la “guerra della cultura”

La guerra non risparmia la cultura: Mosca rivuole le opere da Milano

La Russia ha chiesto ufficialmente la restituzione di opere esposte a Palazzo Reale nel capoluogo lombardo. Pronta la risposta del Ministro Franceschini

La guerra non risparmia la cultura: Mosca rivuole le opere da Milano

Con una nota, il ministero della Cultura ha fatto sapere che sono sospese "con effetto immediato tutte le attività relative all'iniziativa Anno incrociato dei musei Italia-Russia”. Nel comunicato si aggiunge che sono sospese anche tutte "le attività di promozione culturale istituzionale di codesti Istituti e Direzioni regionali Musei con la Federazione Russa, con il conseguente ritiro di ogni atto amministrativo relativo a qualunque forma di partnership e collaborazione in corso e ad eventuali istruttorie prodromiche al rilascio di patrocini”.

È la risposta italiana all’iniziativa del ministero della Cultura russo, che poche ore prima aveva chiesto la restituzione di tutti i prestiti, tra i quali le opere dell’Ermitage di San Pietroburgo al momento in esposizione alle mostre a Palazzo Reale di Milano e alle Gallerie d’Italia.

 

Il braccio di ferro “culturale”

Di fronte alla richiesta di Mosca, è intervenuto anche il ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini, che ha chiarito però che si tratta di una questione “privata”: “Il Ministero non ha competenza in materia, sono due mostre organizzate dal Comune di Milano e dalle Gallerie d'Italia. Ma mi pare evidente che quando un proprietario chiede la restituzione delle proprie opere queste debbano essere restituite”.

Non è mancata, però, un’iniziativa dello stesso Mibac.

 

Sospeso l’anno dei musei Italia-Russia

Oltre alla sospensione, "con effetto immediato", delle attività nell’ambito dell’anno incrociato Italia-Russia, lo stesso ministero della Cultura ha confermato l’inaugurazione, ieri al Maxxi di Roma, della mostra "Ukraine: Short Stories” alla presenza del titolare del dicastero, Franceschini: “Il grande contributo è anche far conoscere l'arte e la storia di questo Paese”. Si tratta di una iniziativa che proseguirà con apertura al pubblico fino al 20 marzo e il cui ricavato sarà devoluto a UNICEF, Unhcr e Croce Rossa.

"Questo momento richiede grandi scelte ma anche piccoli e concreti gesti di solidarietà - ha dichiarato Franceschini - La mostra del Maxxi è importante non solo per il ricavato dato alle organizzazioni che aiutano le persone in fuga ma anche perché in Italia l'Ucraina non è molto conosciuta. Il grande contributo è anche far conoscere l'arte e la storia di questo Paese”.

Il Ministro ha anche aggiunto: "Non immaginavamo dopo il periodo difficile che abbiamo vissuto di trovarci a rivedere immagini di un tempo di dolori e bombe che sembrava irripetibile - ha affermato Franceschini - Dobbiamo ospitare nei paesi europei gli artisti ucraini in fuga, al Consiglio Europeo presiederò una riunione e chiederò una azione collettiva. È bello - ha sottolineato - che l'arte si mobiliti, qui al Maxxi così come alla Triennale di Milano per il sostegno al padiglione dell'Ucraina alla Biennale".

 

Concerto a Kiev per la pace

Intanto a Kiev è andata in scena un'esibizione pubblica, un flash mob per la resistenza e per la pace, con l’Orchestra sinfonica della capitale che ha suonato l'Inno alla gioia di Beethoven (inno ufficiale dell’Ue) in piazza Maidan, luogo centrale della capitale nel mirino delle truppe russe

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