamo e la CISL di Milano.
Verso un Europa sociale
“La sentenza conferma che il diritto dell’Unione può dare un contributo importante alla affermazione dei principi di uguaglianza” – ha spiegato a The Italian Times l’avv. Alberto Guariso di ASGI. Avendo assistito i ricorrenti davanti alla Corte, ha aggiunto che “spiace constatare che per molti anni la metà delle mamme e delle famiglie straniere sono state illegittimamente escluse – per ragioni puramente ideologiche - da importanti prestazioni di sostegno che avrebbero garantito un maggiore integrazione sociale, con beneficio non solo per gli stranieri ma per l’intera collettività”.
Ora, l’INPS dovrà procedere a versare le prestazioni a tutti gli stranieri che avevano fatto domanda e a cui è stata respinta.
Dal 2022 solo “assegno unico”
Da gennaio del prossimo anno, le due prestazioni oggetto della sentenza saranno assorbite dall’assegno unico che non presenta più la limitazione che oggi è stata dichiarata illegittima, ma che ancora non prevede una chiara estensione a tutti gli stranieri destinatari della Direttiva di riferimento. Questa novità, tuttavia, rischia di innescare nuove incertezze e potenziali contenziosi. Per il momento, nell’Ordinamento nazionale, rimangono altre prestazioni, come il bonus asili nido, destinate solo ai lungo-soggiornanti: una situazione in cui interverrà a stretto giro il Parlamento italiano per scongiurare ulteriori condanne emanate dalla Corte di Giustizia dell’Ue.