Il verdetto

Strage di Viareggio, Cassazione: “Colpa della mancata manutenzione”

Dalla strage alla sentenza degli “ermellini”, 12 anni dopo l’incidente. Il verdetto non placa il dolore dei familiari, che a giugno erano tornati in corteo

Strage di Viareggio, Cassazione: “Colpa della mancata manutenzione”

Le motivazioni della sentenza della Corte di Cassazione riaprono una ferita in realtà mai chiusa nei familiari delle vittime della strage di Viareggio del 2009.

Dodici anni dopo si legge, infatti, che una corretta manutenzione avrebbe evitato l'incidente ferroviario in cui morirono 32 persone.

"Il controllo sulla correttezza della manutenzione - affermano i giudici confermando quanto sostenuto dai colleghi della corte di appello di Firenze - avrebbe evitato il sinistro, perché sarebbe emersa l'assenza della documentazione inerente la storia manutentiva del carro e dei suoi componenti e quindi esso sarebbe stato escluso dalla circolazione".

Per i parenti delle vittime si tratta di un nuovo colpo.

 

Cassazione, “Tutti sapevano”

"Sin da prima del verificarsi del sinistro di Viareggio tutti gli operatori del settore ferroviario erano a conoscenza del fatto che una manutenzione non eseguita a regola d'arte era stata all'origine di alcuni incidenti ferroviari". Così hanno motivato la sentenza gli “ermellini”.

"Anche le prassi instaurate per i carri merci nazionali - si legge ancora nella sentenza - attestano la conoscenza del rischio derivante da una inadeguata manutenzione degli assili". "Non è stato mai anche solo rappresentato - sottolineano ancora i giudici - che il carro sviato a Viareggio avesse caratteristiche costruttive tali da renderlo significativamente diverso da quelli 'nazionali'".

 

La sentenza: dalle conferme alle prescrizioni

I giudici della Cassazione, oltre a confermare quanto emerso in Appello, hanno anche ritenuto nulla la rinuncia alla prescrizione fatta da Mauro Moretti nel processo di secondo grado, quindi l'ex ad di Fs e Rfi dovrà decidere se rinunciarvi anche nell'appello bis disposto a suo carico.

Tra i reati dichiarati prescritti dalla Cassazione anche quello di omicidio colposo plurimo, per il venir meno dell'aggravante della violazione delle norme sulla sicurezza su lavoro. Questo perché la riduzione della velocità a 60 km/h al passaggio del treno cisterna in stazione non era una regola prevedibile (“è stata individuata ex post” scrivono i giudici) quando si verificò la strage di Viareggio ed è stata introdotta successivamente come norma.

 

Il dolore delle vittime

Per le vittime si tratta di una sentenza che non placa il dolore a 12 anni dalla strage, che era stata ricordata lo scorso 29 giugno, data dell’incidente, con un corteo per le strade della cittadina  versiliese, saltato solo l'anno scorso per colpa della pandemia.

In via Ponchielli, luogo della strage davanti alla stazione, era stato allestito un palco sul quale erano stati i nomi delle 32 vittime da parte dei ferrovieri che sono stati al fianco dei parenti al processo. In quella occasione Daniela Rombi, dell'associazione Il Mondo che vorrei che riunisce i familiari, aveva sollecitato le motivazioni della sentenza di Cassazione, delle quali si era in attesa dall’8 gennaio 2012.

 

La strage e i riesponsabili

L’incidente avvenne alle 23.45 del 29 giugno 2009, quando fu dato il segnale per il libero transito al treno merci attraverso la stazione di Viareggio, con 14 carri caricati di gas di petrolio liquefatti (Gpl) da consegnare alla società Aversana Petroli.

Tre minuti dopo il primo carro cisterna deragliò e trascinò fuori dai binari altri quattro carri, con l’effetto di far sbattere la cisterna montata sul primo carro contro un elemento dell'infrastruttura ferroviaria, che aprì uno squarcio causando una fuoriuscita del Gpl. Questo, essendo più denso dell'aria, rimase a contatto con il suolo e, a contatto con una scintilla, provocò l'innesco e l'incendio che portò all’esplosione. Ne seguirono altri incendi.

Undici persone persero la vita in pochi minuti, a causa delle fiamme e del crollo di alcuni edifici. Altre due persone morirono stroncate da infarto e decine rimasero ferite, riportando gravissime ustioni, mentre le altre vittime avvennero anche diverse settimane dopo, sempre a causa delle ferite.

La causa del deragliamento, come confermato ora dai giudici della Cassazione, fu una manutenzione non effettuata a regola d’arte dalla quale sarebbe invece potuto emergere un malfunzionamento che provocò il deragliamento.

Due macchinisti rimasero illesi in quanto, dopo aver dato frenatura al convoglio, si misero in salvo dietro a un muro che li riparò dalla fiammata del gas innescato.

Il 31 gennaio 2017 in primo grado erano stati condannati i vertici di Rete ferroviaria italiana e Ferrovie, rispettivamente Michele Mario Elia e Mauro Moretti (a 7 anni e 6 mesi di carcere e 7 anni) e a 7 anni e 6 mesi Vincenzo Soprano, ex amministratore delegato di Trenitalia e di FS Logistica.

Tutti e 33 gli imputati sono accusati, a vario titolo, di disastro ferroviario, incendio colposo, omicidio colposo plurimo, lesioni personali.

La sentenza è stata confermata in appello il 20 giugno 2019. Moretti, aveva rinunciato alla prescrizione scattata nel 2018 per i delitti di incendio colposo e lesioni personali colpose, nel 2020 era ricorso in Cassazione contro la condanna principale. La sentenza a gennaio 2021, con la prescrizione del reato di omicidio colposo e il rinvio in Appello bis per disastro ferroviario colposo.

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