Processo in Egitto

Zaki, oggi il processo: verso la liberazione? Ieri flashmob a Bologna

Incarcerato da quasi due anni in Egitto, oggi potrebbe essere assolto o condannato. Il ricercatore egiziano è accusato di “diffusione di notizie false”

Zaki, oggi il processo: verso la liberazione? Ieri flashmob a Bologna

Oggi è il giorno più atteso da tempo, aspettato da quasi due anni, scanditi da continui rinvii e da rallentamenti burocratici. Pe Patrick Zaki, che nelle scorse ore è stato trasferito dal carcere di Tora alla prigione di Mansoura, potrebbe essere il giorno della liberazione.

Da febbraio del 2020 è in stato di arresto con l’accusa di “diffusione di notizie false” per la sua attività a difesa dei diritti civili.

Ieri sera a Bologna, dove studiava all’università, è stata organizzata una fiaccolata, alla quale ha partecipato anche Amnesty International Italia.

 

Oggi l’udienza: si spera nella liberazione

Si svolge oggi presso il Tribunale di Mansoura la terza udienza del processo a carico dello studente egiziano dell'università di Bologna, nei confronti del quale sono state mosse le accuse di “diffusione di false informazioni” attraverso articoli giornalistici.

Patrick Zaki, per il quale il Parlamento italiano ha votato a favore della concessione della cittadinanza italiana, è detenuto in carcere da 22 mesi.

In aula sarà presentata una memoria difensiva. Secondo una rappresentante dell'Eipr, l'ong egiziana per la quale Patrick lavorava come ricercatore, il giudice monocratico della Corte della Sicurezza dello Stato per i reati minori della città natale di Zaki, potrà replicare alla memoria e deciderà se aggiornare ancora l'udienza o se pronunciare una sentenza. In questo caso potrebbe essere di assoluzione o di condanna, inappellabile.

Il ricercatore e attivista rischia fino a cinque anni di carcere.

In Tribunale ci saranno anche diplomatici italiani e, su richiesta dell'ambasciata italiana, anche di altri Paesi per monitorare il regolare svolgimento del processo.

 

Chi è Patrick Zaki

Zaki è uno studente egiziano presso l’università di Bologna. Il 7 febbraio del 2020 era tornato in Egitto per una vacanza, ma al suo arrivo nel Paese d’origine era stato subito arrestato per attività “sovversiva” tramite i social contro l’Egitto.

Il rinvio a giudizio è avvenuto invece per "diffusione di notizie false dentro e fuori il Paese" a causa di tre articoli scritti da Zaki, tra cui uno del 2019 sui cristiani in Egitto perseguitati dall'Isis e discriminati da frange della società musulmana.

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