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Contro il conflitto In Ucraina

La moda si mobilita contro la guerra: le grandi firme in fuga da Mosca

Da Donatella Versace a Silvia Venturini Fendi, da Olivier Rousteing ad Alessandro Dell’Acqua, arriva la condanna alla guerra e la solidarietà agli ucraini

La moda si mobilita contro la guerra: le grandi firme in fuga da Mosca

Il mondo della moda si mobilita contro la guerra, e le maisons scappano da Mosca: le riviste Vogue Ucraina L’Officiel Ukraine hanno lanciato un appello invitando le grandi firme a interrompere ogni rapporto con la Russia (che ha un fatturato mondiale del 2,3 per cento).  La rivista Vogue ha postato: “Mostrare la propria coscienza e scegliere l’umanità rispetto ai benefici monetari è l’unica posizione ragionevole che si può assumere nell’affrontare il comportamento violento della Russia” e ha pubblicato un video di denuncia con l’artista serba Marina Abramovic.

 

Dopo le critiche piovute sulla Milano Fashion Week , che nonostante l’invasione russa dell’Ucraina era andata avanti con il programma, fatta eccezione per Giorgio Armani che ha sfilato senza musica e ha spiegato così la sua scelta: “Volevo dare un segnale che non desideriamo festeggiare perché c’è qualcosa attorno a noi che ci disturba molto. Ho capito che volevo comunicare il battito del mio cuore per questi bambini colpiti dalla guerra”.

 

Elisabetta Franchi, invece ha commentato dal backstage. 

In realtà non è del tutto vero, che nella settimana della moda non sia stato fatto nulla: fuori dalle sfilate hanno manifestato da Max Mara a Prada, da Dolce & Gabbana, ad Armani. 


Carlo Capasa, presidente della Camera Nazionale della Moda, ha dichiarato: “l’Italia vende circa 1,2 miliardi di euro in beni di lusso ai clienti russi ogni anno”, questo conflitto, oltre a spezzare i cuori, rischia di creare un grave danno economico (anche) al mondo della moda made in Italy. E Ralph Toledano, presidente della Fédération de la Haute Couture et de la Mode, all’apertura della Fashion Week parigina: “La capacità di esprimersi creativamente si basa sul principio di libertà , e il ruolo della moda è quello di contribuire all’emancipazione individuale e collettiva nelle nostre società”. Per questo non ci si può fermare, ma qualcosa va pur fatto.

 

Chiudono le grandi firme in Russia

In Russia hanno abbassato le serrande i punti vendita di Chanel, Louis Vuitton, Fendi,  Dior, Gucci, Bottega VenetaBalenciaga, Baume & Mercier, Buccellati, Azzedine Alaïa, Van Cleef & Arpels ma anche Cartier ed Hermès.

Nike e Asos, hanno sospeso le esportazioni verso la Russia e bloccato le vendite online, come anche i marchi di H&M, Zara, Bershka, Pull&Bear. 

 

La solidarietà degli stilisti

Ed ecco che da Donatella Versace a Silvia Venturini Fendi, da Olivier Rousteing ad Alessandro Dell’Acqua, arriva oltre alla la condanna alla guerra anche la solidarietà al popolo ucraino.

Gucci ha scritto sull’account Instagram: “Sulla scia di una crescente crisi umanitaria in tutta Europa, Chime for Change, la campagna globale di lunga data di Gucci per riunire, unire e rafforzare le voci che sostengono l’uguaglianza di genere, sta donando 500.000 dollari all’UNHCR, l’Agenzia ONU per fornire supporto d’emergenza ai rifugiati che fuggono dalla violenza in Ucraina”.

 

Mentre Balenciaga, ha azzerato il feed Instagram cambiandolo con l’immagine della bandiera ucraina e l’azienda madre, Kering, ha affermato che farà una “donazione significativa” all’UNHCR.

 

Donatella Versace ha postato: “Ho fatto una donazione urgente a @refugees e vi esorto tutti a unirvi a me nello sforzo di aiutare le centinaia di migliaia di persone che sono fuggite dalle loro case”. 

 

Le sorelle Chiara e Valentina Ferragni invece hanno esortato i followers a donare un’offerta: “ perché insieme possiamo fare la differenza”. 

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