Amici a 4 zampe

Covid, più rischi per cani e gatti con la variante Alfa. Lo studio

Una ricerca inglese, condotta su alcuni animali durante lo scorso inverno, dimostrerebbe una maggiore trasmissibilità del virus agli amici a quattro zampe

Covid, più rischi per cani e gatti con la variante Alfa. Lo studio

Ci si avvicina alla quarta ondata di pandemia da Covid, anzi per alcuni esperti siamo già entrati nella nuova fase, ma se a preoccupare sono i rialzi nel numero di contagi, questa volta forse bisognerà prestare attenzione anche a cani e gatti, insomma agli animali domestici.

Tutta “colpa” delle varianti, che renderebbero più contagioso il virus Sars-Cov2 anche tra gli amici a quattro zampe.

A rivelarlo è uno studio appena pubblicato sulla rivista Veterinary Record.

 

La ricerca inglese

Lo studio su varianti e animali domestici è stato condotto nei mesi scorsi, in particolare sulla cosiddetta “variante inglese” o Alfa, come poi è stata ribattezzata. Che Covid 19 potesse colpire anche diverse specie animali non era una novità, ma che fosse più aggressivo nella forma della variante e che potesse causare anche danni più seri, in particolare su cani e gatti, è stato dimostrato per la prima volta soltanto adesso.

Si è visto, infatti, che il contagio che aveva interessato sei gatti e un cane in Gran Bretagna aveva portato a sviluppare sintomi cardiovascolari compatibili con una miocardite, cioè un’infiammazione del muscolo cardiaco spesso associata con l’infezione da coronavirus.

Secondo gli autori dello studio, si tratta dunque di segnali che indicherebbero una maggiore trasmissibilità della variante Alfa, con potenziali complicazioni serie, anche in Fido e Fuffi.

 

Perché cani e gatti si sono ammalati di più

A insospettire gli esperti era stato un picco di casi di “ricovero” tra cani e gatti, registrato in particolare tra dicembre del 2020 e marzo del 2021, che aveva messo in allarme i veterinari del Ralph Veterinary Referral Centre di Marlow. Apparentemente non ci sarebbe stata una ragione plausibile per spiegare il picco di richieste di intervento, se non che queste erano giunte proprio mentre la pandemia toccava uno dei punti più critici. Tutti gli animali esaminati, inoltre, venivano ricoverati nel centro con sintomi compatibili con una miocardite virale, associata negli esseri umani al Covid 19 come uno dei sintomi più caratteristici. Da qui le analisi più approfondite sugli animali.

 

Il tampone e la positività

Sui sette animali curati e tenuti sotto osservazione, tre erano risultati positivi al tampone. Le successive analisi hanno poi confermato l’infezione in corso, causata proprio dalla variante Alfa del coronavirus. Altri tre, pur non presentando tracce del virus nell’organismo, sono risultati positivi ad un test sierologico, lasciando intendere che ci fosse stato un contatto più o meno recente con il Sars-Cov2.

Il fatto che si sia diagnosticata la miocardite ha portato gli esperti a concludere che la causa della maggior trasmissibilità (e aggressività) fosse legata proprio alla variante Alfa.

 

Rischi minimi

I padroni di cani e gatti, però, possono stare tranquilli. Anche in caso di contagio e anche se questo fosse causato dalla variante inglese, gli amici a quattro zampe non correrebbero comunque rischi paragonabili a quelli degli esseri umani. Ma soprattutto risulta che fossero stati contagiati dal padrone, mentre non si è verificato il caso opposto, da animale a padrone.

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