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Maxi multa a WhatsApp per violazione delle norme sulla privacy

La sanzione da 225 milioni di euro è arrivata da parte dell’Autorità irlandese per la protezione dei dati. Ieri un altro allarme sul filtro immagini

Maxi multa a WhatsApp per violazione delle norme sulla privacy

Nuovi guai per WhatsApp in tema di privacy. La Commissione per la protezione dei dati (Dpc) dell’Irlanda ha deciso una multa di 225 milioni di euro a WhatsApp, la App di messaggistica di proprietà di Facebook, per aver violato il regolamento europeo sulla protezione dei dati.

La maxi sanzione è arrivata in Irlanda perché proprio nel Paese europeo ha sede la divisione europea della società americana. Immediata la replica da parte della controllata Facebook: "Faremo appello”.

 

Il caso

La multa decisa nei confronti di WhatsApp arriva dopo quasi tre anni di indagini da parte della Commissione per la protezione dei dati, che aveva iniziato a fare accertamenti il 10 dicembre del 2018. In particolare, il caso riguarda il rispetto delle norme in tema di protezione dei dati e privacy previste dal Gdpr, il regolamento europeo in materia, a proposito degli obblighi di trasparenza.

In pratica la App del gruppo Facebook non avrebbe rispettato quanto le procedure relative alle comunicazioni agli utenti del social sul trattamento delle informazioni tra WhatsApp e altre società di Facebook.

 

WhatsApp pronta al ricorso

Dura la reazione da parte del colosso del mondo social: "Non siamo d'accordo con la decisione odierna sulla trasparenza che abbiamo fornito alle persone nel 2018 e le sanzioni sono del tutto sproporzionate. Faremo appello contro questa decisione". Così, dunque, il portavoce di WhatsApp. La società ha ribadito il proprio impegno “a fornire un servizio sicuro e privato. Abbiamo lavorato per garantire che le informazioni fornite siano trasparenti e complete e continueremo a farlo".

 

I precedenti

WhatsApp era stata al centro delle attenzioni, per quanto riguarda la privacy, anche lo scorso maggio, quando aveva aggiornato le proprie condizioni di utilizzo. All’epoca si era temuto che i dati degli utenti potessero essere ceduti ad altre società del gruppo o, nel caso in cui si fosse negato l’aggiornamento, che non si potesse più utilizzare la piattaforma.

In realtà tramite il proprio sito, WhatsApp aveva rassicurato che chi non avesse accettato i nuovi termini non avrebbe avuto (almeno nell’immediato) nessuna conseguenza. L'aggiornamento, comunque, era slittato da gennaio (quando era inizialmente previsto) proprio per la poca chiarezza riscontrata anche da parte del Garante della Privacy.

 

Attenzione al filtro per immagini

Proprio ieri, intanto, era arrivato un altro allarme. La piattaforma presenterebbe un 'buco' nella funzione filtro delle immagini inviate con l'app che potrebbe aver esposto gli utenti alla minaccia degli hacker, permettendo loro di sottrarre e leggere informazioni sensibili. A rivelarlo era stata la divisione Threat Intelligence di Check Point Software Technologies, dopo aver scoperto la falla nella funzione per creare filtri alle immagini. Si tratta del procedimento con il quale i pixel dell'immagine originale vengono modificati per ottenere alcuni effetti visivi, come la sfocatura o la nitidezza.

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