
Può non essere facile comprendere se determinati sintomi sono dovuti al Covid-19 oppure alla “normale” influenza stagionale, in quanto l’ultima variante del Covid, la Omicron, presenta sintomi analoghi all’influenza normale. Con le varianti precedenti era più agevole diagnosticare quale delle due infezioni fosse in atto già nei pazienti a domicilio, in rapporto alla perdita di gusto e olfatto che si verificava solo nei pazienti Covid. Ora a livello diagnostico le cose si sono complicate, e soprattutto per quando ci sarà il picco influenzale (l’evento è previsto per la fine del mese di gennaio) potrebbe crearsi una situazione di diffusa e particolare difficoltà diagnostica. Nell’anno 2020 e 2021, tra lockdown, mascherine e restrizioni varie, il fenomeno dell'influenza stagionale non si è praticamente evidenziato. Osserviamo, di recente, una bassa percentuale di casi di influenza stagionale, ma non conviene soprassedere: è sempre utile immunizzarsi. In tempi di pandemia da Covid-19, non bisogna consentire all'influenza stagionale di riprendere vigore e uscire allo scoperto.
Il periodo di incubazione dell’influenza, cioè il tempo che intercorre tra il contagio e la manifestazione dei sintomi, è in media di due giorni. Cosa diversa è invece per il Covid-19. E’ noto che per la variante Delta il tempo tra il contagio e la comparsa della sintomatologia oscilla dai quattro a sei giorni, mentre per la Omicron si riduce a tre giorni, quasi come per il virus influenzale. I sintomi classici dell'influenza “normale” o stagionale sono: il rialzo della temperatura con febbre oltre i 38° C, la comparsa di almeno un sintomo respiratorio (tosse, raffreddore ) e un sintomo generale (dolore alle articolazioni e/o dolori muscolari). I sintomi specifici del Covid nella sua fase iniziale sono: tosse secca e continua, stanchezza e sensazione di debolezza, febbre, perdita di gusto e olfatto (prevalente nella variante Delta ma non tanto in quella Omicron), alterazioni respiratorie (dispnea) persistenti, in particolare nelle persone fragili, immunodepresse, con comorbilità e prive di vaccinazione. Nelle due varianti esiste la possibilità che si associno sintomi minori come la diarrea, occhi arrossati, algie (dolori) muscolari, brividi o cefalea.
Nell’influenza la febbre dovrebbe regredire al massimo in 4 giorni dopo l’assunzione di medicinali antipiretici, salvo che il paziente non abbia altre patologie importanti. Un naso che cola moccio giallo, con muco e tosse grassa, può essere sinonimo di complicanze batteriche da curare con antibiotici. Se dopo cinque giorni la febbre aumenta e la condizione non migliora, occorre prendere provvedimenti. Mal di gola, tracheiti, broncopatie e polmoniti (e, nei bambini, le otiti ovvero il mal d’orecchi) sono complicanze possibili solo se l'influenza non è trattata con terapie appropriate, oppure nelle situazioni di soggetti particolarmente cagionevoli.
Nei contagi di Covid da variante Delta, le condizioni cliniche possono aggravarsi sia nei pazienti deboli o immunodepressi, sia nei pazienti non particolarmente deboli, che non si siano sottoposti al vaccino. Un ulteriore aumento febbrile potrebbe essere difficile da contrastare. Laddove il paziente non attuasse terapie anti infiammatorie e la febbre non scendesse, il virus colpirebbe i polmoni con esiti potenzialmente fatali.
Abbiamo già detto che i sintomi del Covid collegati ad un contagio da variante Omicron sono più affini a quelli influenzali. In questo caso, sono più a rischio le diramazioni bronchiali che il parenchima polmonare. Ecco i sintomi possibili: bronchiti e tosse secca, rinorrea (naso congesto che cola), cefalea (mal di testa), spossatezza con mialgie (dolori muscolari), starnuti e faringo/laringiti (mal di gola). La guarigione dovrebbe verificarsi in una decina di giorni. Secondo il Cdc USA (Center for Disease Control and Prevention - Centro per il controllo e la prevenzione delle malattie) nei pazienti immunodepressi o asmatici o portatori di altre malattie la virosi potrebbe evolvere in una polmonite. Diventa, a tal punto, molto importante capire quanto prima se si tratti di Covid o di influenza stagionale, ancor prima di praticare il tampone.