Secondo scrutinio

Il Parlamento continua a non decidere: 527 le schede bianche

Salvini presenta terzina del c.destra: Moratti, Nordio e Pera. Letta propone un ‘conclave’ per uscire dallo stallo: “Non vogliamo la guerra delle due rose”

Il Parlamento continua a non decidere: 527 le schede bianche

Si rischia il pantano. Anche ieri lo spoglio della seconda giornata di votazioni del Parlamento in seduta comune, più i delegati regionali, ha consegnato un risultato con prevalenza di schede bianche. Sono state 527, 39 invece i voti per il giudice Paolo Maddalena e 39 per Sergio Mattarella, più altri voti in ordine sparso.

 

Il centrodestra ha presentato la rosa di candidature alla presidenza della Repubblica annunciata 24 ore prima: si tratta dell’ex sindaca di Milano Letizia Moratti, dell’ex presidente del Senato Marcello Pera e del magistrato in pensione Carlo Nordio. Fuori corsa, e forse per questo con meno rischi di essere bruciati, ci sono la presidente del Senato, Maria Elisabetta Casellati, e il neo presidente del Consiglio di Stato, Franco Frattini. Come ha reagito lo schieramento giallorosso? La risposta viene affidata a una nota congiunta: “Prendiamo atto della terna formulata dal centrodestra che appare un passo in avanti, utile al dialogo. Pur rispettando le legittime scelte” però “non riteniamo che su quei nomi possa svilupparsi la larga condivisione in questo momento necessaria”.

 

Gli incontri di ieri hanno fatto registrare diverse incrinature nell’alleanza Pd-5S. Col passare delle ore si è fatta più marcata la differenza di posizioni tra Conte e Letta. Il primo ha continuato a respingere l’ipotesi di Mario Draghi al Quirinale. “Un anno fa”, ha detto, “in piena emergenza abbiamo chiamato il premier a un’assunzione di responsabilità, noi forze politiche ci siamo predisposte a un perimetro di maggioranza non certo confortevole, con difficoltà di coesione sin dall’inizio. Questa assunzione di responsabilità la manteniamo. Oggi, se abbiamo affidato a un timoniere questa nave in difficoltà, non ci sono le condizioni per fermare i motori e per cambiare equipaggio, per chiedere al timoniere di assumere un nuovo incarico. Questa è una conferma dell’importanza che attribuiamo al timoniere, perché la nostra nave è ancora in difficoltà”. Una lettura che di certo non è piaciuta in casa Dem anche perché l’impressione è che in questa fase Conte stia ammiccando più al centrodestra, manifestando obiettivi diversi rispetto a quelli del Partito democratico.  

 

In ogni caso Pd, 5S e Leu hanno convenuto “di non contrapporre ai nomi presentati dal centrodestra una loro rosa di nomi”. Forse per non aggiungere inutile carne al fuoco. Letta ha ricordato le parole del ministro Roberto Speranza: “Non vogliamo la guerra delle due rose” e ha aggiunto: “Nessuno ha la maggioranza”. Poi a margine dell’incontro con Leu e 5S ha lanciato la sua proposta: “Chiudiamoci dentro una stanza e buttiamo via le chiavi, pane e acqua, fino a quando arriviamo a una soluzione, domani è il giorno chiave”. Il Nazareno sta pensando a una sorta di ‘conclave’ da cui uscire solo con la fumata bianca.

 

La situazione è più complicata oggi di quanto non lo sia stata nei giorni precedenti. I nomi ‘coperti’- come avviene sempre nel caso delle elezioni quirinalizie – hanno più chances, mentre quelli ‘rivelati’ servono più a tenere il pallone in campo che altro. Il sospetto è che nel centrodestra nessuno sia davvero convinto delle proposte ufficiali. Sono candidature di bandiera nonostante Salvini abbia affermato il contrario e non è detto nemmeno che una di loro arrivi alla prova del voto. La strategia sembra essere di calare a terra più carte possibili per sviare l’attenzione da quella che resta la questione insoluta e il nodo da cui muovono azioni e contro-azioni un po’ di tutte le forze politiche: l’ipotesi che Mario Draghi venga eletto al Colle. Intanto il Paese segue con apprensione uno stallo che non può francamente permettersi. Ieri sono stati 468 i morti di Covid, per non parlare della grave crisi russo-ucraina che preme ai confini dell’Ue e delle emergenze economiche, vedi il caro energia. Tutti problemi che sono rimasti fuori dall’Aula di Montecitorio.

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