Nazioni Unite e Unione europea sono tra i principali donatori di risorse destinate alla gestione dell’emergenza e degli aiuti umanitari in Afghanistan. Per risollevare il Paese da una situazione di estrema povertà, l’ONU riporta che il WFP avrebbe utilizzato un terzo dei 600 milioni di dollari (che oggi tenta di reperire tra i suoi membri) per portare aiuti alimentari e soccorso agli afgani.
È dal 1994 che la Commissione Ue finanzia operazioni (1 miliardo di euro in totale). Per non contare l’azione di altri canali, come quello della Croce Rossa Internazionale.
Da Ginevra: appello dell’ONU
Come dichiarato da Antonio Guterres, per evitare una “catastrofe umanitaria”, l’ONU ha convocato oggi una riunione sull’Afghanistan a Ginevra, la Donor Conference. Vi ha partecipato anche il capo del Comitato internazionale della Croce Rossa, Peter Maurer, oltre a decine di rappresentanti di Governo, tra cui il Ministro degli Esteri tedesco, Heiko Maas e il Commissario Ue Janez Lenarcic. Un incontro in cui il Segretario Generale dell’ONU ha lanciato un appello di solidarietà ai membri affinché “gli afghani continuino a ottenere i servizi essenziali di cui hanno bisogno”.
La brusca fine di miliardi di dollari in donazioni estere, a seguito del crollo del Governo afghano - e la conseguente vittoria dei talebani - ha aumentato così la pressione sui programmi delle Nazioni Unite, un’istituzione che sta lottando finanziariamente, come dichiarato dallo stesso Guterres. Per gli afgani, tenterà comunque di raccogliere più di 600 mln di dollari (circa 508 mln di euro) in modo da sostenere le persone sul campo fino a fine 2021.
Popolo in trappola
Mentre i talebani si installano nel lussuoso palazzo del “signore della guerra” (l’ex-vicepresidente latitante Abdul Rashid Dostum) a Kabul, un cittadino afghano su tre è colpito dall’insicurezza alimentare. Più della metà dei bambini sotto i 5 anni è in sull’orlo della malnutrizione. Anche prima della presa di Kabul da parte dei talebani, metà della popolazione (18 mln di persone), dipendeva dagli aiuti. Questa cifra aumenterà vista la siccità e la carenza di contanti e cibo.
A dare una risposta solidale immediata è stata l’Ue, innalzando la dotazione del pacchetto umanitario a oltre 200 mln. Lo ha annunciato oggi Lenarcic via Twitter, in una giornata che registra anche un contributo di 2 milioni di euro dal Belgio.
Atterrato primo volo commerciale
Alla creazione di un ponte aereo tra gli Emirati Arabi Uniti e Kabul, ha seguito un’altra buona notizia. Un aereo della compagnia pakistana PIA è atterrato oggi all’aeroporto di Kabul. È il primo volo commerciale internazionale da quando i talebani hanno preso il controllo dell’Afghanistan. Assediato a fine agosto da migliaia di afgani in fuga dopo il ritorno al potere del movimento islamista, l’aeroporto della capitale sembra ora dare i primi segnali di normalizzazione economica.
La voce del CESE: serve “maggiore assertività” da Bruxelles
“Un’azione urgente per evitare (...) battute d’arresto nei campi dello Stato di diritto, delle libertà fondamentali e dei diritti umani”. A chiederlo è Christa Schweng, Presidente del Comitato economico e sociale europeo (CESE) e Dimitris Dimitriadis, Presidente della sezione Relazioni esterne del Comitato.
Esortano anche le autorità afgane a “garantire la sicurezza delle organizzazioni della società civile” che operano sul territorio e limitrofi, “delle ONG” e di tutti gli operatori umanitari, anche locali, compresi giornalisti e difensori dei diritti umani. Per questo, il Comitato esorta l’Ue a “maggiore assertività sulla scena internazionale” e ad approfondire “legami con gli Stati Uniti e altri alleati (...) per arrivare ad una chiara tabella di marcia e strategia comune sul futuro dell’Afghanistan”, si legge nella nota stampa.
La dichiarazione congiunta ha ricordato infine la centralità della collaborazione di Paesi come Pakistan, Iran, Cina, India e Russia per la stabilizzazione dell’Asia centrale.