Serie a

Milan-Roma, la conferma di Pioli: i Diavoli surclassano il nemico Mou

A San Siro il Milan torna da grande, mettendo a segno tre punti con un’ostica Roma. Protagonisti Giroud e Tonali. Dall’altra parte Mou soffre: Roma ferita.

Milan-Roma, la conferma di Pioli: i Diavoli surclassano il nemico Mou

Pronti via riparte la Serie A in questo nuovo 2022, con diversi problemi che stanno rallentando i piani di tutte le società. La prima giornata di ritorno ha visto in scena tra le altre, un big match mai indifferente: José Mourinho che ritorna a San Siro, fischiato dal tifo rossonero per 90 minuti di fila. “ Ho avuto tre anni fa la proprietà del Milan che mi voleva a Milano e ho deciso di no. Mi fa un piacere tremendo aver preso quella decisione. Sono un professionista, ma esiste spazio per avere delle passioni e l’antagonismo a delle passioni.”

 

Insomma, molte ferite non si sono ancora ricucite e probabilmente l'amore non scoppierà mai. La sua Roma però non ha risposto a dovere, facendosi travolgere dalla corazzata di Pioli. Un Milan carismatico, concreto e vincente: così possiamo riassumere il 3-1 netto rifilato ai capitolini. Un gruppo che non vuole fermarsi, dimostrando di avere la stoffa giusta per rimanere con continuità su livelli alti. Nervi tesi a fine partita, con l'espulsione di Mancini e il rigore, successivamente sbagliato da Ibrahimovic, concesso per chiudere con il poker.

 

Due momenti diversi, seppur le ambizioni fossero le stesse ad inizio stagione. Se il Diavolo deve solamente continuare a mantenere i ritmi alti, sbagliando il meno possibile, i giallorossi hanno bisogno di un lavoro a livello mentale, che possa riportare fiducia in tutto l’ambiente. La scommessa Mou ha tempo per mettersi in luce, ma qualcosa presto si deve sbloccare. Analizziamo dunque, da una parte e dall’altra, quali sono stati gli aspetti chiave, nella partita, per le due compagini.

Analisi della partita:

Zona Milan: In un momento di grande difficoltà sanitaria in tutto il mondo calcistico e non solo, i rossoneri sono una delle conferme che dobbiamo aspettarci da qui alla fine del campionato. Rimanere concentrati, con un'ottima continuità nei risultati positivi è la chiave della saggezza di Pioli, capace di rendere la coesione l'elemento in più del gruppo. Il tecnico ha puntato su una formazione classica, ripuntellata per gli indisponibili. Chi ha giocato al posto dei titolari ha saputo mettersi in luce, dimostrando di essere al livello delle prime linee.

 

A partire da Giroud, protagonista di entrambi i goal nel primo tempo, visto il rigore messo a segno e il palo colpito, su cui poi è arrivato il tap-in vincente di Messias. L'attaccante francese è stato l'elemento mancante del girone d'andata, considerando che ha iniziato alla grande, per poi farsi sotterrare dagli infortuni. Averlo a disposizione aumenta le scelte tecniche di Pioli, che ha lasciato fuori Ibrahimovic senza avere particolari problemi ad attaccare la difesa capitolina. Ibrahimovic che entra nervoso, sbagliando un rigore che conferma la sua poca sicurezza dagli undici metri. L’alternanza con il francese deve risultare uno stimolo che possa aiutare maggiormente il team.

 

Apprezzabile anche il lavoro di Messias, che oltre mettere in porta il raddoppio, gioca una gara versatile, cambiando spezzo zona del campo e mettendo più volte alle strette Vina. Ha passo e quando si inserisce in area si muove bene nello stretto. Caratteristicamente diverso da Rebic, anche se ad oggi si è preso lui il posto davanti, superandolo nelle gerarchie. Da sottolineare la crescita di Tonali che “ Ha giocato una gara fenomenale” anche per il suo allenatore. Lo scorso anno è stato bocciato troppo presto, dimenticandosi che si tratta sempre di un classe 2000.

