Quali sono i marchi di maggior valore al mondo? Inutile sforzarsi di pensare alle griffe del mondo della moda: a detenere il primato di brand al numero 1 della classifica mondiale è Apple, il colosso della telefonia e informatica. Ma secondo l’elenco del Brand Finance Global 500 del 2022, appena stilato, a segnare il maggior balzo in avanti è TikTok, con oltre il 200% in più rispetto allo scorso anno.
La classifica dei marchi nel mondo
A stilare la classifica è la Brand Finance, principale società di consulenza per la valutazione del valore dei marchi, appunto, che ha confermato una crescita “tangibile” anche solo in numero di utenti: il social network cinese ormai pare aver conquistato il mondo, tanto da aver fatto segnare un +215% e un valore passato da 19 miliardi a 59 miliardi di dollari. Se il debutto nella speciale lista è datato ad appena il 2021, infatti, quest’anno è già al 18esimo posto tra i primi 500 marchi di maggior valore al mondo.
Cresce l’intrattenimento digital
A crescere, complice anche il perdurare della pandemia Covid a ondate, sono anche altri marchi che spiccano nel mondo digital e in particolare nel settore dell’intrattenimento, come Disney tramite la piattaforma di contenuti in streaming e a pagamento, il cui valore è salito dall’11%; bene anche Netflix (+18%), che oggi vale poco meno di 30 miliardi di dollari in più; YouTube non è da meno, con +38% (23,9 miliardi) e Spotify, che emerge nel settore musicale con un valore aumentato del 13%.
“Il consumo dei media è aumentato ed è cambiato irrevocabilmente durante la pandemia. Il marchio è passato da una relativa oscurità a una fama internazionale in pochi anni e non mostra segni di rallentamento” come riferisce Massimo Pizzo, managing director Italia di Brand Finance, al Sole 24 Ore. Il rovescio della medaglia è il calo dei media tradizionali, come ad esempio il marchio Warner Bros, che ha perso il 33%, pari a 6,8 miliardi di dollari.
Come vanno i brand italiani?
A dominare la classifica mondiale sono certamente marchi come Apple, al primo posto (+35%, pari a 355,1% dollari) oppure Google (+38%, a 263,4 miliardi) e Amazon (+ 38% a quota 350,3 miliardi) che fine hanno fatto i brand italiani? In linea di massima bene, soprattutto per il settore bancario. Per fare qualche esempio, nella moda Gucci segna +16% (18,1 miliardi di dollari). Bene anche qualche energetico come Enel (+14%) e Eni (+19%). Meglio ancora va Intesa SanPaolo (+32%), Poste italiane (+26%) e Tim (+23%), insieme a Conad (+27%), mentre per Generali si calcola un aumento di 12 punti percentuali. Male, invece, Ferrari che perde il 13%.
La rapida ascesa dei farmaceutici (complice il Covid)
In questo panorama non stupisce che il vero boom lo segnino anche i titoli cosiddetti big Pharma. I marchi farmaceutici nella classifica sono raddoppiati in un anno passando da 4 a 8. a segnare il boom, come immaginabile, sono i produttori di vaccini anti-Covid. Johnson & Johnson, presente anche in altri settori dell'igiene personale, vale di più ed è cresciuto del 24% pari a un valore di 13,4 miliardi. Un vero boom lo ha registrato la new entry AstraZeneca (+77% pari a un valore 5,6 miliardi), seguita da Pfizer cresciuta del 58%.