I nuovi studi

Varianti e sintomi: cosa cambia dalla Delta a Omicron. Gli studi

Due diversi studi hanno indagato i sintomi più frequenti associati alla malattia Covid, a seconda delle mutazioni. Ecco cosa è emerso e come distinguerle

Varianti e sintomi: cosa cambia dalla Delta a Omicron. Gli studi

La malattia è la stessa, si tratta del Covid, causato dallo stesso virus, ma le varianti possono dar luogo a forme differenti. Ne sono convinti gli esperti, che di fronte all’aumentare di casi dovuti alla mutazione Omicron, stanno studiando i sintomi con i quali si presenta.

 

Le differenze tra varianti: da Alfa a Omicron

A caratterizzare le diverse varianti, dall’Alfa alla Delta, finora è stata soprattutto la contagiosità, che nel caso dell’ultima mutazione, rilevata per la prima volta in India, era caratterizzata da una trasmissibilità dal 40 al 60% più elevata rispetto all'Alfa.

Omicron, però, pare sia chiaro che ancora più contagiosa, di ben 7 volte maggiore. A confortare, però, sarebbe la minor aggressività, cioè la possibilità di andare incontro a forme più gravi di malattia Covid.

 

Gli studi sui sintomi

Secondo una ricerca inglese condotta nell’ambito dello studio più ampio “REACT-1” e pubblicata su PLOS Medicine, la malattia da Covid-19 si manifesta generalmente con 7 sintomi cosiddetti “predittivi”: perdita di gusto e olfatto, febbre, tosse persistente, brividi, perdita di appetito e dolori muscolari.

Possono esserci, però, differenze nell’ordine in cui questi “campanelli d’allarme” si presentano. La tosse persistente e il mal di gola, infatti, risultavano associati soprattutto ai casi dovuti a variante Alfa, mentre perdita o cambiamento nella percezione di gusto e olfatto sono stati attribuiti alla variante Delta.

Un altro studio, condotto dal Dipartimento di Scienze Biologiche e del Michelson Center for Convergent Bioscience dell'Università della California Meridionale di Los Angeles, ha voluto indagare ulteriormente questi aspetti. Dopo aver messo a punto un modello matematico in grado di prevedere l'ordine dei sintomi di centinaia di migliaia di casi Covid e analizzato casi Covid in Cina e negli Usa, i ricercatori hanno concluso confermando che l’ordine diverso di comparsa dei sintomi è associato a varianti diverse.

"Lo studio sul probabile ordine dei sintomi - ha dichiarato l'autore principale dello studio, Joseph Larsen, ricercatore laureato presso la University of Southern California - può aumentare la nostra comprensione di come si diffonde la malattia e informare ulteriormente la ricerca futura e l'assistenza sanitaria su come gli individui possono manifestare la malattia".

 

Per Omicron sintomi differenti

Il primo sintomo della versione originale del virus, identificato per la prima volta a Wuhan in Cina, era rappresentato dalla febbre, seguita da tosse e infine nausea/vomito. Con la variante inglese (D614G) il primo sintomo è diventato la tosse, seguita da febbre e, infine, diarrea. E per Omicron? Secondo lo studio inglese "ZOE COVID-19", che ha analizzato i dati sui casi COVID più recenti di Londra, dove la prevalenza di Omicron ora è maggiore rispetto ad altre regioni del Regno Unito, i sintomi tradizionali (febbre, tosse, perdita dell’olfatto e dell’udito), si sovrappongono a quelli della variante Delta.

La vera differenza, però, pare che consista nel fatto che con la variante Omicron l'insorgenza del raffreddore sia un po’ più graduale e arrivi dopo mal di testa e affaticamento, uniti a dolori muscolari, seguiti da gola irritata e tosse secca. Inoltre, a differenza delle varianti precedenti, pare che la Omicron non causi perdita del gusto o dell'olfatto.

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