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Marcia per il clima a Bruxelles: 50.000 attivisti in 3 km di corteo

A poche settimane dalla COP26 ONU di Glasgow, il quartiere Ue è stato invaso dai Greta boys per la prima grande marcia per il clima dall’inizio pandemia.

Marcia per il clima a Bruxelles: 50.000 attivisti in 3 km di corteo

Li chiamano gli angry boys, e sono in migliaia, i seguaci della giovane attivista svedese, Greta Thumberg, che marciano nelle città per chiedere ai Governi politiche climatiche più ambiziose ed efficaci in Europa.

 

Domenica 10 ottobre è stata la volta di Bruxelles, che ha visto un corteo, lungo 3 km, dal punto di partenza alla Gare du Nord fino a quello di arrivo al Parco del Cinquantenario, nel cuore del quartiere istituzionale dell’Unione europea.

 

 

Giustizia climatica al Vertice per il Clima COP26

L’iniziativa fa parlare i media globali di rinnovato impegno nella lotta al cambiamento climatico a poche settimane dal Vertice sul Clima delle Nazioni Unite (26a Conferenza delle parti sul cambiamento climatico, nota come COP26) che si terrà a Glasgow per discutere sui target climatici a livello mondiale con l’obiettivo di limitare il riscaldamento globale a 1,5 gradi, come previsto dall’Accordo sul Clima di Parigi del 2015.

Gli ambientalisti temono che alla COP26, si formuleranno politiche che non andranno abbastanza lontano da ridurre significativamente le emissioni di carbonio e rallentare l’aumento delle temperature del pianeta.

 

 

Migliaia di Greta boys nel cuore dell’Ue

Da quando Greta Thunberg ha criticato le parole vuote dei Ministri del clima, etichettandole come un “bla, bla, bla”, lo slogan “Climate for Change” è diventato un grido di battaglia virale anche sui Social Media. Le autorità di Bruxelles hanno registrato alla marcia circa 25.000 persone, mentre gli organizzatori parlerebbero di un’affluenza più che doppia.

 

Migliaia di manifestanti (compresi numerosi adulti, anziani e bambini) hanno animato le strade della capitale belga, fermando il traffico per ore lungo l’asse di Rue de la Loi e nelle vie adiacenti a Schuman, alla Commissione e al Consiglio europeo. Cartelli, costumi, megafoni, stand per le campagne di sensibilizzazione, punti di ristoro, e perfino un imponente palcoscenico che ha ospitato un concerto e l’intervento del protagonista belga dell’azione collettiva, Nicolas Van Nuffel.

 

Anche in Belgio, gli ambientalisti si espongono affinché le istituzioni mettano in pratica strategie più audaci nella lotta ai cambiamenti climatici, già a partire dal Vertice di Glasgow in agenda dal 31 ottobre. Giovani e bambini “sandwich (con cartelloni recanti il messaggio dell’attivista), ma anche travestiti da pesci, tigri ed altre specie in via di estinzione, indossando costumi da orsi polari o trasportando peluche e animali-giocattolo. È così che i manifestanti hanno riempito le strade sventolando striscioni in più lingue e attirando i media locali ed internazionali. 80 gruppi militanti, uniti sotto la bandiera “Coalizione per il Clima”, hanno promosso la manifestazione, ampiamente sostenuta anche da rappresentanti politici belgi.

 

Tra i partecipanti, anche i Verdi dell’Europarlamento e della sezione Belgio, Greenpeace, Oxfam, BirdLife ed altre note ONG.  La marcia ha fatto così parlare di se come il più grande evento del genere nella capitale de facto dell’Ue dall'inizio della pandemia di coronavirus.

 

 

Grave il rischio inondazioni in Belgio

Gravi inondazioni hanno colpito alcune regioni d’Europa, ma soprattutto il Belgio, a partire da quest’estate, provocando disastri, dispersi e vittime. Sono numerosi i residenti delle province di Liegi e Limburgo rimasti fuori dalle loro case a causa dei danni subiti. “Sebbene siano state intraprese molte azioni politiche, gli obiettivi fissati dal nostro Governo non sono abbastanza ambiziosi”, ha spiegato Zanna Vanrelterghem di Greenpeace Belgio.

 

Anche in Italia, dal 28 al 30 settembre, Greta Thunberg e i giovani attivisti di Youth4Change hanno partecipato alla 3 giorni per avanzare proposte climatiche. In centinaia hanno marciato a Milano all’inizio di ottobre, chiedendo un’eliminazione graduale dell’industria dei combustibili fossili entro il 2030. Se le istanze degli attivisti del Belgio non verranno considerate alla COP26, c’è da aspettarsi una nuova marcia a Bruxelles a novembre.

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