Coltivare Marijuana

Cannabis, primo sì alle piante in casa: cosa si può fare e cosa no

Il testo, proposto dal pentastellato Perantoni, consentirebbe la coltivazione sul balcone fino a quattro piantine. Aumenterebbero le pene per lo spaccio

Cannabis, primo sì alle piante in casa: cosa si può fare e cosa no

"Si depenalizza la coltivazione di non oltre 4 piante 'femmine' in casa”.

Così il presidente della commissione Giustizia alla Camera, Mario Perantoni (M5s) che è anche relatore del provvedimento, ha annunciato il voto favorevole al testo base sulla cannabis.

A votare contro sono stati Lega, Fratelli d’Italia, Coraggio Italia e Forza Italia (ad eccezione di Elio Vito). Astenuta Italia viva, mentre hanno votato “sì” tutti gli altri, dal radicale Riccardo Magi (promotore di una delle proposte confluite nel testo base) a M5s, Pd e Leu.

 

Cosa cambia: le pene

“Se si diminuiscono le sanzioni per i fatti di lieve entità, aumenta da 6 a dieci anni le pene per i reati connessi a traffico, spaccio e detenzione ai fini di spaccio della cannabis" ha spiegato Perantoni, che considera il testo “un risultato importante, ottenuto sulla scia della giurisprudenza della Corte di Cassazione, ma anche grazie alla capacità dei gruppi parlamentari di confrontarsi e trovare una sintesi ragionevole”.

 

Cosa prevede la legge oggi: è reato o no?

Ad oggi il possesso di piccole quantità di cosiddette droghe leggere, come la marijuana, per uso personale non è un reato, ma è punito come un illecito amministrativo, ai sensi dell’Art. 75 dPR n. 309/1990.

Negli ultimi anni, però, si è dibattuto spesso sui confini dell’uso personale e sulla liceità o meno della coltivazione di piantine di cannabis. In particolare c’è stata una sentenza della Suprema Corte nel 2019 secondo cui potrebbe non essere reato quando la concentrazione di principio attivo e il numero delle piante (due o tre) è insufficiente a consentire la diffusione della droga leggera. Il principio che ha orientato i giudici è che non sarebbe messa a rischio la salute pubblica.

In precedenza, invece, altre due sentenze (della Corte Costituzionale nel 2016 e della Cassazione nel 2018) si erano orientate in maniera più rigorosa.

 

Le contraddizioni da sciogliere

Il nuovo testo in discussione in commissione Giustizia ha lo scopo di sciogliere i nodi che si sono creati tra la legge attualmente in vigore e le sentenze dei Tribunali. Il testo unico sulle sostanze stupefacenti stabilisce chiaramente che è reato la coltivazione senza autorizzazione di piante di marijuana, anche se per uso personale.

 

Ma alcune sentenze sono andate in direzione opposta, ammettendo che quando il quantitativo di principio attivo è minimo (Cassazione, sent. n. 40030/2016, n. 2618/2016, n. 49476/2015 e n. 3037/2016), non sussiste il pericolo di contribuire ad alimentare il mercato delle droghe.

 

A conferma di questa direzione c’è anche un pronunciamento a Sezioni Unite del 2019, secondo cui non va punita la coltivazione di minime quantità in casa che “per le rudimentali tecniche utilizzate, lo scarso numero di piante, il modestissimo quantitativo di prodotto ricavabile, la mancanza di ulteriori indici di un loro inserimento nell’ambito del mercato degli stupefacenti, appaiono destinate in via esclusiva all’uso personale del coltivatore”.

 

Cosa succederà: l’iter burocratico

Dopo la votazione del testo base, dovrà essere fissato il calendario con il termine per presentare gli emendamenti da discutere in commissione. Solo dopo questo passaggio, il testo andrà in Aula.

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