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Vaccino ai bambini 5-11, sì di Aifa. Quante dosi, quantità e tempi

Intanto primo caso di variante Omicron negli Usa. La presidente della Commissione Ue, Von der Leyen: “È tempo di discutere dell’obbligo vaccinale”

Vaccino ai bambini 5-11, sì di Aifa. Quante dosi, quantità e tempi

Era atteso in queste ore ed è arrivato: l’Agenzia italiana del farmaco ha dato il via libera al vaccino pediatrico. Anche i bambini nella fascia 5-11 anni, dunque, potranno vaccinarsi, dopo che ieri la Commissione tecnico scientifica dell'Aifa ha approvato l’estensione di indicazione di utilizzo del vaccino Comirnaty di Pfizer per questa fascia d'età anche nel nostro Paese.

Nel parere, la Cts osserva che “sebbene l’infezione da SarS-CoV-2 sia sicuramente più benigna nei bambini, in alcuni casi essa può essere associata a conseguenze gravi, come il rischio di sviluppare la sindrome infiammatoria multisistemica (MIS-c), che può richiedere anche il ricovero in terapia intensiva”.

 

Perché vaccinare i bambini

Oltre allo scopo preventivo sanitario, secondo la Commissione “la vaccinazione comporta benefici quali la possibilità di frequentare la scuola e condurre una vita sociale connotata da elementi ricreativi ed educativi che sono particolarmente importanti per lo sviluppo psichico e della personalità in questa fascia di età”. “I dati disponibili – si legge - dimostrano un elevato livello di efficacia e non si evidenziano al momento segnali di allerta in termini di sicurezza”. Le prime dosi saranno disponibili in Europa dal 13 dicembre, quando saranno smistate nei singoli Paesi e poi a livello regionale.

 

Dosi e tempi di somministrazione

Nella nota della stessa Commissione dell’Aifa sono indicati anche modi e tempi di somministrazione: la dose è pari a un terzo rispetto a quella per adulti e adolescenti, con formulazione specifica, e da iniettare in due tempi, a tre settimane di distanza. “Al fine di evitare possibili errori di somministrazione - prosegue la nota - la Cts raccomanda, per questa fascia di età, l’uso esclusivo della formulazione pediatrica ad hoc suggerendo quando possibile l’adozione di percorsi vaccinali adeguati all’età”.

 

Von der Leyen: “Discutiamo dell’obbligo vaccinale”

Mentre altri Paesi dopo l’Austria prendono in considerazione misure più restrittive riguardo l’obbligo vaccinale, anche dalla Presidente della Commissione Ue arriva un’apertura. Secondo Ursula von der Leyen, che in conferenza stampa ha risposto a una domanda sulle sanzioni decise dalla Grecia per gli over 60 non immunizzati, "È tempo che l’Unione europea inizi a "discutere" dell'opportunità di introdurre il vaccino obbligatorio contro il covid-19. "Non tutti possono essere vaccinati: i bambini molto piccoli, per esempio, o le persone in condizioni di salute particolari, ma – ha spiegato la Presidente - la grande maggioranza potrebbe esserlo. Pertanto, penso che sia comprensibile e appropriato condurre questa discussione ora, su come possiamo incoraggiare e potenzialmente pensare alla vaccinazione obbligatoria all'interno dell'Ue. Per questo occorre discutere. Serve un approccio comune, ma penso - ha detto ancora- che sia una discussione che deve essere fatta".

 

Usa, primo caso di variante Omicron

Intanto è stata individuata la variante Omicron anche negli Usa, in una persona vaccinata con due dosi e tornata dal Sudafrica. È risultata positiva alla variante il 29 novembre, si è messa in quarantena e per ora riferisce solo di "lievi sintomi", come riferito dal il coordinatore per la risposta al Covid della Casa Bianca, Jeff Zients, che ha aggiunto: “Questa nuova variante è causa di continua vigilanza, no al panico”. "Sappiamo cosa serve per limitare la diffusione del covid - ha sottolineato in una nota - Vaccinarsi, fare il richiamo e prendere misure di sanità pubblica, come la mascherina ed il distanziamento".

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