
“Il Nord Stream 2 è morto”. Così dagli Usa, dopo l’annuncio del presidente americano, Joe Biden, di un embargo sulle importazioni di petrolio e gas naturale dalla Russia, nell'ambito di una nuova stretta contro l'invasione dell'Ucraina. La decisione, già ipotizzata nei giorni scorsi, è diventata realtà e ad aderire è anche il Regno Unito. Gli alleati europei, invece, sono divisi.
Pronta la reazione del presidente russo, Vladimir Putin, che a sua volta ha firmato un decreto che va a limitare l'export e l'import di determinati prodotti e materie prime con alcuni Paesi, fino al 31 dicembre. Come riferito dall’agenzia Tass, entro un paio di giorni sarà stilata una lista di Stati esteri interessati dalle restrizioni al commercio. Il decreto specifica che le misure economiche speciali serviranno ad assicurare la sicurezza russa, spiega l'agenzia Interfax.
L’unità di crisi per le aziende italiane
In Italia, intanto, la Farnesina ha lanciato l'Unità di Crisi a sostegno delle imprese che esportano in Russia e Ucraina. Il ministero degli Esteri ha convocato una prima riunione tecnica di un gruppo di lavoro che ha l’incarico di valutare l'impatto complessivo del conflitto russo-ucraino in termini di danni alle aziende italiane che operano nell’export verso Mosca.
Abbassare di 1°C i termostati
Dalla Commissione Ue, intanto, viene lanciata anche una proposta che potrebbe essere attuata subito e da ciascun cittadino europeo: “Abbassare di un grado il termostato per il riscaldamento degli edifici in tutta l’Ue”, come si legge tra le misure per l’efficientamento energetico. Si tratterebbe di un’azione che permetterebbe “di risparmiare 10 miliardi di metri cubi di gas naturale” ogni anno e insieme di sensibilizzare al risparmio energetico. Come spiegato dal vicepresidente dell’esecutivo europeo, Frans Timmermans, “Un semplice cambiamento di abitudini individuali” può avere “un impatto enorme”. “Prendere sul serio il risparmio energetico - ha aggiunto Timmermans - dovrebbe diventare il contributo di tutti per risolvere questa crisi attuale”.
L’Ue e il piano per ridurre il gas russo
Intanto, nonostante il no dell’Ue allo stop del petrolio russo (a causa della maggiore dipendenza del Vecchio continente rispetto a Usa e Uk), la Commissione europea ha lanciato un piano energetico per ridurre il fabbisogno energetico e quindi allentare le forniture da Mosca. Si prevede Tra le azioni in programma, proposte da Bruxelles, c’è soprattutto il taglio di due terzi degli acquisti di gas dalla Russia entro l’anno. A ciò si aggiunge anche il via libera alla tassazione degli extra profitti realizzati dai produttori di energia elettrica per destinare queste risorse a consumatori e imprese, in modo da ridurre il costo della bolletta per i singoli utenti. Si pensa anche ad acquisiti collettivi per spuntare prezzi migliori.
L’ipotesi di eurobond e il vertice a Versailles
In vista del vertice, convocato per domani e che proseguirà venerdì a Versailles (Parigi) dalla presidenza di turno francese dell’Ue, si ipotizza anche una possibile emissione di eurobond. Un’eventualità che però pare non essere gradita alla Commissione europea, oltreché a qualche Stato membro. Si lavorerà, invece, al reperimento di nuovi fondi e al sostegno degli investimenti necessari per la transizione energetica e la difesa comune, che è diventata una priorità dallo scoppio del conflitto in Ucraina.