certificato e polemiche

Green Pass obbligatorio anche in Senato: le regole e le sanzioni

Da oggi anche a Palazzo Madama è richiesto il certificato verde nazionale. Intanto tensione per il corteo di domani, a rischio il silenzio elettorale

Green Pass obbligatorio anche in Senato: le regole e le sanzioni

Anche i senatori sono tenuti ad essere in possesso di Green Pass.

Entra in vigore da oggi, infatti, il decreto che impone di esibire il certificato a tutti i lavoratori, sia pubblici che privati, in ingresso delle rispettive sedi, compreso Palazzo Madama.

Il provvedimento scatta proprio mentre cresce la tensione in vista della manifestazione nazionale antifascista, indetta dai sindacati dopo i cortei e i disordini di sabato scorso a Roma, che hanno portato anche all’assalto alla sede della Cgil.

Ma ad alimentare polemiche è la scelta della data, che arriva nel giorno del silenzio elettorale, alla vigilia del ballottaggio in molte città, proprio come nella Capitale.

Il punto.

 

Senatori con Green Pass obbligatorio

Anche a Palazzo Madama, come in tutti i luoghi di lavoro, è richiesto da oggi il Green Pass. In caso se ne sia sprovvisti, scatta la sospensione, con relativo taglio della diaria. A precisarlo sono stati, in una nota congiunta, i senatori Questori Antonio De Poli, Laura Bottici e Paolo Arrigoni. "Il Senato si è adeguato alla normativa generale sull'obbligo del green pass - si legge nel testo - Da venerdì 15 ottobre scatta l'obbligo di esibire la certificazione verde Covid-19, rilasciata in conformità alle disposizioni vigenti, per accedere alle sedi del Senato".

"Per i senatori che dovessero violare l'obbligo della certificazione - spiegano i Questori - sono previste sanzioni, tra cui la sospensione fino a 10 giorni, con il relativo taglio della diaria, che verrà disposta dal Consiglio di presidenza. La verifica della certificazione verrà effettuata mediante l'utilizzo della App Verifica C19 con l'impiego di dispositivi digitali di proprietà del Senato della Repubblica".

 

La vigilia della manifestazione dei sindacati

Intanto è polemica per la scelta della data della manifestazione dei sindacati, organizzata dopo gli scontri di sabato scorso a Roma e che però arriva alla vigilia dei ballottaggi. Mentre i partiti di centrosinistra hanno appoggiato l’evento in segno di solidarietà alla Cgil e contro i movimenti neofascisti, i leader di Fratelli d’Italia e Lega, Meloni e Salvini, chiedono di cambiarne la data.

 

Sylos Labini: “Si rompe il silenzio elettorale”

Molto più dura la posizione dell'attore Edoardo Sylos Labini, fondatore del movimento CulturaIdentità: la manifestazione "è molto grave perché rompe il silenzio elettorale, e questo significa che qualsiasi altro fronte elettorale può inventarsi un comizio su un tema qualunque, e riunirsi. Il silenzio elettorale è ufficialmente rotto". Poi la provocazione, rilanciata tramite l’AdnKronos: “I leader del centrodestra sabato si uniscano dunque insieme per un comizio sulla violenza contro le donne, visto che la sinistra quando le violenze arrivano da un certo mondo islamico sta in silenzio. Ecco, il centrodestra sabato si riunisca e faccia un comizio su questo tema".

Sempre Syolos Labini poi afferma: "Lasciano che venga assaltata la sede della Cgil un'ora e mezza dopo che hanno annunciato l'assalto dal palco, e un'ora dopo Landini aveva già pronto l'annuncio della manifestazione contro il fascismo".

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