
L’ultima in ordine di tempo è stata McDonald's, che ha annunciato la chiusura temporanea degli 850 ristoranti in Russia come forma di ritorsione e boicottaggio contro la decisione di invadere l'Ucraina. Prima della catena di fast-food, analoghe decisioni erano state prese da altri marchi sia nel settore dell’alimentazione (Coca-Cola, Pepsi, ecc.), sia della moda che delle auto di lusso, con Ferrari che ha deciso di sospendere la produzione di veicoli per il mercato russo fino a nuovo avviso.
McDonald’s e Starbucks chiudono in Russia
La decisione è temporanea e l’obiettivo è aumentare la pressione contro Mosca. Anche McDonald’s, però, ha scelto di sospendere la propria attività in Russia: "Proseguirà a pagare i suoi 62.000 dipendenti, che hanno dato anima e corpo per il nostro marchio". La società ha affermato che le attività in Russia ed Ucraina contribuiscono per il 9% alle sue entrate annuali (2 miliardi di dollari).
Analoga scelta anche per Starbucks che chiuderà i suoi 130 bar nel paese, mentre le multinazionali Coca Cola e Pepsi interromperanno le vendite in Russia.
Tutti i marchi che tentano di fermare Putin
L’azione di boicottaggio si sta dunque estendendo, dopo le prime iniziative da parte di grandi marchi europei ed americani. Se in un primo momento ci hanno pensato Paypal, Visa e Mastercard, interrompendo la possibilità di transazioni da e per la Russia, ora si è aggiunto il colosso del fast food, che è proprietario dell’84% dei propri ristoranti anche a Mosca e in altre città del Paese. L'amministratore delegato, Chris Kempckinski, ha motivato il gesto dicendo che ''i valori in cui crediamo ci portano a non poter ignorare l'inutile sofferenza umana che si sta verificando in Ucraina". Secondo il Ceo al momento non c’è previsione di riapertura, perché “impossibile” stabilirne i tempi. Decisione drastica anche da parte di Coca-Cola che dalla Russia ottiene l’1-2% di ricavi e che in una nota fa sapere: “I nostri cuori sono vicini alle persone che stanno subendo gli effetti inconcepibili di questi tragici eventi in Ucraina”.
Posizione leggermente differente per Pepsi che, pur sospendendo le vendite della nota bibita in Russia, continuerà invece la distribuzione di altri prodotti ritenuti essenziali, come latte e latticini (compresi latte artificiale e alimenti per l'infanzia).
Stop anche dalla Ferrari
"Continuiamo a monitorare da vicino la situazione nel rispetto di tutte le regole, regolamenti e sanzioni", si legge in una nota della Ferrari, che ha deciso la sospensione delle produzioni in Russia e contemporaneamente la donazione di 1 milione di euro in solidarietà dei cittadini ucraini. I fondi sono destinati alla Regione Emilia-Romagna che, in collaborazione con Croce Rossa e Unhcr, li impiegherà per progetti umanitari internazionali a sostegno dell'Ucraina e per l'accoglienza dei profughi nel proprio territorio. Inoltre, saranno devoluti aiuti all'Associazione Chernobyl di Maranello, Fiorano, Formigine - Onlus per sopperire alle esigenze degli ucraini che verranno ospitati nell'area vicina alla sede della Società.