L’esito della consultazione online

M5S, sì al 2 per mille. Ma vota solo un quarto degli aventi diritto

I pentastellati cambiano rotta e danno il via libera all’accesso ai fondi destinati dai contribuenti. Intanto Di Battista va avanti con il suo partito

M5S, sì al 2 per mille. Ma vota solo un quarto degli aventi diritto

Il 72% dei militanti Cinque Stelle che ha partecipato al voto è favorevole all’accesso ai finanziamenti ricavati dal 2 per mille destinato dai contribuenti. Dunque, il Movimento segue la linea proposta dal leader Giuseppe Conte e cambia rotta: basta con il rifiuto del finanziamento da parte dei privati. “C'è stata un’ottima partecipazione e il 72% è a favore, la stragrande maggioranza”, fa sapere l’ex premier. “Ho preso atto di una richiesta che era già sul tavolo e mi è sembrato opportuno che fosse discussa e votata. Se accettiamo il principio della democrazia diretta, è questo”.

 

Dal sito del M5S risulta però che dei 131.760 aventi diritto al voto solo in 33.967 hanno partecipato alle operazioni che si sono chiuse oggi alle 12.00: 24.360 sono stati i ‘sì’, 9.531 i ‘no’ e 76 le schede nulle. Numeri non robusti ma l’esito dovrebbe in ogni caso segnare un punto a favore della leadership di Conte, che ha visto diversi ‘big’ pentastellati schierarsi contro la sua proposta. Tra questi, l’ex ministro Danilo Toninelli, la ministra Fabiana Dadone e Davide Crippa.

 

Prima ancora dei risultati lo stesso Conte ha cercato di ridimensionare la portata politica della consultazione. “È una valutazione che abbiamo offerto a tutti gli iscritti di optare anche per questa fonte di finanziamento basato sulla libera scelta consapevole dei singoli. Se verrà approvata bene, andremo verso un’altra forma di finanziamento”, aveva detto questa mattina a margine dell’Assemblea di Confartigianato, “se non verrà approvata bene lo stesso, continueremo come abbiamo sempre fatto con grande orgoglio”.

 

Ma a parte la scarsa partecipazione al voto - che evidenzia un calo di adesione alle attività e a quelli che il leader ha definito “i passaggi più significativi della vita associativa” - è anche sul fronte degli ‘ex’ che non arrivano notizie esaltanti per il Movimento. L’ex grillino Alessandro Di Battista, cofondatore dei Cinque stelle, non abbandona il sogno di un ritorno alle origini e lancia il suo progetto. A chi gli chiede se ha intenzione di fondare un nuovo M5S, risponde: “Grillo e Casaleggio ci hanno messo 5 anni a pensare se creare una forza politica. Intanto mettiamoci insieme, facciamo un percorso, sarà una lunga marcia, poi tra qualche mese vediamo. Su questo mi impegno, anche perché io non ho mai agito per convenienza personale”.

 

Dalla piazza di Scafati, in provincia di Salerno, una delle tappe del tour #SuLaTesta che sta portando avanti insieme a un altro ex del Movimento, Alessio Villarosa, Dibba rilancia soprattutto il tema della “democrazia diretta”. “Proviamo ad aggregare le persone e poi vediamo cosa accadrà. Qua non c’è da votare Tizio, Caio o Sempronio ma da organizzare le persone per salvaguardare delle istanze e l’unico modo è la democrazia diretta, il potere popolare dei cittadini che sono i datori di lavoro dei parlamentari”.
L’ex amico di Luigi Di Maio aggiunge: “Non è facile, ci abbiamo provato una volta, abbiamo fatto degli errori ma riproviamoci e vediamo cosa succederà alla fine di questo percorso”.

 

Di Battista mette le mani avanti e non vuole sbilanciarsi ma è il suo compagno di viaggio a spingersi un po’ più in là: “Con 'Su la testa’ le idee che hanno portato alla nascita del M5S abbiamo intenzione di strutturarle in un partito. Di Battista leader? Lui è un leader per natura. Sarà sicuramente il frontman”, dichiara Villarosa. Che su Conte e Cinque Stelle non ha dubbi: “Se con Conte il M5S tornasse quello di prima io lo voterei, il problema è che le istanze con cui il M5S è nato si sono completamente perse. Cambiare è corretto, ma passare dal nero al bianco senza riflettere sul grigio non è coerente. Questo è accaduto perché si è accettata la sconfitta. Noi siamo entrati in Parlamento dicendo alcune cose, ma alla prima difficoltà molti hanno mollato e hanno cambiato idea”.

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