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Green Pass, proteste contro l’obbligo ma con disagi contenuti

Si chiude oggi la campagna elettorale per i ballottaggi di domenica. Domani in piazza San Giovanni a Roma la manifestazione dei sindacati: Mai più Fascismi

Green Pass, proteste contro l’obbligo ma con disagi contenuti

Qualche tensione ma le proteste contro le norme entrate in vigore oggi che prevedono l’obbligo del Green Pass in tutti i luoghi di lavoro sono state contenute. Come annunciato già nei giorni scorsi i portuali di Trieste sono entrati in sciopero e blocchi si sono registrati anche negli scali di Ancona e Genova. Tuttavia, nel porto friulano le attività sono proseguite regolarmente anche se con qualche rallentamento. I varchi sono rimasti aperti per il transito di automobili e tir, ad eccezione del n.4 presidiato dai manifestanti e dove sono confluite più di 6.000 persone. A una troupe di giornalisti Rai proprio al 4 è stata impedita la diretta al grido di “venduti”. Giornalista e operatore si sono dovuti allontanare. “La protesta va avanti fino a quando non tolgono il Green pass”, ha annunciato il leader del Coordinamento lavoratori portuali di Trieste, Stefano Puzzer.

 

Manifestazioni No pass e No vax si sono svolte in varie città italiane, anche a Roma al Circo Massimo. Il Movimento Cinque Stelle ha fatto sapere che presenterà entro lunedì alcuni emendamenti al decreto Green pass all’esame del Senato. Vogliamo “abbassare per tutti il costo dei tamponi o abbassarli per gli incapienti fino a farli diventare gratuiti”, fa sapere l’ex ministro Danilo Toninelli. Lo scopo è anche quello di “esentare dal Green pass le attività il cui ambiente di lavoro è esterno o dove il lavoratore è solo, come portuali, agricoltori, autotrasportatori”, o chi opera “col telelavoro”. Mentre Matteo Salvini, nel corso di un appuntamento elettorale vicino Milano, ha attaccato ancora l’obbligo del passaporto ‘verde’.  “Spero che decada il prima possibile. Tanti Paesi europei lo hanno già abolito. I dati del Covid sono sotto controllo. Se la situazione sarà questa, penso che a novembre dovremo archiviarlo”.

 

Intanto, tra pochissime ore si chiude la campagna elettorale per i ballottaggi di domenica. Le sfide più importanti a Roma e Torino. In particolare, nella Capitale, oggi i due candidati  - Enrico Michetti e Roberto Gualtieri – si sono visti al confronto tv del Tg Lazio e non sono mancate ‘scintille’. Anche sulla corsa al Campidoglio pesa quello che da una settimana è ormai il tema politico dominante: gli scontri causati da formazioni neofasciste sabato 9 ottobre, sfociati nell’assalto alla sede nazionale della Cgil.

 

Michetti ha accusato Gualtieri di avere “estremisti di sinistra nelle sue liste e persone che fanno capo ai centri sociali. Ha aperto la sua campagna in uno stabile occupato”, ha detto. Ha replicato l’ex ministro dell’Economia: “Forse Michetti non ha chiara la differenza tra le persone di Casa Pound presenti nelle sue liste e chi fa attivismo sociale, come a Lucha Y Siesta o nella distribuzione di pasti ai poveri. Io sono contento di avere nella mia coalizione quel tipo di persone impegnate nella solidarietà sociale”.

 

Ma domani è il giorno della grande manifestazione antifascista convocata alle 14 a Roma in piazza San Giovanni da Cgil, Cisl e Uil a una settimana esatta dall’aggressione alla sede di Corso d’Italia. Hanno aderito centrosinistra, Acli, Federazione Nazionale Stampa e numerose altre associazioni di categoria. ‘Mai più fascismi’, questo il titolo dell’iniziativa. “Al Governo abbiamo chiesto di applicare la Costituzione e, quindi, fare un decreto per sciogliere quelle formazioni che si richiamano al fascismo. Non solo, ma anche quelle che praticano la violenza che si è vista non solo nei confronti della Cgil. È il momento di unire il Paese e affermare la democrazia e il lavoro”, ha detto il leader Cgil, Maurizio Landini.  Quella di domani “sarà una grande piazza democratica che ribadisce che siamo una Repubblica fondata sulla democrazia, che ha sconfitto il fascismo e che non ha nessuna intenzione di tornare indietro ad anni che non vogliamo vivere”. Ancora polemico il capo del Carroccio: “La piazza di domani sarà di parte”. 

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