i negoziati

Ucraina, lunedì si riunisce l’Onu. Usa chiamano in causa la Cina

Oggi il colloquio telefonico tra il presidente francese Macron e il russo Putin. Washington avverte Kiev: “Mosca potrebbe colpire entro metà febbraio”

Ucraina, lunedì si riunisce l’Onu. Usa chiamano in causa la Cina

La girandola di colloqui incrociati prosegue e ha il sapore di un tentativo estremo di scongiurare un ricorso alle armi, soprattutto dopo che il presidente, Joe Biden, ha parlato con l’omologo ucraino, Volodymyr Zelensky, per sottolineare "la prontezza degli Stati Uniti con i suoi alleati e partner a rispondere risolutamente se la Russia invade ulteriormente l'Ucraina" e "l'impegno Usa verso la sovranità e l'integrità territoriale ucraina". Secondo il segretario di Stato Usa, Anthony Blinken, Mosca sarebbe pronta a un’azione militare entro metà febbraio.

Da qui l’urgenza di arrivare a imboccare una via d’uscita dalla crisi.

Non a caso la questione sarà lunedì sul tavolo del Consiglio di sicurezza dell'Onu, convocato dagli Stati Uniti. "Non è il momento di aspettare e stare a vedere cosa succede. Ora è necessaria la piena attenzione del Consiglio di Sicurezza dell'Onu, attendiamo con impazienza una discussione diretta e mirata", ha detto l'ambasciatrice Usa all'Onu, Linda Thomas-Greenfield.

A preoccupare sarebbe il movimento di truppe russe delle ultime ore.

 

La Russia nuove le truppe

Secondo il Pentagono, nelle ultime 24 ore si è registrato un nuovo incremento di forze combattenti schierate da Mosca a ovest del Paese, non solo ai confini con l’Ucraina dunque, ma anche in Bielorussia e nel Mar Baltico.

 

Gli Usa chiamano in causa la Cina

Gli Stati Uniti hanno chiesto alla Cina di intervenire per scoraggiare un'invasione russa dell'Ucraina. "Invitiamo Pechino a usare la sua influenza con Mosca per sollecitare la diplomazia, perché se ci sarà un conflitto in Ucraina non sarà un bene neppure per la Cina", ha esortato il portavoce del dipartimento di Stato americano, Ned Price. Il Segretario di Stato Anthony Blinken ha telefonato al ministro degli Esteri Wang Yi spiegando che la sicurezza "non può essere garantita rafforzando o addirittura espandendo i blocchi militari", come la Nato.

 

Putin parla con Macron e vede Xi Jinping

Mentre il Cremlino prepara una nuova risposta al documento scritto, firmato da Usa e Nato e recapitato a Mosca con le condizioni per una de-escalation, il presidente russo, Vladimir Putin, parla oggi con il capo dell’Eliseo, Macron. Intanto tutto è pronto per un vertice sino-russo in occasione della visita dello stesso Putin a Pechino per l'apertura delle Olimpiadi invernali.

 

Il braccio di ferro sul gas

Da un lato, dunque, gli Usa cercano di aumentare il fronte anti-russo, dall’altro la Russia preme sull’Europa giocando la carta dell’importanza dei rifornimenti di gas. Dopo aver offerto un prezzo inferiore alle imprese italiane, Putin ha ricordato l’imminente incontro con le imprese tedesce che l’avvio del gasdotto Nord Stream 2, costato 11 miliardi di dollari e che raddoppierebbe le importazioni dalla Russia, ma che vede l’opposizione alla messa in funzione da parte degli Usa. Ad oggi Berlino non intende mandare all’aria il progetto a meno di una invasione russa in Ucraina, come spiegato dalla ministra degli Esteri tedesca, Annalena Baerbock.

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