
Le principali case produttrici mondiali sono al lavoro per la messa a punto di nuovi farmaci contro il Covid, sia in termini di medicinali per la cura della malattia, sia come vaccini nei confronti delle varianti.
Per la più recente, quella sudafricana ribattezzata Omicron, Pfizer ha affermato che tre dosi del proprio siero sono in grado di proteggere contro la mutazione, ma non solo: a marzo arriverà la dose “booster” specifica contro la nuova variante.
Intanto, altre aziende hanno sottoposto i loro prodotti alla valutazione degli enti regolatori, come l’americana Novavax pronta a partire in Italia da febbraio e la francese Valneva forse ad aprile.
Novavax al via da febbraio
L'ente regolatorio europeo per i farmaci, Ema, ha autorizzato il vaccino prodotto dall’americana Novavax entro fine anno. Con il via libera il farmaco, che è di tipo proteico e dunque con funzionamento differente rispetto a quelli a Rna messaggero (Pfizer e Moderna) arriverebbero a 5 i nuovi vaccini in valutazione da parte dell'Agenzia europea per i medicinali a 2 anni dalla scoperta del nuovo virus. La prima regione a partire con la somministrazione è il Lazio con 15 hub di cui sette solo nella Capitale. Il richiamo verrà effettuato dopo 21 giorni.
Al vaglio il francese Valneva
Il Comitato per i medicinali umani (Chmp) dell'Agenzia europea del farmaco ha infatti avviato una revisione continua del VLA2001, un vaccino contro il Covid-19 sviluppato da Valneva. La stessa Ema ha spiegato che la decisione del comitato si basa sui risultati preliminari di studi di laboratorio (cioè su dati non clinici) e di primi studi clinici negli adulti. I primi dati suggerirebbero che il vaccino sia in grado di innescare la produzione di anticorpi contro il Sars-CoV-2, aiutando a proteggere dalla malattia Covid.
Il vaccino francese è basato sulla tecnologia già ben conosciuta e utilizzata del "virus inattivato".
Quando arriveranno i nuovi vaccini?
Novavax partirà come detta già da febbraio, per Valneva l’ente regolatore europeo non ha fornito indicazioni sulla tempistica di approvazione. Secondo gli esperti potrebbe essere necessario meno tempo rispetto alle normali procedure seguite finora, proprio a causa della revisione continua ("rolling view"), che permetterebbe di accorciare l’iter rispetto a una consueta richiesta di approvazione all’immissione in commercio. Si pensa ad aprile.
Valneva, vaccino differente
Fino ad ora sono stati autorizzati due vaccini a Rna, cioè Pfizer e Moderna, e due a vettore virale, vale a dire AstraZeneca e Johnson&Johnson. Valneva, invece, ha realizzato un prodotto con virus inattivato (ossia ucciso). Significa che non è in grado di causare la malattia e contiene anche due 'adiuvanti', sostanze che aiutano a rafforzare la risposta immunitaria al vaccino.
Gli altri vaccini in stand-by
Rimangono al momento in “stand-by”, invece, altri vaccini. In particolare, i tempi per il russo Sputnik si sono ngati molto più del previsto, visto che si parla di richiesta di autorizzazione fin dalla scorsa primavera. Non è ancora in fase di autorizzazione il cinese Sinovac Vero Cell, né il Vidprevtyn della francese Sanofi Pasteur.
Valneva, contratto di fornitura già pronto
A differenze degli altri prodotti non ancora autorizzati, però, per la francese Valneva la Commissione Ue ha già approvato un contratto di fornitura. Il testo prevede che tutti gli Stati membri dell'UE possano acquistare quasi 27 milioni di dosi nel 2022, ma anche che il siero possa essere adattato in caso di nuove varianti. In questo caso i partner Ue potrebbero procedere con ulteriori ordinativi fino a 33 milioni di dosi ulteriori nel 2023. Pre-accordi sono stati raggiunti anche per acquistare, qualora saranno approvati, i vaccini CureVac e Novavax.