Pagella su conti e debito

Ue, Gentiloni e Dombrovkis: piani nazionali di Bilancio siano prudenti

Bruxelles chiede all’Italia di tenere conto degli effetti di un incremento della spesa pubblica. Presentato il pacchetto autunnale del Semestre europeo.

Ue, Gentiloni e Dombrovkis: piani nazionali di Bilancio siano prudenti

Il Commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni, ha presentato ieri a Palazzo Berlaymont - assieme al VP esecutivo, Valdis Dombrovskis, e al Commissario per le Politiche sociali e dell’occupazione, Nicholas Schmidt - il pacchetto autunnale del Semestre europeo 2022. Il leitmotiv di fondo ha ricordato l’importanza della ripresa per uscire più forti e coesi dalla crisi, rendendo l’Europa una realtà che punta alla doppia transizione, verde e digitale.

 

Valutazione dei Piani di Bilancio: politiche siano “prudenti”

Nel corso della conferenza stampa, la Commissione ha illustrato il documento complessivo di valutazione dei piani di Bilancio nazionali del 2022. Ne emerge che le economie ad alto debito, come Belgio, Francia, Grecia, Italia e Spagna, debbano mettere in atto politiche di bilancio “prudenti” tese a “garantire la sostenibilità delle finanze pubbliche a medio termine”. Un discorso che fa immediatamente eco a Roma, “visto il livello del debito pubblico italiano” e le misure di sostegno attivate durante la pandemia e gli investimenti previsti da strumenti come il NextGenerationEU e il PNRR. Un feedback, quello di Bruxelles, che fa seguito ad una prima analisi della bozza del Documento di Programmazione e Bilancio (Dpb) del Governo Draghi.

Sulla riforma del Patto di Stabilità, Gentiloni e Dombrovskis hanno lanciato un messaggio condiviso ed univoco avvertendo i Governi sull’urgenza di assicurare che le manovre di Bilancio nazionali “siano favorevoli”, e non un ostacolo, “alla crescita economica” nella fase di ripresa.

 

La pagella ai conti pubblici italiani

È positivo il giudizio Ue sulla manovra di bilancio italiana, ma la ‘tirata d’orecchie’ ricade ancora sul controllo dei conti pubblici. Le raccomandazioni, indicate dalla Commissione sul Dpb italiano, restano tuttavia di natura “qualitativa”, non suggeriscono quindi di intervenire sulle cifre o adeguamenti di tipo quantitativo. Eppure, i riflettori sembrano puntare all'impatto dell'aumento della spesa pubblica sulla posizione fiscale dell'Italia, salito all’1,5% del PIL. Un dato che Bruxelles chiede di monitorare. In sostanza, Bruxelles chiede di ridurre il debito e mantenere il difficile equilibrio tra crescita economica e taglio della spesa corrente. “Invitiamo il Governo italiano a introdurre le misure necessarie durante l’iter di approvazione del Bilancio per evitare l’aumento della spesa”, ha detto Dombrovkis in una dichiarazione ai giornalisti.

Il pacchetto autunnale del Semestre europeo si basa sulle Previsioni economiche dell'autunno 2021. Sono stime che hanno rilevato come l'economia europea si stia muovendo dalla ripresa all'espansione, ma che si ritrova ora ad affrontare “nuovi venti contrari” (tra cui la terza ondata di contagi di coronavirus e varianti). Oltre ai pareri sui documenti programmatici di bilancio dei 18 Paesi dell’Eurozona per il 2022, gli orientamenti forniti nel ciclo del Semestre europeo comprendono anche l’analisi annuale degli indicatori di crescita sostenibile, le raccomandazioni strategiche per l’Eurozona e la proposta di relazione comune sull'occupazione elaborata dalla Commissione.

 

Patto di stabilità, Gentiloni: servono regole realistiche

Sempre nei pareri della Commissione sui documenti programmatici di Bilancio degli Stati membri dell’Eurozona, si legge che la clausola di salvaguardia generale del Patto di stabilità continuerà ad applicarsi nel 2022. “Stiamo discutendo su come possiamo trovare un consenso tra gli Stati membri, per concordare delle regole realistiche e applicabili”, ha spiegato Gentiloni, concludendo che “è in corso una revisione” per arrivare a un quadro normativo semplificato “che favorisca la crescita”. Sulla riduzione del debito, infine, Dombrovskis ha accennato alla “regola del ventesimo” con cui si chiederebbe uno sforzo per “ridurre di 1/20esimo all’anno la differenza fra il loro livello di debito/Pil e la soglia del 60%”.

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