storia da 007

Il giallo dell’attentato contro Zelensky, sventato da una spia russa

A voler eliminare il presidente ucraino sarebbe stato un commando ceceno filorusso. Secondo Kiev il gruppo sarebbe stato “neutralizzato” in un raid

Il giallo dell’attentato contro Zelensky, sventato da una spia russa

Nel conflitto in corso da sette giorni in Ucraina ora spunta anche una guerra tra spie e attentatori. Nel mirino ci sarebbe stato il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, che avrebbe dovuto essere ucciso da un commando ceceno, composto da uomini filorussi, “neutralizzati” però dalle forze di Kiev, con il contributo fondamentale di una “spia” russa.

Secondo quanto emerso, infatti, a dare la soffiata agli uomini della sicurezza del presidente ucraino sarebbe stato un agente segreto di Mosca.

 

La rivelazione

A confermare le indiscrezioni delle scorse ore è astato il segretario del Consiglio nazionale per la sicurezza e la difesa dell'Ucraina, Oleksiy Danilov. Citato dall'agenzia Unian, ha affermato: “Posso dire che il gruppo d'elite di Kadyrov che è venuto in Ucraina per eliminare il nostro presidente è stato neutralizzato".

Il riferimento è a Ramzan Kadyrov, leader dei ceceni filorussi, che avrebbe guidato un team pronto a eliminare il presidente ucraino. "Siamo ben consapevoli - ha aggiunto Danilov - dell'operazione speciale che avrebbe dovuto essere svolta direttamente dai kadyroviti. E posso dire che abbiamo ricevuto informazioni da un uomo dell'Fsb (i servizi russi, ndr), che non vuole prendere parte a questa sanguinosa guerra".

 

L’attentato, le date, i protagonisti

Il commando ceceno sarebbe stato neutralizzato il 26 febbraio nel corso dei combattimenti nell'area dell'aeroporto di Gostomel, a circa 40 chilometri da Kiev. Secondo quanto scritto dal Kyiv Independent, l'esercito ucraino avrebbe distrutto un convoglio di 56 carri armati appartenenti alle forze speciali cecene, i cosiddetti "Kadyroviti" dal nome del presidente ceceno Ramzan Kadyrov, luogotenente del Cremlino in Cecenia, accusato di gravi violazioni dei diritti umani. A confermare la notizia era stata la stessa presidenza ucraina.

 

Il commando neutralizzato grazie alla spia russa

A fornire ulteriori dettagli è stata Channel 24, che riferisce che nell’azione sarebbe rimasto ucciso il generale ceceno Magomed Tushayev, comandante del 141mo reggimento motorizzato della guardia cecena e fedelissimo di Kadyrov. Una qualche conferma al raid sarebbe arrivata anche dallo stesso Kadyrov, che però su Telegram avrebbe minimizzato la portata dell’intervento, parlando di "due militari ceceni caduti e altri sei feriti nella guerra in Ucraina", come riferito dall’agenzia Interfax.

A colpire, in questa storia degna di un film di 007, è il coinvolgimento proprio di un agente segreto russo. Secondo fonti dei servizi ucraini citati dal giornale Ukrayinska Pravda, l'azione contro il commando ceceno sarebbe stata possibile grazie a una "soffiata" arrivata da una fonte anonima che si è presentata come un "ufficiale dei servizi di sicurezza russi".

La spia della Federazione si sarebbe detta contraria alla guerra e dunque decisa a impedire l'uccisione del presidente ucraino.

COPYRIGHT THEITALIANTIMES.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA