L’annuncio del ministro Brunetta

Pnrr, al via all’assunzione dei primi 500 professionisti nella PA

Per la realizzazione del Piano nazionale di Ripresa e Resilienza entrano al Mef e in altri comparti pubblici economisti, legali, informatici e ingegneri.

Pnrr, al via all’assunzione dei primi 500 professionisti nella PA

Qualcosa inizia a muoversi per le assunzioni nella Pubblica amministrazione di professionalità da destinare al Piano Nazionale di Ripresa. Il ministro Renato Brunetta ha annunciato oggi l’arrivo dei primi 500 professionisti con profilo economico, giuridico, informatico, matematico e ingegneristico che dovranno supportare diverse amministrazioni nella programmazione, monitoraggio e rendicontazione dei progetti del Pnrr.

 

Si tratta di un primo passaggio importante per l’avvio della fase realizzativa, che richiederà necessariamente figure da affiancare a quelle già esistenti nella funzione pubblica. Le graduatorie finali del concorso per la selezione di questa tranche di professionisti, tutti assunti a tempo determinato, sono state pubblicate. Verranno destinati entro la metà di dicembre, previo periodo di formazione, al ministero dell’Economia e ad altre amministrazioni centrali che hanno la titolarità di progetti.

 

Per strutturare la crescita economica registrata negli ultimi mesi il volano del Piano Nazionale di Ripresa è di importanza fondamentale per l’Italia e lo sarà da qui ai prossimi anni. Progettazione e realizzazione sono le parole chiave per mettere in moto gli investimenti resi possibili dai finanziamenti dell’Unione Europea. Non è in gioco solo il futuro del nostro Paese, visto che a Roma arriverà la fetta più grande delle risorse del Next Generation Eu. Dalla riuscita del Piano italiano dipenderà anche la riuscita o il fallimento del progetto ambizioso messo in campo dalla Commissione di Ursula Von der Leyen per traghettare gli Stati membri fuori dalla crisi pandemica.

 

Il governo Draghi si gioca molto del suo prestigio sull’efficacia del Piano di Ripresa. La macchina amministrativa da mettere in moto ha bisogno che tutte le competenze disponibili siano attivate perché 200 miliardi da spendere, tra finanziamenti a fondo perduto e prestiti, sono un’occasione che non si ripeterà. Ma, come dicevano, è l’esecuzione il banco di prova e bisogna arrivarci preparati. Anche con le riforme che l’Europa ci chiede per snellire la macchina-Paese, in troppi settori ancora lenta e difficilmente in grado di soddisfare le esigenze di una governance che guarda ai prossimi decenni.

 

“Il Pnrr è la trasformazione del Paese, la sfida è essere in grado di spendere questi soldi, bene e nei punti giusti, rapidamente”, dichiara il segretario del Pd, Enrico Letta. Pe il quale in questa fase: “sostenibilità è la parola d'ordine, fortissima, declinata in due accezioni, quella ambientale e sociale”. Matteo Salvini, leader della Lega, insiste: “se non si dà un taglio drastico ai tempi della burocrazia e alla normativa sugli appalti” i soldi del destinati al Piano “rimangono sulla carta”.  E ritorna sul Codice degli appalti: “se non si azzera non si spende neanche una lira. La Lega suggerisce di prendere la normativa europea. Devi presentare progetti finanziabili entro il 2023, terminare e rendicontare le opere entro il 2026 e il tempo medio per un appalto per asfaltare una strada da due milioni e mezzo di euro supera i tre anni. Occorre coraggio”.

 

Anche la ministra degli Affari regionali, la forzista Maria Stella Gelmini, interviene sull’argomento e invita alla collaborazione: “Non possiamo deludere le aspettative dei cittadini”, dice, “e non si possono disperdere le risorse del Pnrr.  Quindi l'imperativo categorico è collaborare.  È chiaro che c’è la preoccupazione delle amministrazioni comunali più piccole di non avere gli strumenti per accedere ai progetti. Per questo abbiamo ampliato il turnover all’interno della PA e creato delle task force a disposizione di tutti”. 

COPYRIGHT THEITALIANTIMES.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA