Crisi ucraina

Di Maio vola a Mosca. Stoltenberg (Nato): “Dalla Russia nessun ritiro”

Secondo il numero uno dell’Alleanza atlantica non ci sarebbe un ritiro, ma anzi aumenterebbero le truppe russe al confine con l’Ucraina, circa 70mila in più

Di Maio vola a Mosca. Stoltenberg (Nato): “Dalla Russia nessun ritiro”

"Nessuna de-escalation”. In modo lapidario e deciso il numero uno della Nato, Jens Stoltenberg, esclude un ripiegamento delle truppe russe dalla zona di confine dell’Ucraina. Dopo il segnale di apertura del Cremlino, dunque, rimane alta la tensione. Intanto, in una nota congiunta del presidente statunitense, Joe Biden, e del cancelliere tedesco, Olaf Scholz, si esorta la Russia "a compiere passi concreti verso la distensione".

Oggi, invece, il ministro degli Esteri italiano, Luigi Di Maio, è a Mosca per incontrare l’omologo russo, Sergej Lavrov, mentre a Bruxelles è in programma un vertice informale dei capi di Stato e di Governo nel Consiglio Europeo.

Un altro appuntamento importante è quello fissato per sabato, con la riunione d'emergenza dei ministri degli Esteri del G7, convocata a Monaco in Germania.

Il punto.

 

Usa: “Nessun ritiro delle truppe russe”

Nonostante le speranze di avviare un processo di de-escalation, dopo gli incontri del cancelliere tedesco, Scholz, sia a Kiev che a Mosca, gli Usa non credono alla volontà del Cremlino di ritirare le truppe dalla zona di confine con l’Ucraina. Nella notte italiana, infatti, il segretario di Stato americano Antony Blinken ha affermato che gli Stati Uniti non hanno visto "un ritiro significativo delle truppe russe, la minaccia in Ucraina resta reale".

In serata il presidente americano Joe Biden e il cancelliere tedesco Olaf Scholz hanno esortato Mosca a "compiere passi concreti verso la de-escalation".

 

La Russia indietreggia?

Eppure le dichiarazioni ufficiali del Cremlino lascerebbero pensare a possibili manovre di ripiegamento, tanto che in una nota è stato fatto sapere: "Stiamo lasciando la Crimea". A smentire le affermazioni, invece, è la Nato, secondo cui "i russi continuano ad ammassare truppe". Addirittura si parlerebbe di altri 70mila uomini nei pressi dei confini con l’Ucraina.

A gettare acqua sul fuoco ci ha provato l’inviato di Mosca presso l'Ue, che ha assicurato che nessun attacco ci sarà oggi (in realtà gli Usa avevano persino ipotizzato un’offensiva per ieri, 16 febbraio, NdR), "né nel prossimo mese", mentre il presidente Usa afferma: "C'è ancora spazio per la diplomazia, ma resta il rischio di invasione".

 

I vertici in programma tra oggi e sabato

Intanto oggi il responsabile della Farnesina, Luigi Di Maio, incontra il ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov, a Mosca, dopo aver fatto visita anche all’omologo ucraino nelle scorse ore.

Sempre oggi è previsto "incontro informale" dei capi di Stato e di governo riuniti nel Consiglio Europeo, mentre per sabato è stata fissata una riunione di emergenza dei ministri degli Esteri del G7 a Monaco, in Germania.

 

Draghi-Macron: non solo Ucraina

Ieri sera, invece, si sono incontrati il premier, Mario Draghi, e il presidente francese, Emmanuel Macron, presidente di turno dell’Unione europea. In agenda non solo la crisi ucraina, ma anche la gestione del Sahel e in generale dei flussi migratori.

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