 

La sua personalità in mezzo al campo, unita ad un’ottima lettura nell’impostazione ha tirato fuori le sue reali doti. È un punto fermo, che con un Kessié in dubbio per il futuro, risulta essenziale. Sulla retroguardia ha ballato un po’ Kalulu, ancora acerbo in alcune situazioni. Notevole la gara di Tomori, così come quella di Gabbia, che si riscatta dopo le prestazioni negative nelle scorse giornate. Maignan tra i pali rimane la certezza della squadra. Un autentico fenomeno che tiene al sicuro la porta del Diavolo e lo farà ancora per molto tempo. Un complessivo che promette grandi cose e che sta riportando in alto il nome del Milan.

 

Zona Roma: Mourinho ci casca di nuovo. Questa volta però sbatte sul cemento, perché la sconfitta con il Milan, in qualche modo, vale doppio. L'accoglienza di San Siro è stato un trampolino di lancio per la sua voglia di vincere la partita, forse troppo spinta visto che i suoi ragazzi si sono fatti prendere in controtempo con un uno-due letale, dopo appena 20 minuti di gioco.

 

Un azzardo pensare che abbia perso il controllo della situazione, visto che è comunque riuscito a zittire i tifosi della Roma quando fischiavano l'entrata di Ibrahimovic. Gesti forti, colpi duri, questo è la stato d'animo dello Special One, sempre più travolto dalle sconfitte con le dirette concorrenti alla Champions League. Il settimo posto rappresenta lo stesso rendimento della passata stagione, quando il criticatissimo Paulo Fonseca cercava di imporre uno spirito combattente ai suoi. Spirito che ad oggi manca alcuni elementi del gruppo. In tante cose sembrano poco uniti, spesati l’uno dall’altro e sempre in cerca di un colpevole tra i compagni. Non lottano per la stessa battaglia e questo rischia d’influenzare sempre di più gli animi all'interno dello spogliatoio.

 

Rui Patricio rimane una certezza, ma davanti a lui la situazione è oscura. Ibanez commette l'ennesimo errore horror sul raddoppio del Milan, mentre Smalling alterna costantemente momenti di grande certezza ad istanti di buio totale. Karsdorp tra i pochi a salvarsi per la spinta in avanti, anche se i cross non sono proprio precisi. Vina dalla parte opposta invece si dimostra una seconda linea, non in grado di mettersi a confronto ad oggi con giocatori come Spinazzola: troppo lento nel manovrare offensivamente, spesso privo di inventive personali. Visto il lavoro dell’olandese dalla parte opposta, è un punto debole non da poco.

 

In mezzo Veretout è stranamente impreciso, arriva sempre in ritardo su Tonali. La gara tra i due la vince senza alcun dubbio il mediana bresciano. Pellegrini invece è l'arma di cui tutto l'ambiente aveva bisogno. A livello di leadership è l’ultimo a mollare e tecnicamente ha un livello in più rispetto a tutti i centrocampisti della squadra. La sua presenza in squadra è vitale. Discorso invece diverso per i due attaccanti, che giocano una gara generalmente negativa. Zaniolo qualcosa ha fatto vedere, ma troppe sono state le scelte sbagliate, soprattutto quando per due volte si è trovato ad un passo dal goal.

 

La sua condizione migliore è ancora ben lontana dall'essere raggiunta. Abraham invece, nonostante l’ottimo movimento sul goal, rende le cose difficili ai suoi per colpa di una mano in area, che ha provocato il rigore. Troppo superficiale il suo atteggiamento in quella situazione. A livello di pericolo invece potrebbe farsi notare certamente di più, visto che si abbassa tanto per lavorare di sponda, ma si muove poco nel cuore dell’area. I dettagli stanno facendo la differenza e se non vengono velocemente corretti, risulteranno un accumulo di pericoli per questa stagione.

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