#UnionOfEquality – Aspettando le “Festività”

Evitare la parola “Natale”, lo prevedono le nuove Linee guida dell’Ue

Il documento della Commissione Ue dice NO all’uso di “Miss o Mrs” o “Ladies and Gentlemen”. Da sostituire anche riferimenti religiosi e nomi cristiani.

Evitare la parola “Natale”, lo prevedono le nuove Linee guida dell’Ue

Nell’ambito della strategia denominata “Union of Equality”, Bruxelles ha elaborato nuove Linee guida che puntano, tra gli altri obiettivi, anche ad una comunicazione “corretta” con riguardo alle religioni. È così che la Commissione europea raccomanda, in alcuni capitoli del documento, di garantire il trattamento egualitario della persona attraverso l’eliminazione di riferimenti a parole che abbiano connotazioni religiose. Tra queste, anche importanti festività come il Natale.

 

Per una comunicazione “inclusiva”

Ogni persona nell’Unione europea ha il diritto di essere trattato in maniera eguale”, senza riferimenti di “genere, etnia, razza, religione, disabilità e orientamento sessuale”. È questo il mantra del documento, in cui l’Esecutivo Ue ha incluso anche i diritti Lgbtiq e le “culture, gli stili di vita e le credenze”.

Come riportato oggi dall’ANSA, le Linee guida specificano di “Non usare nomi o pronomi che siano legati al genere del soggetto; mantenere un equilibrio tra generi nell’organizzazione di ogni panel; se si utilizza un contenuto audiovisivo o testimonianze, assicurarsi la diversità sia rappresentata in ogni suo aspetto; non rivolgersi alla platea con le parole ladies o gentleman ma utilizzare un generico Dear colleagues; quando si parla di transessuali: identificarli secondo la loro indicazione; non usare la parola the elderly (ndr: gli anziani) ma older people (ndr: popolazione più adulta); parlare di persone con disabilità con riferimento prioritario alla persona” (ad esempio al posto di 'Mario Rossi è disabile' va utilizzato Mario Rossi ha una disabilità)”.


No ai riferimenti al “Natale”…che ne sarà di “Miss Italia”?

Un eventuale adattamento della policy di comunicazione per implementare questi nuovi desiderata dell’Ue non è una realtà troppo lontana. Tant’è che già da almeno 9 anni che la Commissione europea ha chiesto al proprio staff di sostituire la dicitura “Christmas party” o “Christmas event” (tradizionale festa, evento o iniziativa con cui i funzionari si scambiano gli auguri pre-natalizi) con il termine “End of the Year party/event” (festa di fine anno).

A sorprendere è anche l’invito a far sparire diciture per rivolgersi alle donne come “Misso Mrs” (in italiano: signore e signorine). Le Linee guida indicano di sostituirle con un titolo generico: il “Ms” (da cui non si evince lo status). Infine, se applicassimo queste Linee guida, non potremmo più parlare – ad esempio - del “cane” come il “miglior amico dell’uomo”, bensì dell’umanità.


Che ne sarà allora del tradizionale albero di Natale in Parlamento europeo?  E le palline blue a 12 stelle, pensate per decorare l’albero, che al gift shop del Parlamentarium a Bruxelles sono ancora in vendita per i visitatori appassionati di Europa?  E che ne sarà di “Miss Italia” o “Miss Universo”? Sono solo alcuni esempi di domande che i più curiosi, con tono ironico o un po' naif, si iniziano a porre proprio nel cuore delle istituzioni europee.

 

Le prime reazioni

Realtà come quelle di Spagna, Polonia e Ungheria difficilmente digeriranno le Linee guida e hanno già espresso le prime posizioni contrarie al documento. Sono molti gli esponenti politici che si stanno opponendo al “vademecum del politicamente corretto” come strumento di “purificazionedel linguaggio.

 

Nell’arena politica italiana, a far sentire la propria contrarietà è anche il tweet di Antonio Tajani, eurodeputato di Forza Italia (Vice-Presidente del PPE). Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, ha manifestato preoccupazioni ribadendo che “la nostra storia e la nostra identità non si cancellano”. Una proposta, quella europea, che Matteo Salvini vede come “una follia” che, a detta di Lorenzo Fontana (Lega), imporrebbe “una deriva antropologica e sociale dei nostri costumi e tradizioni” a cui bisogna opporsi.

 

In una nota congiunta, la posizione degli eurodeputati Marco Zanni e Marco Campomenosi su “questo modo di ragionare” (dell’Ue) parla chiaro: “Vorremmo che l'Europa usasse meglio i soldi dei cittadini, per risolvere questioni ben più concrete e urgenti. Non ci renderemo complici: continueremo a difendere i valori giudaico-cristiani dell'Europa e la sacrosanta libertà di espressione dei cittadini”. E per finire, nella ‘black list’ indicata dalle Linee guida c’è la parola “cittadini”, presupponendo che non tutti, in Europa ad esempio, lo siano a tutti gli effetti.

 

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