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La ‘vecchia guardia’ nel Comitato che può sfiduciare Giuseppe Conte

Fico, Di Maio e Raggi votati da un quarto degli aventi diritto al voto. Il Movimento e i nuovi equilibri al vertice: ancora da definire la linea politica

La ‘vecchia guardia’ nel Comitato che può sfiduciare Giuseppe Conte

L’affluenza al voto sulla piattaforma SKy Vote è stata bassa. Appena 30mila votanti a fronte dei 115 mila aventi diretto. Ma ciò che colpisce del nuovo Comitato di Garanzia del ‘nuovo’ Movimento Cinque Stelle è che i componenti sono tutti maggiorenti della ‘vecchia guardia’, pentasetellati della prima ora lanciati nell’agone della politica da Beppe Grillo e Gian Roberto Casaleggio. La ‘longa manus’ delle origini sul partito guidato ora da Giuseppe Conte.

 

Dunque, Luigi Di Maio, Roberto, Fico e Virginia Raggi salgono insieme al vertice del partito ed entrano nel Comitato, organo che rivestirà nei prossimi anni un ruolo sicuramente più incisivo, arbitro e controllore dell’operato del neo leader ed ex presidente del Consiglio, che dall’organo politico potrà essere sfiduciato. Il loro mandato durerà 4 anni e sarà rinnovabile. Una seconda tappa nella costituzione del Movimento di grande importanza che disegna il volto della catena di comando. È interessante vedere come i tre ‘prescelti’ rivestano ruoli di primissimo piano nello scenario attuale.

 

Il primo è ministro degli Esteri, il secondo è la terza carica dello Stato, ovvero presidente della Camera dei Deputati, la terza è sindaca uscente della Capitale, ricandidata ‘per forza’ ma con assai scarse chances di riuscita. Il dato politicamente più rilevante che restituisce Skyvote è l’exploit, alquanto inatteso, di quest’ultima. Personaggio sempre in bilico - per cinque anni è stata diverse volte sull’orlo di una fine anticipata del suo mandato - sembra avere sette vite. E non si conquista solo un posto nel Comitato di garanzia ma lo fa battendo altre esponenti storiche dei 5S, come Carla Ruocco, presidente della Commissione bicamerale d’inchiesta sul sistema bancario e finanziario, e quasi ‘doppiando’ le preferenze accordate a Fico e Di Maio.

 

Nel collegio dei probiviri entra invece l’ex sottosegretario Riccardo Fraccaro con oltre 21mila voti. I componenti dell’organo sono proposti da Grillo. Dopo l’elezione di Conte alla guida del Movimento, l’approvazione del nuovo Statuto e ora il voto per l’organo di Garanzia, manca il tassello dei regolamenti per l’elezione del Comitato nazionale. Ma ciò che va verificato è soprattutto quali saranno gli equilibri di forza all’interno della nuova gestione politica. Ovvero, quanto Giuseppe Conte sarà libero di muoversi e quanto invece i nuovi organismi, che mano a mano stanno definendosi, eserciteranno il loro peso nei confronti della leadership dell’avvocato. La partita è appena iniziata.

 

La ‘rifondazione’ deve necessariamente passare attraverso fasi di definizione della mappatura delle strutture interne. Ma a contare sarà la linea, l’indirizzo politico. Il Movimento la prova di maturità la affronterà a stretto giro: da un lato le elezioni amministrative, in cui già è partito in svantaggio, per via della ‘debolezza’ quanto a radicamento nei terrori. Dall’altro, la capacità di ritagliarsi un ruolo nell’asse con il Pd e nelle trattiative che da qui a qualche mese impegneranno tutti i partiti politici sul futuro del Quirinale. La sfida è legata in maniera strettissima alla permanenza di Draghi a capo dell’esecutivo nazionale fino al 2023. In ogni caso, il passaggio che vice il Paese è delicato: per la ripresa economica e la realizzazione del Piano Nazionale di Ripresa e resilienza serve stabilità e una politica che prima che al consenso guardi all’interesse collettivo.  

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