vaccini e guerra

La crisi ucraina ferma lo Sputnik: stop dallo Spallanzani ai test

La Regione Lazio ha deciso di interrompe la sperimentazione sul vaccino russo in segno di protesta contro la decisione di Mosca di invadere l’Ucraina

La crisi ucraina ferma lo Sputnik: stop dallo Spallanzani ai test

Mentre la guerra si consuma sul campo, con scontri, fughe e perdite anche tra i civili, c’è un altro fronte di scontro che si consuma a Roma, in modo molto più silenzioso, ma non privo di effetti. Si tratta della decisione del presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, di sospendere ogni forma di collaborazione con l’istituto Gamaleya, l’ente controllato dal governo russo, che da quasi un anno lavora a Roma con i ricercatori dello Spallanzani per la sperimentazione del vaccino Sputnik V.

 

Stop alla sperimentazione di Sputnik

La decisione è stata annunciata nelle scorse ore, dopo lo scoppio del conflitto in Ucraina e come presa di posizione contro la decisione del Cremlino di invadere il Paese confinante. Si tratta di fermare la collaborazione medica, finanziata interamente dall’Italia. L’accordo, che era stato sottoscritto circa un anno fa (Aprile 2021) prevedeva due tipi di studio sul vaccino russo Sputnik.

Da un lato si è avviata la sperimentazione, previo via libera dell’Aifa, sull'efficacia del vaccino russo sulle varianti; dall’altro si dato il via a test su 600 volontari che avevano ricevuto una prima dose di vaccino con Astrazeneca, ai quali viene inoculata una seconda dose di altri vaccini. Tra questi, oltre a Pfizer e Moderna, c’è anche Sputnik.

 

La condanna dell’invasione arriva “in corsia”

Di fronte all’escalation e al via dell’operazione militare in Ucraina, però, il presidente della Regione Lazio ha deciso di sospendere la sperimentazione che riguarda Sputnik. “Condanniamo l’invasione militare russa, chiediamo il ritiro delle truppe e il ritorno della pace” aveva detto Zingaretti. Il presidente regionale, che venerdì sera ha partecipato alla fiaccolata per la pace organizzata ai Fori Imperiali, ha anche dichiarato: “Da Roma, città simbolo del dialogo, deve partire l’impegno di tutte e tutti per tenere viva la speranza”.

 

Sputnik, a che punto è l'autorizzazione

Il progetto dello Spallanzani è proseguito nei mesi scorsi, tanto che il 20 gennaio il team tecnico-scientifico dell’Istituto parlava di risultati “estremamente incoraggianti per definire nuove strategie vaccinali in rapporto all'evoluzione delle varianti del Covid". Secondo i test, infatti, Sputnik risultava efficace anche contro la variante Omicron. "È stato documentato che oltre il 70% dei vaccinati con Sputnik V mantengono un'attività neutralizzante contro Omicron e tale attività si mantiene in buona parte a distanza di 3-6 mesi dalla vaccinazione", come si leggeva nel report. Sputnik al momento non ha ancora ricevuto l’autorizzazione dall’agenzia europea del farmaco Ema, nonostante l’iter per la valutazione prosegua da quasi un anno.

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