Sindacati

Cgil e Uil, domani si comincia con lo sciopero nella scuola pubblica

Le due confederazioni si preparano alla mobilitazione generale indetta per il 16 dicembre su lavoro e pensioni. Ma il segnale è anche per il Nazareno

Cgil e Uil, domani si comincia con lo sciopero nella scuola pubblica

Non sarà facile gestire la distanza che si è creata tra due delle principali confederazioni sindacali del Paese e il blocco di centrosinistra che attualmente opera nella maggioranza di governo. Chi sembra più interessato a ricomporre la lesione è una parte della sinistra del Partito democratico che esprime, peraltro, proprio il ministro del Lavoro, Andrea Orlando. Ma lo sciopero generale proclamato da Cgil e Uil per il prossimo 16 dicembre crea un solco in questa fase, forse inaspettato, ma senza dubbio sottovalutato.

 

Al centro del braccio di ferro tra Maurizio Landini e Pier Paolo Bombardieri con il governo c’è l’avvio di alcune riforme in ambito fiscale inserite nella manovra di Bilancio, ma che annunciano quelle di portata più ampia che dovrebbero arrivare con il disegno di legge delega che modificherà il sistema tassazione. E ovviamente ci sono le pensioni. Temi per i quali i due segretari generali ritengono che Palazzo Chigi stia facendo troppo poco, tanto da arrivare alla forma di protesta estrema: lo sciopero generale. Ma la frattura che si è consumata ha portato con sé un’altra spaccatura. La Cisl, lo storico sindacato dello Scudo crociato, non ha seguito la virata di protesta, marcando una differenza di orientamento e di vedute rispetto all’esecutivo nazionale.

 

Al momento, per quanto Cgil e Uil non abbiano mai chiuso la porta a un confronto con l’esecutivo (che potrebbe sempre svolgersi prima dell’arrivo in Senato del Ddl Bilancio), lo scontro resta in piedi. Anzi, viene sottolineato. Domani ci sarà un primo round con la protesta nel mondo dell’istruzione. “La scuola, soprattutto in questa fase delicata, rappresenta un pilastro essenziale per la tenuta sociale e democratica del nostro Paese, ne rafforza la coesione e la giustizia sociale. Da parte del Governo occorre un segnale di attenzione vero e tangibile. Per questo domani saremo al fianco di tutte le lavoratrici e i lavoratori che parteciperanno allo sciopero della scuola pubblica”.

 

Le parole di Landini e Bombardieri, a poche ore dalla mobilitazione di Flc Cgil, Uil Scuola, insieme a Snals e Gilda, suonano la carica. Nessuna intenzione di rallentare il passo. “La battaglia delle lavoratrici e dei lavoratori della scuola”, dicono, “fa parte di una più ampia battaglia che tutti insieme stiamo portando avanti contro una manovra insoddisfacente, in particolare su fisco, pensioni, politiche industriali, contrasto alla precarietà del lavoro”. E precisano: “Lo sciopero è uno strumento di partecipazione democratica e per incidere nelle dinamiche sociali, per far crescere la nostra democrazia. Insieme si può fare la differenza”.

 

Il governo non si aspettava la mossa dei sindacati. Per diversi giorni gli incontri sono proseguiti ma le proposte avanzate non sono bastate a Cgil e Uil. L’impressione che se ne ricava, tuttavia, è che lo sciopero della prossima settimana voglia dare un segnale multiplo. Una sorta di richiamo che non riguarda tanto l’inquilino di Palazzo Chigi. Draghi, ha detto ieri in un’intervista il leader di Corso d’Italia, “ha tentato di proporre una mediazione con la sua maggioranza avanzando l’idea di escludere per un anno dal beneficio fiscale i redditi oltre i 75 mila euro. Ma è stato messo in minoranza”. Landini e Bombardieri, come osservavamo, puntano dritto ad alcune forze politiche di maggioranza: “Lo sciopero è uno strumento previsto dalla Costituzione, costa ai lavoratori, non è una passeggiata, non l’abbiamo scelto a cuor leggero. E non è politico, né contro qualcuno, ma è uno strumento che lavoratori e lavoratrici mettono in campo per chiedere di essere ascoltati, tutelati e per produrre cambiamenti”. Sarà. Ma questo pezzo di sindacato sa bene che la mancanza di una sponda strutturata con forze politiche di riferimento può indebolirlo e indebolire alcune battaglie.

 

Da qui il messaggio a nuora perché suocera intenda: “Ho la sensazione”, aggiunge il capo della Cgil, “che non si stiano rendendo conto di quella che è la reale condizione in cui vive la stragrande maggioranza dei lavoratori dipendenti e dei pensionati e del punto di vista di chi li rappresenta”.

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