l’Inchiesta e le polemiche

Lobby nera, nella seconda puntata “spunta” la Lega con Borghezio

Nuovo capitolo dell’inchiesta giornalistica sul centrodestra, il finanziamento ai partiti e le lobby. Ma c’è spazio anche per l’ex eurodeputato leghista

Lobby nera, nella seconda puntata “spunta” la Lega con Borghezio

Non è solo Fratelli d’Italia a finire nel mirino dell’inchiesta giornalistica condotta da Fanpage e andata in onda su La7.

Nella puntata di ieri sera, infatti, è finita anche la Lega di Matteo Salvini, in particolare con Mario Borghezio, ex europarlamentare del Carroccio di Torino, attivo anche a Milano.

Ecco i contenuti nella nuova puntata, trasmessa da Piazza Pulita, condotta da Corrado Formigli.

 

La Lega nell’inchiesta Lobby Nera

"Aspettavo questo momento da decenni. Salvini è un debole e ora è sotto tiro". Così afferma Mario Borghezio in uno dei filmati registrati con una telecamera nascosta da un giornalista di Fanpage che, nella seconda parte dell’inchiesta giornalistica chiamata Lobby Nera, mostra l’ex europarlamentare leghista che svela l’esistenza di una "terza Lega".

Si tratterebbe dell’ala più estremista e vicina ad ambienti della destra neofascista.

 

La difesa di Borghezio

"È tutta una invenzione di Fanpage, sì, io ho parlato di terza Lega, ma non c'entra nulla con l'estrema destra, per me la terza Lega è la base, i militanti, a loro mi riferivo". Così Borghezio si difende e respinge l’ipotesi di una vicinanza ad ambienti neofascisti, accusando a sua volta la testata: " È molto grave che una testata faccia fare l'agente provocatore a un giornalista".

"Con l'estrema destra di Milano non ho contatti, conosco Jonghi Lavarini da tempo, l'ho incontrato a Milano, durante la campagna elettorale, e mi ha solo dato un passaggio" ha aggiunto l’ex rappresentante del Carroccio al Parlamento europeo, all'AdnKronos.

 

I nuovi nomi e gli incontri di Jonghi Lavarini

Il giornalista di Fanpage, infiltrato negli ambienti della destra milanese, incontra nuovamente Roberto Jonghi Lavarini, detto il "Barone nero" e ora iscritto nel registro degli indagati a Milano, con l’ipotesi di reato di finanziamento illecito ai partiti. L’ambiente in cui si muove il cornista è quello vicino a Lealtà Azione, la “versione” italiana della galassia Hammerskin, una formazione suprematista nata in Texas con ideali neonazisti che all’estero sarebbe stata ispiratrice anche di azioni violente a sfondo razziale.

In questo contesto spuntano i nomi anche del consigliere regionale Max Bastoni e della neo consigliera comunale Silvia Sardone, ma anche dell’eurodeputato Angelo Ciocca. Tutti i contatti servirebbero proprio a raccogliere finanziamenti per la campagna elettorale e per presentare i candidati.

Grazie alla mediazione di Jonghi Lavarini, il giornalista entra in contatto anche con Mario Borghezio.

 

Sostegni elettorali per la Lega

Il sistema di finanziamento dei partiti e in particolare della Lega, mostrato nella puntata andata in onda ieri sera, avrebbe permesso di sostenere la candidatura dell’europarlamentare angelo Ciocca, poi rieletto proprio grazie ai voti dei sostenitori di Lavarini, che in uno spezzone del filmato afferma, “Sono tutti nazisti nelle segreterie".

Dopo il servizio andato in onda una settimana fa la procura di Milano ha aperto un’inchiesta che vede indagati per finanziamento illecito e riciclaggio Carlo Fidanza e lo stesso Jonghi Lavarini. Il giornalista 'infiltrato' di Fanpage è stato ascoltato come teste e ha ricostruito tre anni di attività e incontri nel mondo della destra milanese.

Al momento, secondo quanto trapelato, si starebbe accertando se esistano gli estremi per l’apertura anche di un fascicolo per apologia di fascismo.

Nei giorni scorsi gli investigatori della Gdf hanno acquisito le registrazioni, che secondo la leader di fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, sono invece state tagliate e cucite appositamente per screditare il suo movimento alla vigilia delle elezioni amministrative.

 

La presa di distanza di Giorgia Meloni

La stessa Meloni ha chiarito, ospite della trasmissione tv Dritto e rovescio su Rete 4, che nel suo partito non "c'è spazio per atteggiamenti nostalgici del fascismo".

"Fdi è un partito che guarda avanti – ha aggiunto - Chi vuole guardare indietro, è legittimo che lo faccia, ma lo vada a fare da un’altra parte... Purtroppo, io so che chi sbaglia su queste cose, finisce per lavorare con i nostri avversari. Non si aspetta altro…" ha concluso la leader di Fratelli d’Italia.

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