
Da settembre è scattato l’obbligo di esibire il green pass in tutti i Paesi dell’Unione europea per viaggiare su aerei, treni, navi e traghetti, insomma il trasporto di lunga e media percorrenza. E devono essere passati almeno 14 giorni dalla seconda dose per sottrarsi al tampone o al test antigenico.
Le regole che rimangono da osservare cambiano quasi all’ordine del giorno, anche in virtù dell’avanzamento delle campagne vaccinali. Il 30 agosto, Ursula Von der Leyen ha comunicato i dati ufficiali: si è raggiunto il target di immunizzazione dell’Ue inizialmente previsto per luglio, il 70% della popolazione adulta è stata vaccinata.
Per restare aggiornati sulla situazione in tempo reale, si consiglia di consultare il sito Viaggiare Sicuri della Farnesina, dato che si sono visti alcuni Paesi che hanno fatto di iniziativa propria. Ecco di seguito qualche esempio.
Danimarca: basta green pass, via anche mascherine
Il Governo di Copenaghen ha già disposto che l’obbligo d’utilizzo del green pass finisca dal 10 settembre, giorno atteso per lo stop all’esibizione del documento in bar, ristoranti e nei luoghi pubblici. Sempre in Danimarca, via le mascherine e tutte le altre restrizioni come la distanza di sicurezza, anche al chiuso.
Questo perché - secondo il Ministro della Sanità danese - il numero di vaccinazioni effettuate è sufficiente per ritenere che la pandemia sia ormai sotto controllo. Anche se la guardia non va abbassata – hanno avvertito le autorità sanitarie. Resta la regola generale per i voli per chi arriva dall’estero: esibire l’EU Digital Covid Certificate (EUDCC).
Malta e Irlanda: controllo mirato ai non-vaccinati
Se non hai il green pass europeo, devi fare la quarantena di 14 gg in un albergo indicato dalle autorità sanitarie maltesi. Ai fini dell’ingresso, le persone che non possono essere vaccinate per ragioni di salute dovranno comunicare direttamente con le autorità sanitarie maltesi, chiedendo espressa autorizzazione all’ingresso.
Quindi, si tratta di un controllo rigido e mirato su chi non è vaccinato. Anche in Irlanda, isolamento fiduciario di 14 gg se non hai il green pass dell’Ue.
Cipro e Spagna: attenzione al nome del PLF
Il modulo di localizzazione dei passeggeri (Passenger Locator Form) può avere diversi nomi e formati: per chi arriva a Cipro, si chiama Cyprus Flight Pass e va stampato, esibito quindi in formato cartaceo. In Spagna, è il “formulario di salute pubblica”, collegato ad un codice QR.
Vanno comunque lette per tempo tutte le email di notifica delle compagnie aeree inviate per ricordare come caricare i documenti di viaggio.
Bulgaria da una stretta, rigidi in Lituania e Polonia
Per chi arriva da Paesi a basso rischio serve il green pass con vaccinazione completata da almeno 14 giorni. Oppure il test PCR o antigenico eseguito fino a 72 ore prima. In caso di assenza di questi certificati, vige l’obbligo di quarantena per 10 giorni. Stessa cosa per chi arriva dalle zone rosse.
Linea dura in Lituania. A chi non è vaccinato si chiede un isolamento fiduciario di 10 giorni, che può essere abbreviato in caso di esito negativo di un tampone molecolare effettuato il settimo giorno. E infine, se viaggiate in Polonia, in mancanza di del green pass europeo, si viaggia con il certificato dell’esito del tampone ma che viene accettato solo se è in inglese o in polacco.
Francia: ipotesi di proroga dal 15 novembre
Il Governo di Parigi ha annunciato che potrebbe estendere oltre il 15 novembre l’obbligo del certificato sanitario (l’equivalente del green pass italiano). Lo ha confermato Macron alla 3-giorni a Marsiglia.
La proroga si applicherebbe “nei territori più colpiti” dal covid. I centri commerciali sono stati oggetto di protese per abolire l’accesso solo con green pass. In ben 4 arrondissements, i Tribunali locali hanno annullato la decisione dell’Esecutivo di mettere restrizioni allo shopping a chi vi arriva senza certificato covid.