
Lo sciopero generale del 16 dicembre non ferma il confronto tra governo e sindacati, almeno sulle pensioni. L’appuntamento è per lunedì 20, ma sui nodi che hanno portato alla mobilitazione due delle tre principali confederazioni la discussione è ferma. Dunque, Cgil e Uil vanno avanti con la protesta, come è noto la Cisl non ha aderito.
Sulla manovra di Bilancio le posizioni restano le stesse anche da parte di Palazzo Chigi. Sicuramente l’invito del governo è però un segno rilevante per le relazioni future tra esecutivo e parti sociali, nonostante sia confermata la rottura sulla legge finanziaria. D’altra parte, gli stessi sindacati hanno sempre lasciato la porta aperta per un’interlocuzione. Vedremo la settimana prossima che esito avrà il nuovo faccia a faccia.
Per il presidente della Camera, Roberto Fico, “c’è il diritto a manifestare e va benissimo. Il mio auspicio è quello di mantenere il dialogo con i sindacati su tutte le questioni su cui il governo sta lavorando e anche il Parlamento”.
Intanto, in un’intervista rilasciata a Il fatto quotidiano, il leader della Cgil, Maurizio Landini, sottolinea le ragioni dello sciopero. La motivazione principale resta la “necessità di trasformazione sociale” e il “disagio crescente”, che hanno rappresentato la spinta principale per la “scelta di chiamare alla lotta chi ha visto deluse le sue aspettative di equità fiscale in un Paese con oltre 100 miliardi di evasione. È un tema sindacale, ma è anche una questione politica di salvaguardia della democrazia”.
Secondo il leader di Corso d’Italia “la stagione infausta della disintermediazione ha provocato una tale rimozione della questione sociale da far apparire dirompente quello che è un atto di vera autonomia sindacale. Questa è la nostra natura confederale”, dice, “non siamo solo sindacati di mestiere”. Viene rivendicato un cambio di passo, “ineludibile in un Paese colpito dalla pandemia, che acuisce le disuguaglianze e riduce in povertà tanti lavoratori”. Sulle divisioni in atto con la Cisl Landini tende a ridimensionare: “Si finge di ignorare che scioperiamo sulla base di una piattaforma unitaria. Non andiamo in piazza con proposte diverse e se la Cisl ha scelto di manifestare due giorni dopo è la conferma che il governo non ha tenuto conto delle nostre richieste. L’intero movimento sindacale chiede sia riconosciuto il suo ruolo in una fase cruciale che prevede il buon impiego degli investimenti del Pnrr, transizione ecologica, riconversione industriale e nuove politiche di tutela della dignità del lavoro”.
Nel frattempo la mobilitazione di giovedì è stata oggetto dell’intervento dell’Autorità garante che ha escluso dall’astensione alcuni settori e categorie. Il 16 non sciopereranno gli addetti all’igiene ambientale e il personale della scuola, già scesa in piazza il 10 dicembre. Inoltre i lavoratori degli sportelli postali e tutta la sanità pubblica e privata, incluse le Rsa, al fine di “salvaguardare il diritto prioritario alla salute dei cittadini in questa fase di emergenza pandemica”.
Alcune società sono state esonerate per la concomitanza con agitazioni già annunciate, come le cooperative degli stenografisti dei tribunali e alcune imprese di pulizie multiservizi e di vigilanza privata. Anche nel trasporto pubblico locale e in quello aereo diverse imprese non potranno aderire mentre gli addetti ai servizi portuali sciopereranno il 17 dicembre.