Viale Mazzini

Le nomine nelle testate Rai, nuovo giro di valzer dei direttori dei Tg

Maggioni alla guida del telegiornale della rete ammiraglia, Sangiuliano riconfermato al Tg2, Sala passa al Tg3. Usigrai: “Spartizioni da manuale Cencelli”

Le nomine nelle testate Rai, nuovo giro di valzer dei direttori dei Tg

Nell’era dell’amministratore delegato Carlo Fuortes, designato alla guida della Rai a luglio 2021 dal Consiglio dei ministri su proposta del ministro dell’Economia, Daniele Franco, arriva anche il nuovo giro di valzer dei direttori delle testate giornalistiche. Oggi è stata ufficializzata ai consiglieri del Cda, in vista del riunione di domani, la proposta dell’Ad: Monica Maggioni (ex presidente Rai) al Tg1, Gennaro Sangiuliano al Tg2 (una riconferma), Simona Sala (attuale direttrice di Rai Giornale Radio e Radio Uno) al Tg3. Per Mario Orfeo, già direttore generale della Rai e ad ora direttore del Tg3, dovrebbe essere pronta la direzione Approfondimento che si occupa di trasmissione come Porta a Porta, Frontiere, Report. Al posto della Sala dovrebbe andare Andrea Vianello, che lascerebbe Rainews per fare posto a Paolo Petrecca. Cambio anche a Rai sport dove al vertice arriva Alessandra De Stefano, attuale vice direttrice della testata, al posto di Auro Bulbarelli. Confermati Alessandro Casarin al Tg regionale e Antonio Preziosi a Rai Parlamento.

 

 

Ma il clima in queste ore non è dei migliori a Viale Mazzini. E anche nei Palazzi della politica serpeggia il malcontento per i nomi proposti da Fuortes. In testa ai partiti scontenti ci sarebbe il Movimento Cinque Stelle che non avrebbe gradito la scelta della Maggioni al posto di Giuseppe Carboni. In ogni caso, le proposte dell’amministratore, che è la figura principale nella governance della Tv pubblica, dovranno passare al vaglio del Cda. Il parere dei 7 consiglieri di amministrazione è vincolante se assunto dalla maggioranza dei 2/3. Accuse pesanti intanto arrivano dall’Usigrai (Unione sindacale giornalisti Rai): “Il governo dei migliori frequenta le pratiche peggiori. Le nomine interne unica buona notizia. Al di là dei nomi scelti è evidente la piena invadenza e interferenza del governo. E di un governo di larga coalizione da accontentare”, è scritto in una nota.

 

E ancora: “Le pressioni esercitate dai partiti e dal governo restituiscono un quadro di spartizioni da manuale Cencelli che speravamo di non vedere applicato. Quello che manca ancora una volta è il senso industriale, la direzione di marcia editoriale che questo vertice vuole dare alla Rai”. L’Usigrai sottolinea anche che le “tensioni politiche e istituzionali emerse in questi giorni attorno alle nomine Rai evidenziano l’urgenza di una riforma della legge per la nomina dei vertici aziendali”.

 

Eppure, solo qualche settimana fa in un’intervista rilasciata al quotidiano la Repubblica per annunciare la riorganizzazione della società, primo polo televisivo in Italia e quinto in Europa, Fuortes aveva rimarcato la necessità di “ridefinire nei prossimi mesi il ruolo strategico del servizio pubblico” e  di “una trasformazione in cui rimettere in gioco risorse umane ed economiche di tutta l’azienda”. Aveva anche assicurato un cambio di passo a cominciare dalle interferenze della politica. “La politica non sta bussando alla mia porta”, dichiarava in quell’occasione, “e non vedo problemi. I direttori saranno scelti in base alle competenze e porterò la proposta in Cda. Credo anzi che il nuovo modello potrà servire ad allontanare i partiti che qualche volta, in passato, hanno mostrato una certa invadenza”. Per Fuortes questo sarebbe valso “anche per i direttori dei Tg”. 

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