“C’è fiducia nell’Italia. L’economia del Paese cresce, ma adesso l’importante è assicurare una crescita equa, sostenibile, duratura e strutturale a tassi più alti di quelli precedenti la pandemia, che erano veramente molto bassi e alla base della crisi continua dell’economia”. Il presidente del Consiglio, Mario Draghi, insieme al ministro dell’Economia, Daniele Franco, illustra gli interventi previsti con la Nadef, la Nota di Aggiornamento al Documento di Economia e Finanza, approvata oggi in Cdm, il secondo atto della prima sezione della politica di Bilancio che fissa gli obiettivi della finanza pubblica. Le previsioni tengono conto dei dati che sono migliori rispetto alle attese e alle prospettive del Def dello scorso aprile.
“Il quadro economico è di gran lunga migliore di quello che noi stessi pensavamo potesse essere cinque mesi fa”, dice il premier. “Fra gli italiani e nel resto del mondo c’è fiducia nei confronti del nostro Paese. Gli investimenti registrano un aumento di circa il 15% quest’anno e di oltre il 6% il prossimo, dopo il calo del 9,2% nel 2020.
Un rimbalzo che recupera tutto ciò che è stato perso”. Ma le belle notizie riguardano anche il Pil, dato al “6%”. Mentre il deficit “è al 9,4% invece dell’11,8%, in calo ancora”. Anche “il debito pubblico è in lieve discesa” e per l’ex numero della Bce “è la prima conferma che dal problema dell’alto debito pubblico si esce prima di tutto con la crescita.
La legge di Bilancio che presenteremo tra poche settimane”, annuncia, “rimarrà fondamentalmente espansiva. L’obiettivo adesso è proteggere la crescita in tutti i modi e capire quali sono le misure che effettivamente contribuiscono a ad averla equa, sostenibile e duratura e quali indifferenti”. Poi il premier aggiunge: “se penso all’ingrediente ambientale fondamentale che ha consentito i dati attuali, dico le vaccinazioni. Il vaccino ha consentito la ripresa”.
Le morti sul lavoro: “Strage che continua ogni giorno”
La conferenza stampa di Palazzo Chigi è stata aperta da Draghi ricordando “i morti sul lavoro che ieri e oggi hanno funestato la scena e l’ambiente psicologico ed economico del Paese”. Il premier esprime “la più sentita vicinanza ai familiari e ai loro cari”, legge i nomi delle vittime, lancia l’allarme su quella che “assume sempre di più i contorni di una strage che continua ogni giorno. C’è l’esigenza di prendere provvedimenti immediatamente”, scandisce, “entro la settimana prossima. E poi affronteremo i nodi irrisolti”. Servono “pene più severe e immediate, collaborazione all’interno delle aziende per individuare precocemente le debolezze in tema di sicurezza lavoro”.
G20 ed Expo 2030
Il presidente del Consiglio annuncia che l’attesissimo G20 straordinario sull’Afghanistan “si farà” e “si terrà il prossimo 12 ottobre”. Inoltre, il governo ha dato il via libera alla candidatura di Roma ad ospitare l’Expo 2030. Che, insieme al Giubileo del 2025, indica che quello per la Capitale “è un sentiero di crescita, di attività, che negli anni serve a migliorare la condizione economica e sociale per la città”. Semaforo verde anche per la bonifica dell’area di Bagnoli a Napoli. “Le funzioni di commissario saranno svolte dal sindaco, quale esso o essa sia. E’ una vicenda lunga, speriamo di far bene almeno migliorando la governance”.
Riforme e Pnrr
Poi le riforme: “La delega fiscale sarà presentata in Consiglio dei ministri la prossima settimana. Il rinvio non è stato dovuto ai partiti politici”. E sulla revisione degli estimi catastali nessuna tassazione sulla “prima casa, anzi c’è un’esclusione esplicita su questo punto”. Quanto ai tempi del Piano nazionale di Ripresa e Resilienza Draghi risponde secco: “A un investitore internazionale direi che finora il Governo non ha mancato una sola data sui suoi appuntamenti, ha un po’ di credibilità sull’esecuzione dell’accordo con la Commissione europea sul Pnrr e ha tutta l'intenzione di mantenerla. Non ci si immagini che si possa rinviare le cose”. La puntualità sui provvedimenti “è un punto costitutivo dell’esecutivo, che continuerà su questa strada”.
Il Colle
Draghi non si sottrae alle domande più insidiose sul Quirinale e il futuro del governo ma ribadisce la stessa posizione di un mese fa. Ai cronisti che gli chiedono se è pronto a candidarsi alla presidenza della Repubblica, come auspica qualche ministro, replica: “Almeno una volta ogni ora circa, a guardare i giornali, mi fate questa domanda. Me la fate sempre. La risposta è sempre la stessa: è abbastanza offensivo nei confronti del presidente della Repubblica in carica cominciare a pensare in questo modo. Secondo: non sono la persona giusta a cui fare questa domanda, le persone giuste sono in Parlamento, è il Parlamento a decidere della vita e dell’efficacia di questo governo”.