Chi sale e chi scende nelle file pentastellate

M5S, il ritorno di Di Maio che ora guida il Comitato di garanzia

Intanto Conte e Raggi (che si fa forte anche dell’apporto delle liste personali) divisi sull’alleanza con il Pd e sul sostegno all’ex ministro Gualtieri

M5S, il ritorno di Di Maio che ora guida il Comitato di garanzia

Tra i due litiganti il terzo gode. Luigi Di Maio, ministro degli Esteri e tra i fondatori del Movimento Cinque Stelle, è stato eletto presidente del Comitato di Garanzia del partito. A votarlo gli altri due componenti: Roberto Fico e Virginia Raggi. Chiariamo subito che i due litiganti non sono l’attuale presidente della Camera e l’ex sindaca della Capitale, piuttosto quest’ultima e il neo leader pentastellato, Giuseppe Conte. A divederli il caso Roma che, con il passare dei giorni, prende sempre più i contorni di esempio emblematico del nuovo corso dei 5S. Lo scenario successivo al primo turno delle amministrative consegna, infatti, un Movimento diviso a metà sulle scelte da fare per il ballottaggio romano. 

 

Che l’ex premier sia orientato a votare il candidato del Pd, Roberto Gualtieri, è cosa nota. Sia in nome dell’asse 5S-Dem collaudato con il governo Conte II – e di cui Gualtieri è stato ministro dell’Economia –, sia in vista di un futuro ancora incerto, nel quale - è convinzione dell’avvocato - voltare le spalle all’alleanza con il Nazareno equivarrebbe a una sorta di suicidio politico. Inoltre, sembra che Conte voglia candidarsi per il seggio parlamentare che lascerebbe libero Gualtieri se eletto.

 

Oggi, a dare manforte all’indirizzo contiano arriva il ministro dell’Agricoltura, Stefano Patuanelli. “Se avessi la residenza a Roma non avrei dubbi su come esprimere il mio voto. Voterei Gualtieri, così come a Trieste voterò Francesco Russo”, dice al quotidiano la Repubblica.  E aggiunge: “Lo ha detto molto bene il presidente Conte. È una certezza che con questa destra non possiamo dialogare e non dialogheremo, e che gli elettori hanno il diritto e anche il dovere di andare a esprimere la loro preferenza. Basta fare la somma delle due cose per capire qual è la nostra posizione”.  

 

Ma di traverso si è messa Virginia Raggi, forte dei 22 mila voti con cui è stata eletta un mese fa via web nel Comitato di Garanzia, doppiando Fico e Di Maio (fermi a 11 mila preferenze ciascuno). E irrobustita politicamente dall’8% di consensi che le sue liste hanno aggiunto all’11% conquistato dal Movimento. Un risultato che l’ex sindaca sta facendo valere per le decisioni che riguardano il secondo turno del 17 ottobre. Si difende dalle accuse di chi la vuole a capo di una sua area di riferimento: “nessuno vuole creare correnti e francamente l’accusa la trovo anche offensiva”, ma intanto mantiene il punto: “Nei prossimi anni” a Roma “saremo opposizione. Ne ho anche già parlato con Conte. Occorre riorganizzarsi a livello territoriale”.

 

Corrente o no, Virginia sta dettando la linea del Movimento nella città più importante d’Italia, pronta a capitalizzare a livello nazionale la sua posizione. E parla sempre di più come un maggiorente del partito: “Ieri si è tenuta la seduta di insediamento del comitato e con Roberto Fico abbiamo indicato Luigi presidente”, scrive su Facebook. “Sono sicura che, mettendo insieme le nostre esperienze, porteremo avanti con impegno la rivoluzione gentile avviata anni fa. Il Comitato di garanzia lavorerà per la corretta applicazione dello Statuto. Abbiamo di fronte una sfida importante per il Movimento 5 stelle e per il suo percorso. Siamo pronti”. 

La sindaca che i romani hanno bocciato alle urne ora dà la scalata ai 5Stelle. E mentre Conte è in difficoltà Di Maio non starà a guardare

 

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