effetto guerra

Corsa alle scorte: da benzina a pasta, per paura di scioperi e blocchi

Si inizia con le code ai distributori, in vista dell’agitazione degli autotrasportatori. Ma il timore è di non trovare sigarette, farina e altri beni

Corsa alle scorte: da benzina a pasta, per paura di scioperi e blocchi

La guerra è in Ucraina, ma la paura arriva fino all’Italia e i primi segnali si sono registrati anche nei supermercati e alle pompe di benzina. Se fino alla scorsa settimana c’era stata la corsa a rifornirsi di compresse allo iodio, in via preventiva e in caso di indicenti nucleari a una delle centrali ora occupate dalle truppe russe, adesso a spaventare è la decisione di bloccare le importazioni da Mosca.

 

Lo sciopero di lunedì e la corsa al “pieno” dell’auto

A partire da lunedì 14 marzo le aziende di autotrasporto sospenderanno a livello nazionale i loro servizi "per causa di forza maggiore". Ad annunciarlo è stata Trasportounito, che smentisce che si tratti di uno sciopero o di una rivendicazione specifica, ma spiega che è un'iniziativa contro l’impennata dei prezzi. "La sospensione dei servizi si è resa inevitabile – si legge in una lettera inviata alla Presidenza del Consiglio, al Ministro e al Vice Ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili e al Presidente della Commissione di Garanzia in Scioperi - anche per tutelare le imprese e impedire che le esasperate condizioni di mercato, determinate dal rincaro record dei carburanti, si traducano in vantaggi per altri soggetti del settore trasporti, ovvero in addebiti per obblighi contrattuali che le imprese della filiera logistica non sono più in grado di garantire".

L’effetto, però, è quello di aver già creato code ai distributori di carburante, per paura di rimanere “a secco”.

 

Le scorte ai supermercati

Un altro allarme, poi, riguarda il blocco delle importazioni di mais e grano, con il conseguente timore di veder ridurre le scorte di prodotti derivati, come pasta, pane, biscotti, oppure olio di semi. Come segnalava Repubblica, Unicoop Firenze è corsa ai riparti e “per evitare che alcuni negozianti facessero incetta di farina, zucchero e olio di semi, ha stabilito che non si possano acquistare più di 4 pezzi per cliente”. La stessa Coop, però, ha anche chiarito che “non c’è al momento alcun rischio di mancanza di prodotti”. Intanto a ipotizzare previsioni ci ha pensato Federalimentare, secondo cui l’autonomia della filiera dei mangimi è di appena 30 giorni, che arrivano a 40 per quella delle farine. Secondo il presidente, Ivano Vacondio, se dovessero scarseggiare le materie prima potrebbe scattare l’allarme anche per il 70% dell’industria alimentare.

 

I prezzi sono già aumentati

Il vero rischio, però, non è tanto di non trovare più i prodotti sugli scaffali, quanto di veder aumentare i prezzi. Da qui la richiesta da parte del ministro dell’Agricoltura, Patuanelli, di aiuti alle imprese in questa fase di emergenza. Secondo UnionFood il caro-carrello si è già fatto sentire e non a causa della guerra in Ucraina, perché in un anno i prezzi sono già lievitati dell’80%, complici i cambiamenti climatici e gli effetti sulle coltivazioni, la speculazione internazionale e la corsa all’accumulo di beni essenziali da parte di alcuni Stati.

 

Gli altri rincari

Quanto agli altri prodotti che potranno subire rincari e verso i quali ci sono corse all’accaparramento, ci sono gli oli vegetali (non d’oliva, che invece subisce la penalizzazione contraria, cioè legata all’export italiano), le conserve e il mais, per il quale l’importazione dagli Usa è più complicata essendo ogm. Secondo Coldiretti le conseguenze sul lungo periodo di questa crisi potrebbero ricadere anche sulle carni (con un +10/20% dei costi).

COPYRIGHT THEITALIANTIMES.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA