
E alla fine Silvio Berlusconi ha sciolto la riserva sulla sua candidatura a Presidente della Repubblica ed ha annunciato il suo passo indietro per il bene l’unità del Paese. Ed evitando anche di collegarsi via zoom alle 18 di ieri al vertice del centrodestra per ufficializzare la sua decisione.
Nel messaggio del Cavaliere, letto da Licia Ronzulli durante la riunione, la linea di Forza Italia e del Cavaliere è chiarissima: Draghi deve restare a Palazzo Chigi, alla guida del governo. Nella lettera, Berlusconi ringrazia chi lo ha supportato e fa sapere di aver verificato l'esistenza dei consensi per una sua eventuale corsa al Quirinale ma annuncia il ritiro. "L'Italia oggi ha bisogno di unità, al di là della distinzione maggioranza-opposizione, intorno allo sforzo per combattere la gravissima emergenza sanitaria, per far uscire il paese dalla crisi - afferma B. . In questo spirito, ho deciso di compiere un altro passo sulla strada della responsabilità nazionale, chiedendo a quanti lo hanno proposto di rinunciare ad indicare il mio nome per la Presidenza della Repubblica". Nel suo comunicato, poi Berlusconi puntualizza che è "necessario che il governo Draghi completi la sua opera fino alla fine della legislatura per dare attuazione al Pnrr, proseguendo il processo riformatore indispensabile che riguarda il fisco, la giustizia, la burocrazia".
Il vertice del centrodestra
In base a quello che si apprende durante il vertice non si sarebbero fatti dei nomi di candidati. Ma nelle ore successive, Berlusconi, Matteo Salvini e Giorgia Meloni avrebbero trovato almeno un accordo sul 'metodo'. L'idea - come spiegano l'Agi e fonti di centrodestra - sarebbe, come centrodestra, di proporre una 'terna' di nomi in cui sicuramente ci saranno una o più donne.
Tutto risolto? Neanche per sogno, perché la nota congiunta, che sarebbe dovuta uscire a fine riunione non c’è stata. Fratelli d'Italia ha interrotto il vertice in protesta per la pretesa di cancellare dalla nota finale l'auspicio che la legislatura prosegua fino al 2023, voluto dagli alleati che sostengono il governo di Mario Draghi.
Risultato: escono solo comunicati separati. E la Meloni chiarisce la posizione di FdI circa il presunto veto nei confronti di Draghi: "Durante la riunione non sono state formulate da alcuno specifiche proposte di candidatura né tantomeno sono stati posti veti di alcun genere. Fratelli d'Italia resta ferma sulla necessità che il centrodestra esprima una o più candidature della propria area culturale, che rappresenta la maggioranza degli italiani. Se questo non fosse possibile, la nostra priorità e che vi sia un presidente della Repubblica autorevole e capace di difendere l'interesse nazionale e la sovranità popolare. La questione di Draghi al Quirinale, sulla quale non abbiamo espresso alcun giudizio, non è stata posta e sarebbe semmai problema che possono avere le forze che partecipano al suo governo".
Le reazioni
Matteo Salvini
"Scelta decisiva e fondamentale, Berlusconi rende un grande servizio all'Italia e al centrodestra, che ora avrà l'onore e la responsabilità di avanzare le sue proposte senza più veti dalla sinistra", commenta Salvini.
Giorgia Meloni e FdI
Da Fratelli d’Italia dicono "Abbiamo apprezzato il senso di responsabilità di Berlusconi, che a seguito della verifica che si era riservato di fare per accertare le effettive possibilità di elezione, ha rinunciato a offrire la sua disponibilità alla candidatura a presidente della Repubblica.”
Maurizio Lupi
“Il presidente Berlusconi non ha fatto un passo indietro, ma uno in avanti, per la responsabilità che il centrodestra ha verso il Paese", ha detto Maurizio Lupi. "Ha anteposto gli interessi della nazione alla legittima aspirazione della coalizione di avere il suo fondatore alla più alta carica dello Stato. Per l'Udc, la rinuncia del Cavaliere "testimonia con generosità e profondo senso dello Stato la sua statura di uomo delle istituzioni".
Coraggio Italia
L’ufficio di presidenza di Coraggio Italia ha ringraziato Berlusconi "per il generoso gesto di ritiro della sua candidatura: questo gesto apre la possibilità alla coalizione di centrodestra di avviare un ampio confronto, senza soluzioni precostituite, con tutte le forze politiche per raggiungere la più ampia condivisione possibile per individuare il nuovo presidente della Repubblica".
Il nostro commento
Silvio Berlusconi ha tenuto i giornali (e in parte il Paese) appesi per oltre un mese alla sua candidatura al Quirinale, poi come da copione ha fatto il gran gesto di ritirarsi da una corsa che non poteva vincere ma non ha indicato subito Mario Draghi come gli incontri paralleli di Gianni Letta a palazzo Chigi sembravano far presagire ed, evidentemente, si lascia spazio per contrattare direttamente con il premier. Salvini promette una rosa di nomi del centrodestra, gli altri partiti vanno in ordine sparso: Enrico Letta per Draghi, Conte no, Grillo e Di Maio si. I due protagonisti dell’ultimo anno, il premier e il presidente in carica ancora fino ai primi di febbraio si allontanano da Roma per segnare il loro distacco dal “caos” sul Quirinale (titolo in prima pagina della Stampa), il primo a Città della Pieve e il secondo nella sua casa di Palermo.
In realtà le carte di tutti restano coperte mentre sono le trattative sul governo che prendono tempo: è impensabile infatti che incerti e traballanti leader come Conte o lo stesso Enrico Letta possano bruciare Draghi sia dal Quirinale sia, di conseguenza, dal governo, a favore di Casini che i quotidiani di oggi vedono come favorito. Si tratterebbe, tra l’altro, di un autogol che le notizie dal fronte dell’economia sconsigliano caldamente: il centro studi di Confindustria già prevede che la crescita del 2022 sarà inferiore dello 0,8 per cento alle stime solo a causa del caro energia, ma riteniamo si tratti di una previsione prudente. Intanto si inasprisce la crisi ucraina, con Biden che balbetta, Putin che pensa ad un leader fantoccio da mettere a capo del governo di Kiev e l’Europa che progetta improbabili “sanzioni senza precedenti”, che comunque saranno un altro freno alla crescita.