la strategia di Pechino

Il ruolo della Cina e cosa c’entra Taiwan con la guerra in Ucraina

Pechino si offre per la mediazione tra Russia e Ucraina, ma il prossimo passo potrebbe riguardare le mire cinesi sulla provincia “ribelle” in Asia

Il ruolo della Cina e cosa c’entra Taiwan con la guerra in Ucraina

La Cina è pronta per avere un ruolo costruttivo nella crisi in Ucraina e a lavorare con la comunità internazionale per una necessaria mediazione". A confermarlo, dopo i primi timidi passi è stato il ministro degli Esteri cinese, Wang Yi, durante la conferenza stampa annuale a margine dei lavori dell'Assemblea nazionale del popolo, il Parlamento cinese. Il ministro è noto per le sue doti di negoziatore ed è stato sollecitato dal presidente francese, Emmanuel Macron, ma anche ribadito come “l’amicizia con la Russia sia solida come una roccia”.

 

Entra in campo la Cina

Fino ad ora la Cina aveva mantenuto una posizione defilata, confermata dalla decisione di astenersi dal voto della risoluzione di condanna all’Assemblea delle Nazioni Unite della scorsa settimana. Ora, invece, sembra decisa a giocare un ruolo di primo piano, anche se non come soggetto equidistante. Wang Yi, infatti, ha sottolineato quella che ha definito una “amicizia duratura” con Mosca, pur affermando che "bisogna prevenire una crisi umanitarie su larga scala".

 

Cina e Russia: quali rapporti

“La relazione Cina-Russia non è apprezzata per la sua indipendenza. Si basa sulla non alleanza, sul non confronto e sul non prendere di mira qualsiasi terza parte – ha detto il ministro cinese – “I due Paesi manterranno il focus strategico e continueranno ad approfondire il partenariato strategico globale di coordinamento per una nuova era”. Poi il responsabile delle relazioni estere del governo di Pechino ha aggiunto: "Pechino auspica che l'Ue si opponga alla creazione di una nuova Guerra Fredda e pratichi un autentico multilateralismo".

 

Le ricadute sul Pacifico (e su Taiwan)

Molti osservatori sottolineano che l’intervento della Cina non sarebbe disinteressato, ma avrebbe anche come secondo fine quello di portare a sbloccare la situazione di tensione e conflitto (non armato) tra la stessa Pechino e Taiwan, che da tempo si batte per la propria indipendenza. Non a caso Wang Yi ha fatto riferimento anche agli Usa e alla loro presenza nell’area indo-pcaficiai: "Il vero obiettivo della strategia degli Stati Uniti è quello di stabilire una versione indo-pacifica della Nato". Il ministro cinese ha quindi invitato "a guardare alle relazioni bilaterali con raziocinio, riportandole su uno sviluppo sano e stabile. Cina e Stati Uniti devono puntare ai tre principi del rispetto reciproco, della coesistenza pacifica e della cooperazione vantaggiosa per tutti. La competizione tra i principali Paesi non dovrebbe essere all'ordine del giorno e il gioco a somma zero non è la scelta giusta".

Pochi giorni fa l'omologo ucraino, Kuleba, dopo una telefonata con Wang Yi, aveva affermato come l'Ucraina fosse pronta a rafforzare la comunicazione con la Cina e stesse aspettando "con impazienza una mediazione della parte cinese, per realizzare il cessate il fuoco".

 

Le aspirazioni della provincia “ribelle”

Solo pochi giorni fa, infatti, il presidente cinese, Xi Jinping, aveva fatto riferimento proprio ai rapporti con Taiwan, chiarendo che il suo governo si oppone fermamente a qualsiasi attività separatista o a qualsiasi interferenza straniera, con chiaro riferimento agli Stati Uniti. A gettare benzina sul fuoco ci aveva pensato, nelle scorse ore, anche l’ex segretario di Stato Usa, Mike Pompeo, affermando la Casa Bianca dovrebbe riconoscere Taiwan come uno “stato libero e sovrano”.

 

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