Round d’inizio

Colle, prima votazione: nulla di fatto, 672 le schede bianche

Draghi ha incontrato Salvini e Conte. Ma tra i partiti è stallo. A dare le carte il capo leghista che annuncia: per oggi “diverse proposte di qualità”

Colle, prima votazione: nulla di fatto, 672 le schede bianche

Si susseguono incontri e faccia a faccia tra i leader politici per affrontare il nodo Quirinale. Ma la prima giornata di votazioni, come era prevedibile, si conclude con un nulla di fatto. Il risultato dello spoglio che il presidente della Camera, Roberto Fico, proclama alle 21. 40 parla di 672 schede bianche, 36 per il vice presidente emerito della Corte Costituzionale Paolo Maddalena, il candidato degli ex 5S,  16 per Sergio Mattarella, 9 per Marta Cartabia, 7 per Silvio Berlusconi, 6 per Umberto Bossi. Due voti per Amato, Casellati, Conte e Giorgetti. Quarantanove le schede nulle, 88 i voti dispersi. Su 1008 aventi diritto sono stati 976 i votanti.  Non essendo stata raggiunta la maggioranza dei due terzi la seduta riprenderà oggi alle 15.00 per procedere alla seconda votazione. La notizia del giorno intanto – lo scoop è dell’agenzia Ansa – è che Draghi ha incontrato Matteo Salvini. In serata ne arriva un’altra: ci sarebbe stato un incontro anche tra il premier e il leader 5Stelle, Giuseppe Conte. Da Chigi la replica è “no comment”. 

 

Quello che emerge è che in queste prime 24 ore, in cui la partita è davvero entrata nel vivo, le forze politiche non trovano nemmeno un accenno di intesa. Arriva intorno alle 19 la nota di Matteo Salvini, che oltre a Draghi ha incontrato il segretario del Pd Enrico Letta, poi Giuseppe Conte e anche Giorgia Meloni di Fratelli d’Italia. “Sto lavorando perché nelle prossime ore il centrodestra unito offra non una ma diverse proposte di qualità”, dice. “Donne e uomini di alto profilo istituzionale e culturale, su cui contiamo ci sia una discussione priva di veti e pregiudizi, che gli italiani non meritano in un momento così delicato dal punto di vista economico e sociale”. Il comunicato sembra allontanare Mario Draghi dal Colle, ma quella del premier resta ancora l’ipotesi più accreditata. 

 

Il quadro adesso è confuso, forse più di prima, e la staffetta Chigi-Quirinale del premier potrebbe aprire, se scartata, scenari incerti. A dare le carte è il segretario del Carroccio ma tutti cercano un accordo che sia più ampio possibile. I Cinque Stelle insistono: l’obiettivo è quello di preservare l’azione di continuità del governo. Lo dice il leader Conte e lo conferma il ministro Stefano Patuanelli. Ma a mettersi di traverso, evidentemente, non ci sono solo i grillini. Nel centrodestra la Meloni sembra seguire una strada parallela rispetto alla Lega. Lo ha già fatto da settimane lasciando intendere l’appoggio a Draghi, e lo ha reiterato ieri proponendo un proprio candidato: l’ex magistrato Carlo Nordio. Anche Forza Italia rafforzando la posizione di due giorni fa di Silvio Berlusconi continua a non appoggiare la scalata di Draghi al Colle.

 

Quella che il Parlamento sta affrontando è anche una prova della tenuta dei gruppi e dei partiti. Tra quelli di maggioranza i più strutturati, che in questo momento mantengono una linea unitaria, ci sono Pd da un lato e Lega dall’altro, nonostante alcuni distinguo all’interno. Il pallino è in ogni caso nelle mani della politica che deve necessariamente uscire dall’impasse. Letta e Salvini hanno avviato un confronto si spera proficuo. “C’è un’apertura al dialogo” confermano dal Nazareno che ha avanzato una sua candidatura di bandiera ma molto incerta, quella di Andrea Riccardi della Comunità di Sant’Egidio. Giancarlo Giorgetti, numero due della Lega, dichiara: se Salvini e Letta si parlano “è positivo”. Adesso due sono le cose: il riserbo dei colloqui cela effettivamente la volontà di ‘preservare’ l’ex numero uno della Bce, oppure si sta davvero in alto mare.  

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