L’inchiesta

Lega: indagato per droga Morisi, l’ideatore della ‘Bestia’ di Salvini

Il ‘guru’ dei social: “Chiedo scusa a tutti”. Il leader leghista: “Ha sbagliato ma può contare su di me”. Matteo Renzi: “Non faremo come la Bestia”

Lega: indagato per droga Morisi, l’ideatore della ‘Bestia’ di Salvini

L’ideatore e ‘guru’ della comunicazione social della Lega, Luca Morisi, “è iscritto nel registro degli indagati per supposta cessione di sostanza stupefacente, sulla cui natura si attende ancora l’esito delle analisi”. La conferma arriva dalla Procura della Repubblica di Verona.  Solo quattro giorni fa l’ideatore della ‘Bestia’, la macchina social che dal 2014 accompagna ogni passo politico ed elettorale del leader del Carroccio, si era dimesso da ogni incarico nel partito per ‘motivi personali’. Oggi la verità sul passo indietro del quarantottenne accusato da tre giovani, fermati durante un controllo, di avere ricevuto droga da lui. In casa di Morisi, a Belfiore, vicino Verona, è stata trovata della cocaina, in piccola quantità, compatibile con l’uso personale, un illecito di tipo amministrativo. 

 

Chiedo innanzitutto scusa per la mia debolezza e i miei errori a Salvini e a tutta la comunità della Lega a cui ho dedicato gli ultimi anni del mio impegno lavorativo, a mio padre e ai miei famigliari. Ho assegnato il primo settembre le dimissioni dai miei ruoli. E’ un momento molto doloroso che rivela fragilità esistenziali irrisolte a cui ho la necessità di dedicare tutto il tempo possibile nel prossimo futuro”. Con queste parole Morisi si è congedato pubblicamente dalla sua attività politica e professionale. Intanto, la vicenda scuote la Lega e suscita subito le reazioni delle altre forze politiche. “Non commento le vicende personali”, dichiara Salvini. Ma in un messaggio su Facebook fa sapere che “quando un amico sbaglia e commette un errore che non ti aspetti, e Luca ha fatto male a se stesso più che ad altri, prima ti arrabbi con lui, e di brutto. Ma poi gli allunghi la mano, per aiutarlo a rialzarsi”. L’altro Matteo, Renzi, nella sua enews scrive: “Luca Morisi è il padre della Bestia. Lui è stato il cervello ideatore di tutte le aggressioni personali contro di me e contro di noi nella scorsa legislatura. Gli attacchi sono spesso stati carichi di odio in modo similare a quelli dei Cinque Stelle”. E ancora: “Invito tutti a mostrarsi per quello che siamo: diversi da chi sparge odio sui social. Non faremo a Morisi quello che la Bestia ha fatto a noi in vicende molto meno serie. Noi siamo rispettosi della persona umana e della civiltà della politica”.

 

Di “lezione” che dovrebbe servire alla Lega e ai leghisti parla Nicola Fratoianni di Sinistra italiana. “Luca Morisi dopo l’indagine che lo coinvolge chiede comprensione. Penso che gliela si debba dare. Quella comprensione e quell’umanità che sono mancati in questi anni alla ‘Bestia’ social di Salvini e della Lega, che ha fatto della diffusione dell’odio verso i più deboli, della menzogna verso gli avversari, delle fake news quotidiane la propria caratteristica quotidiana”.

 

Dal M5S è Mario Perantoni, presidente della commissione Giustizia della Camera, a commentare: “una vicenda umana triste come molte altre, ma un caso politico chiaro come pochi. La giustizia farà il suo corso e Matteo Morisi se del caso renderà conto. Ma restano le responsabilità politiche di una propaganda bestiale fatta sulla pelle dei più deboli che Lega e Salvini hanno cavalcato senza scrupolo”.

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