Una mediazione difficile quella sull’articolo 6 della riforma fiscale. Oggi da Forza Italia sarebbe dovuta arrivare una proposta di compromesso, ma a quanto riferiscono alcuni parlamentari “si è ancora in alto mare” e “questo non è un buon segno”. L’impegno degli azzurri a formalizzare una proposta di emendamento che consentisse di superare la richiesta del centrodestra di stralciare l’articolo 6 non trova ancora riscontro.
In commissione Finanze della Camera si sta consumando l’ennesima spaccatura della maggioranza sulla delega fiscale, una delle riforme chiave nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Il nodo del contendere è il disposto che sostanzialmente delega il governo a modificare il sistema di rilevazione catastale degli immobili, prevedendo nuovi strumenti da mettere a disposizione dei comuni e dell’Agenzia delle Entrate. L’obiettivo è quello di arrivare a “un corretto classamento degli immobili”. Il clima non è dei migliori e in Commissione si dovrebbe cominciare a votare già oggi.
Dalla Lega, intanto, arriva la posizione di Matteo Salvini che fino a poche ore fa aveva dato ad intendere di voler lasciare la trattativa nelle mani dei gruppi parlamentari, essendo sua intenzione occuparsi di altro. Ma oggi troverebbe conferma un cambio di passo del segretario del Carroccio che ai suoi avrebbe detto di tenere la linea inziale, ovvero puntare allo stralcio dell’articolo 6. Ieri la sottosegretaria all’Economia, Maria Cecilia Guerra (Liberi e Uguali) aveva avvertito: “è dirimente e se non viene approvato si ritiene conclusa l’esperienza di governo”.
L’ultimatum della rappresentante del Mef, il Ministero dell’Economia, non è piaciuto al centrodestra e nemmeno al M5S. Questi ultimi hanno bollato come “irricevibili le espressioni “usate dalla Guerra “che, da una parte, comprimerebbero le basilari prerogative del Parlamento, che è del tutto legittimato a modificare ciò che ritiene più opportuno. Dall’altra, delineano l'ennesimo rischio di calpestare le indicazioni del Parlamento, dopo che il governo aveva già in passato trascurato alcuni passaggi contenuti nella relazione delle commissioni Finanze e preliminare alla delega fiscale”.
Dunque, dopo la prova di unità data dalle Camere e dalla maggioranza sulla risoluzione relativa all’invasione russa dell’Ucraina, si riaffacciano i contrasti e su uno dei temi da sempre particolarmente divisivi, appunto il catasto. Ma quelle di oggi dovrebbero essere ore decisive per arrivare ad un accordo. A questo punto resta da capire cosa farà Forza Italia che si era offerta di mediare. Il timore è che la riforma porti con sé un aumento della tassazione degli immobili, un rischio che il centrodestra non vuole assolutamente correre. Il punto su cui si starebbe lavorando per trovare un’intesa è proprio questo: l’impegno a non aumentare la pressione fiscale sulla casa per salvare la riforma. Alla ricerca di una intesa che sia in qualche modo “digeribile” per tutti ci sarebbe anche il ministro leghista Massimo Garavaglia. Ma il governo sarebbe deciso a mantenere il punto: sulla mappatura degli immobili non si torna indietro. La riforma peraltro prevede un’integrazione dei dati presenti nel catasto dei fabbricati dal 1 gennaio 2026 per attribuire alle unità immobiliari un valore patrimoniale e una rendita attualizzata, rilevati in base ai valori di mercato. Vedremo se il pacchetto passerà oppure no.