Serie A

Il Derby della Madonnina alle porte: Inter e Milan, lotta per la vetta

Le due squadre di Milano si daranno battaglia il 5 febbraio a San Siro, una sfida che sarà diversa dalle ultime: in ballo il primo posto in classifica

Il Derby della Madonnina alle porte: Inter e Milan, lotta per la vetta

Tra pochi giorni andrà in scena uno dei derby più sentiti d'Europa, per la sua importanza storica e per lo spettacolo incredibile che è pronto a proporre: la Madonnina si accenderà per uno scontro decisivo nella corsa allo scudetto. Inter contro Milan, la prima della classe che vuole difendere la testa della classifica dai cugini affamati, che vivono un momento di altalenanza, ma che nelle sfide decisive si sanno alzare, tirando fuori lo spirito da combattente. Un Diavolo affamato, che non sta trovando la stessa continuità vista nel girone d'andata, ma che con il coraggio e lo spirito giusto, potrebbe ancora cambiare la storia in classifica.

 

Le due compagini hanno un distacco di quattro punti, anche se i nerazzurri devono ancora recuperare la sfida con il Bologna: una stagione tutt'altra che chiusa, pronta a prendere ulteriormente il volo dopo la super sfida milanese. Pioli dovrà far fronte alle assenze, Inzaghi alle pressioni, che sono sempre di più, vista l'imponenza messa in campo dai suoi in questa stagione. Probabilmente chi avrà più fame si aggiudicherà il match, i numeri in certe sfide non sono relativi, visto che vi è un discorso culturale che va molto più in là, rispetto alle semplici statistiche. Il derby è per tutti la gara più importante dell'anno e difficilmente i rossoneri si faranno mettere i piedi in testa per la seconda volta quest'anno, dopo la sconfitta dell’andata. Cerchiamo dunque di capire come arrivano le due squadre ad un incontro così delicato, che scalderà i cuori dei grandi appassionati di pallone

 

Inter, lo sprint decisivo 

Tutte le carte in tavola sono a loro favore, la classifica sorride e i risultati stanno continuando ad essere positivi. Tutto bello quindi, sulla carta, visto che poi una singola partita, potrebbe ribaltare la situazione, rimettendo tutto e tutti in discussione. I nerazzurri non vogliono farsi raggiungere a meno uno in classifica (meno quattro se vincessero il recupero con il Bologna), visto che un risultato positivo garantirebbe una fetta importante di scudetto.

 

Il lavoro di Inzaghi si sta rivelando incredibile, considerando che mette in luce nuovi aspetti di questa squadra, che sino allo scorso anno non si potevano immaginare. La volontà di voler proporre calcio, invece di agire unicamente in ripartenza è la grande differenza con la squadra di Conte, che preferiva uno stile più “alla Allegri”, al bel gioco visto quest’anno. Con certi giocatori in rosa è difficile però non voler fare una calcio dinamico, portato sulle verticalizzazioni e sul palleggio veloce: le idee di Inzaghi stanno tirando fuori le reali doti dei giocatori, più liberi di poter esprimere calcio, senza soffermarsi a difendere con insistenza il fortino di Handanovic.

 

La difficoltà per gli avversari è buttare giù una corazza imponente, composta da coraggio e tanta tecnica, che unite si rivelano imbattibili. Alzare la testa per variare le idee, mettere sul campo qualche spunto in più, aumentando di conseguenza il divertimento. Osservare come gioca l'Inter è divertente, per qualsiasi appassionato, perché da l’idea reale di cosa sia una squadra moderna, di come si estenda realmente un progetto importante. Ma chi ha portato alla luce questa rivoluzione tecnica, oltre le idee di Inzaghi? I nuovi arrivati, che stanno letteralmente rivoluzionando la rosa. Nonostante gli addii dolorosi, i nuovi giunti nel team fanno la differenza, sia nell’aspetto offensivo, che nell’adattamento degli schemi. Partendo da davanti, l'arrivo di Dzeko è quello da sottolineare maggiormente, visti i risultati che sta portando a casa. La sfida con il Venezia è solo una delle tante prove di come il bosniaco, seppur non sia più giovanissimo, abbia ancora tanto da dire in questa carriera gloriosa, che lo ha visto protagonista ovunque sia andato.

 

Una macchina da goal, che non si sofferma unicamente sulle reti, ma anche nel far giocare bene i suoi, grazie al lavoro sporco sulla trequarti avversaria. Con l'infortunio di Correa, la sua presenza diventa ancora di più vitale, visto che le soluzioni in avanti si sono ridotte. Discorso simile per Dumfries, che nonostante avesse iniziato con qualche difficoltà è l'uomo in più della fascia nerazzurra. I suoi assist, come quello di sabato, si stanno elevando a livello tecnico, tirando fuori anche qualche goal dal cilindro. Con un Brozovic formato Pirlo e una difesa paragonabile ad un muro, le speranze di aggiudicarsi il match point, sono sempre più elevate. Il pronostico è dalla loro parte, ma non devono uscire le insicurezze, causate dalle pressioni. Serve mentalità!

 

Milan, l’ultimo treno

Arriva sempre durante una stagione, quel momento in cui bisogna tirare fuori il coraggio, oltre ogni schema tattico. Non basta in un derby, anche con pochi tifosi, volersi imporre tatticamente, perché poi alla fine la differenza, la fanno le emozioni. I rossoneri sanno di avere un solo match point per toccare un sogno, per risvegliare una speranza, altrimenti saranno obbligati a guardarsi le spalle, lottando per un posto in Champions League come lo scorso anno.

 

Un secondo posto consecutivo, ancora dietro ai cugini, farebbe male, specie dopo tanti anni in cui la città viveva pochi attimi di gloria con le due compagini. Adesso il palcoscenico è a tinte nerazzurre, ma Pioli non ha intenzione di farsi mettere sotto in una sfida che vale doppio. Arrivano da un pareggio amaro contro la Juventus, visto che con qualche sprint in più nella ripresa, se la sarebbero anche portata a casa, ma ora devono guardare avanti, pensare solamente a come limitare una delle squadre più forti d'Europa. Gli infortuni non sono d'aiuto, visto che nell'ultima sfida sono riusciti a perdere nuovamente Ibrahimovic, limitato dall'ennesimo infortunio della stagione. Da quando si è iniziato a fermare, i rossoneri non sono più gli stessi e la loro continuità sotto porta è andata a sciamare.

 

Manca la garra quando si tratta di mettere il piede forte nel cuore dell'area, combattere per il goal e non aspettare l'errore avversario: questo è lo stile Zlatan, che è un po’n sparito dagli schemi tattici della squadra. Bisognerà affidarsi a Giroud, che fino ad ora, anche se ha mostrato cose buone, non è stato abbastanza decisivo sotto porta, mettendo appena rete 5 goal in stagione. Poco, troppo poco, per essere la numero nove rossonera, che da anni attende un bomber di livello, capace di rimettere in discussione ogni gara, con qualche colpo di genio. Come faceva Inzaghi qualche anno fa, ultima vera punta vista con la casacca del Diavolo.

 

Il mercato potrebbe regalare ancora qualche gioia (Belotti aspetta una chiamata), ma ad oggi bisogna affidarsi agli uomini in rosa, seppur ridotta. Leao è l'uomo in più, quello che trascina i rossoneri verso la speranza. Sta scoppiando e il suo talento è cristallino: ha una capacità elevatissima di unire la giocata alla corsa, risultando pressoché infermabile per i suoi avversari. Insieme a Messias e Saelemaekers che fanno da spalla, i sogni sono affidati a loro. Brahim Diaz si è fermato e sembra in un periodo di confusione, spazio allora a Rebic, che con pochi minuti sulle gambe si è già rivelato un asso nella manica. I nomi sono tanti, così come le incertezze, ma possono rimescolare i pronostici futuri, alzando nuovamente in alto il nome del Milan.

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