
Ancora una volta si assiste a scelte differenti o a volte contrastanti in tema di vaccini tra gli Stati, anche quelli confinanti o quasi, come Germania e, nelle ultime ore, anche Regno Unito. Da Londra, infatti, è arrivano un secco “no” ai vaccini anti-Covid per i giovani nella fascia d’età 12-16 anni sani.
Il siero sarà previsto solo in caso di soggetti vulnerabili. Prima ancora era toccato alla Germania prendere posizione, escludendo gli adolescenti dalle vaccinazioni di massa, salvo poi riammetterli a metà agosto, pur con alcuni chiarimenti.
In Italia, intanto, prosegue la campagna vaccinale, che coinvolge anche i ragazzi, mentre fa discutere la possibilità di non usare le mascherine in classe in caso tutti gli studenti siano vaccinati.
Insomma, la disomogeneità delle scelte, da qui derivano anche le leggi (vedasi il Green Pass, obbligatorio in alcuni Paesi, mentre in altri non lo è), rischia di creare confusione e disorienta chi ancora non si è vaccinato o ha dubbi nel sottoporre a immunizzazione i propri figli.
A prendere posizione, nelle ultime ore, è stato anche il filosofo, politico ed ex sindaco di Venezia, Massimo Cacciari.
Regno Unito, niente vaccino ai 12-16enni sani
Non c’è “nessuna prova sufficiente per raccomandare la somministrazione dei vaccini ai ragazzi sani tra i dodici e i quindici anni”. Così i consulenti del Comitato congiunto del governo britannico sui vaccini (JCVI), che hanno ritenuto che immunizzare i giovani in questa fascia di età abbia un vantaggio “insufficiente per imporre una somministrazione su larga scala”.
Il Regno Unito finora non aveva autorizzato alla possibilità di vaccinazione per gli adolescenti e nei giorni scorsi il segretario di Stato all’Istruzione, Gavin Williamson, aveva spiegato di essere in attesa del pronunciamento del Comitato JCVI, “il fiato sospeso”.
Il Servizio Sanitario nazionale era pronto a estendere la campagna di vaccinazione ai giovani, ma era necessario che prima arrivasse l’opinione degli esperti. Che ora è arrivata e non lascia dubbi: niente vaccini se non ai circa 200mila tra ragazzi e bambini, considerati vulnerabili a maggior rischio di contagio, a causa di patologie pregresse, come disfunzioni croniche al cuore, malattie polmonari o del fegato.
Effetti collaterali nei giovani
Nel mirino sono finiti i possibili effetti collaterali nei bambini e adolescenti sani che, seppur rarissimi, sono stati segnalati: si tratta di casi d'infiammazione cardiaca (come pericarditi e miocarditi) rilevati nella somministrazione degli antidoti Pfizer, uniti alla “l'insufficienza di evidenze” sperimentali sul vantaggio che il vaccino potrebbe offrire loro, dato il limitato impatto del virus su questa fascia di età, dove si registrano sintomi lievi o casi asintomatici.
Motivazioni analoghe a quelle della Germania, che però prima ha escluso i più giovani dalla campagna vaccinale, poi li ha inseriti, pur con alcuni distinguo. In questo quadro l’Europa si muove in ordine sparso, con Stati come la Spagna o il Belgio che hanno autorizzato e caldeggiano la vaccinazione degli adolescenti, e altri che aprono con più cautele, come la Grecia.
Germania: dietrofront sulla raccomandazione ai giovani
"Dopo aver valutato attentamente" le "nuove osservazioni e dati scientifici", in Germania il Comitato permanente per la vaccinazione (Stiko) presso il Robert Koch Institute, ha deciso a metà agosto di emettere "una raccomandazione generale alla vaccinazione Covid dai 12 ai 17 anni".
Gli esperti tedeschi, dunque, hanno rivisto le proprie posizioni, passando dalla raccomandazione solo per i soggetti fragili, a suggerire la vaccinazione per tutti i giovanissimi, perché "secondo lo stato attuale delle conoscenze, i vantaggi superano il rischio di effetti collaterali molto rari del vaccino".
Massimo Cacciari e la richiesta di “chiarezza”
In un intervento, pubblicato su La Stampa, Massimo Cacciari pone una serie di interrogativi: “Vorrei sentire dai giuristi: è o non è in contraddizione col regolamento UE 2021/953, che vietava ogni discriminazione, l’istituzione del Green Pass, nei termini in cui diventerà legge in Italia? E ai nostri illustri costituzionalisti vorrei chiedere: non sembra loro che la possibilità di obbligare a trattamenti sanitari dipenda dal pieno «rispetto della persona umana»? Non pensano che conditio sine qua non perché di rispetto per qualcuno si possa parlare è che costui venga correttamente informato? Risulta loro di essere stati precisamente informati su andamento dell’epidemia, vaccino, vaccini, loro possibili conseguenze, ecc.? E da chi avrebbero potuto? Dai bugiardini dei Big Pharma in continua evoluzione? Navigando in rete tra diecimila notizie in contrasto? È un peccato discuterne, è anti-scientifico, è iscriversi a Casa Pound?".
L’ex sindaco di Venezia ha poi concluso citando proprio il caso degli adolescenti: “In questa situazione non sarebbe prudente attendere prima di imporre la vaccinazione a milioni di adolescenti e bambini, che presentano un caso grave ogni qualche milione di contagiati? Come la mettiamo col diritto? Qui c’è un soggetto, che di per sé non rischia nulla o quasi, cui viene imposto un trattamento di cui si ignorano le potenziali conseguenze, a favore pressoché esclusivo di altri. In Germania sono no-vax perché hanno creduto di non procedere in questa direzione?" conclude il filosofo.