Quirinale

Meloni convinta: “C.destra unito. Se Draghi al Colle, voto anticipato”

Per Fratelli d’Italia Berlusconi sarebbe però la “prima scelta”. Conte intanto si sbilancia: “Il premier resti a Palazzo Chigi. Non è figura fungibile”.

Meloni convinta: “C.destra unito. Se Draghi al Colle, voto anticipato”

La sfida del Quirinale gira tutta attorno al nome di Mario Draghi. Se il presidente del Consiglio sarà il prossimo inquilino del Colle si aprirà un percorso. Contrariamente, se resterà a Palazzo Chigi, le prospettive politiche e del quadro istituzionale saranno completamente diverse. E, ad oggi, il rebus è ben lontano dall’essere risolto. Persino Silvio Berlusconi, secondo quanto riporta il quotidiano la Repubblica, allo stato dell’arte teme che il suo nome venga speso a vuoto e non vuole correre il rischio di ‘bruciarsi’ per la corsa più ambita, quella verso la prima carica dello Stato. Non a caso nelle ultime settimane l’entusiasmo per la ritrovata unità nel centrodestra dopo il flop alle amministrative si è un po’ smorzato dalle parti di Villa Grande, la dimora romana del Cavaliere. Che ora teme trabocchetti, consapevole che fino a quando Draghi resterà in campo non ci sia partita per nessuno.

 

Giorgia Meloni, leader di Fratellli d’Italia, nel corso di una conferenza stampa spiega, tuttavia, che per il suo partito quella di “Berlusconi è la prima scelta”. “Secondo noi avrebbe le carte in regola” per salire al Colle “ma bisogna vedere se ci sono i numeri e cosa voglia fare Draghi. Il tema del Quirinale è una questione estremamente seria e non si sta giocando alle figurine”. Meloni rifiuta l’etichetta di “sostenitrice di Draghi al Quirinale: ricordo che siamo l’unico partito che non gli ha votato fiducia al governo”, dice. Ma realisticamente, come tutti i partiti, sa che si tratta della più forte ipotesi in campo. E fa sapere subito quale sarebbe il nodo da affrontare se si realizzasse.

 

Se Draghi andasse al Quirinale, ragionevolmente, si dovrebbe andare a votare. Sulle elezioni credo che Matteo Salvini non abbia cambiato idea, ci ho parlato. Lega, Fratelli d'Italia e Forza Italia non hanno mai indietreggiato rispetto al tema della libertà dei cittadini di scegliersi un governo. Penso che siamo tutti d’accordo”. Ma quello che in questa fase può essere valido sul piano del ragionamento politico per il centrodestra, non è detto che lo sia ancora, e allo stesso modo per ciascun alleato, all’inizio dell’anno, quando il Parlamento in seduta comune sarà chiamato ad eleggere il nuovo capo dello Stato. Il Colle “è una questione complessa”, ammette la stessa presidente di FdI, e “poi c’è il voto segreto”. Già, il mistero dell’urna che ogni sette anni rende gli scrutini per l’elezione del presidente della Repubblica un poker a carte coperte, in cui ‘vedere’ cosa hanno davvero in mano i candidati alla corsa, almeno all’inizio, è davvero arduo.

 

Intanto, a prendere posizione - a sorpresa – è il leader del M5S, Giuseppe Conte. “Che Draghi rimanga a Palazzo Chigi per me è la strada prioritaria”, fa sapere. “Il governo deve completare il suo lavoro. Anche perché” quella di Draghi, “non è una figura fungibile”. L’avvocato, dunque, sembrerebbe non aver dubbi sulla linea da seguire. Ma il Partito democratico, suo principale alleato, si rifiuta di esprimersi sull’argomento. Più volte il segretario, Enrico Letta, ha confermato che del Quirinale “si parlerà a gennaio”. Vedremo. Quello attuale è un passaggio in cui forse esporsi troppo potrebbe mandare a monte strategie e obiettivi dei partiti. D’altra parte, è vero anche che sul tavolo non ci sono gli elementi più importanti per poter decidere. Manca il tassello risolutivo per cominciare a comporre il puzzle perché nessuno sa cosa voglia fare Draghi. E c’è da scommettere che prima di gennaio il premier sull’argomento non proferirà parola. E’ anche “una questione di rispetto”, ha ribadito più volte, “verso Sergio Mattarella”. 

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