Mourinho vs Sarri

Derby della Capitale: come arrivano Roma e Lazio alla super sfida

Due squadre dalla storica rivalità, che aspettano questa gara da tutto l’anno: all’andata hanno avuto la meglio i bianco celesti, trascinati dall’ex Pedro

Derby della Capitale: come arrivano Roma e Lazio alla super sfida

Il derby è una gara che si distacca dal resto della stagione, diventando una partita dal valore unico. Quasi decisivo. Due squadre che condividono la stessa città, dividendola allo stesso tempo: i tifosi aspettano con ansia, consapevoli di tutte le dinamiche che bisogna vivere aspettando quei novanta minuti determinanti per il proseguo del campionato.

 

Se poi questa stracittadina viene vissuta nella capitale italiana, dove il calcio è passione allo stato puro, la situazione diventa sempre più focosa, considerando l’eterna rivalità tra Lazio e Roma. Due squadre che vivono questa gara come nessun’altra e che a livello di calore, si aspettano per diciannove giornate prima di incontrarsi, in un’arena di leoni.

 

 All’andata Sarri si è preso la vittoria schiacciando completamente Mourinho, grazie ad un incredibile Felipe Anderson, protagonista della gara. In quella gara i giallorossi recriminano un penalty, che però l’arbitro decide di non fischiare.

 

Da quel giorno il tecnico portoghese ha contestato più volte le scelte fatte contro la sua squadra, perlopiù ingiuste dal suo punto di vista, riuscendo comunque ad ottenere maggiori risposte positive da parte degli arbitri durante le ultime partite

 

Dall’altro canto Sarri vuole provare ad imitare la Lazio del 2000, in cui Eriksson ottenne due vittorie su due nei primi derby che ha vissuto nella capitale. Il primo è già in buca, ma per buttare giù una lupa ferita, serve testa e precisione negli schemi, che per il tecnico toscano sono la colonna vertebrale di tutto il suo gioco.

 

Le due compagini vivono momento diversi di forma, mentalmente questo derby può dare una spinta, sia negativa che positiva, al gruppo per determinare realmente il cammino stagionale, visto che tra le altre cose si stanno giocando l’accesso all’Europa League, tramite il quinto posto. 

 

Lo scorso anno i biancocelesti sono riusciti ad arrivare sopra, portandosi a casa la qualificazione diretta, mentre i giallorossi si sono salvati l’ultima giornata, ottenendo il pass per la Conference League, che tra l’altro rimane ad oggi la competizione più importante della stagione per i lupi, che dopo il passaggio del turno giovedì con il Vitesse, sono pronti a sfidare nuovamente la bestia nera, il Bodo Glimt.

 

Avere due competizioni non aiuta a livello fisico, ma permette di mantenere lo spirito di competizione elevato nello spogliatoio. 

 

La Lazio invece è già uscita dall’Europa, contro il Porto dell’ex Conceicao, permettendo così di potersi impegnare al massimo per le sfide decisive in Serie A.

 

L’ultima vittoria con il Venezia di lunedì ha tenuto in piedi la corsa al quinto posto, permettendo un piccolo allungo sulle inseguitrici, visto che attualmente hanno superato anche la Dea di Gasperini, nonostante debba recuperare una gara.

Roma, la rivincita decisiva

Se non considerassimo la sconfitta di Coppa Italia con l’Inter, i numeri recenti dei capitolini sarebbero anche positivi: ben dieci partite senza perdere, riuscendo a recuperare diversi punti ad oggi decisivi per conquistare un posto europeo. Infatti la tradizione di questa squadra, durante l’attuale stagione è quella di riprendere partite che sulla carta sono già spacciate, tirando fuori la vera voce dell’allenatore portoghese. 

 

La squadra più volte è stata criticata nel non avere abbastanza personalità per una piazza così calda, che al primo errore ti trancia le gambe, condannandoti. Insomma le responsabilità non mancano e questa pressione in diversi casi, ha mandato in crisi alcuni elementi della rosa. 

 

Basti pensare alle varie mutazioni in difesa accanto a Mancini, unico combattente che non ha mai mollato, sudando sempre per la casacca. In mezzo al campo non è la stagione di Veretout, che dopo un grande inizio si è perso addirittura in panchina

 

Cristante è un lottatore, ma non ha le staffe tecniche per poter fare la differenza, come il capitano Pellegrini, icona assoluta di questa nuova Roma: a livello mentale e statistico è la pedina chiave di ogni assetto di Mou

 

Il pari su penalty contro l’Udinese sette giorni fa ha messo ancora una volta in luce la sua leadership in certe situazioni turbolenti. Davanti vi è il diamante, Abraham, che ha portato la squadra al prossimo turno di coppa europea, grazie ad un goal allo scadere.

 

 I suoi numeri sono impressionanti, specie se consideriamo il poco appoggio ricevuto dal resto del reparto. Il solo Zaniolo ha trovato una buona coesione con l’inglese, anche se i suoi numeri sono troppo ristretti rispetto alle aspettative riposte su di lui (appena due reti). 

 

Il resto sono una serie di giovani che ad oggi hanno fatto vedere cose interessanti, ma senza poter ancora definirsi pronti per un posto fisso tra i grandi. Mourinho ha già alzato i toni, provocando un po’ la piazza avversaria “La Lazio stasera sta a casa a fumare le sigarette con Sarri”. Una bella frecciatina dopo la gara con il Vitesse, che però non deve diventare un alibi, specie in una gara del genere. 

Sarri, puoi diventare eroe.

Se in zona giallorossa le cose non stanno esattamente andando come tutti si aspettavano, in casa bianco celeste i risultati sono in crescita e finalmente l’equilibrio del gioco di Sarri sta venendo fuori. Le prime difficoltà hanno preoccupato l’ambiente, che già si aspettava un addio con il tecnico toscano a fine stagione. 

 

Il mister invece ha sempre ribadito grande amore alla piazza, definendola una “delle esperienze più belle della sua carriera”. La squadra vola e lo si denota nelle scelte, maggiormente predominanti, fatte da alcuni giocatori chiave, che nelle idee del tecnico devono spostare gli equilibri durante tutti i novanta minuti. 

 

Pensiamo magari ai due centrocampisti centrali, Milinkovic e Luis Alberto, che inizialmente non si trovavano più a giocare insieme, forse per eccessività nel pestarsi i piedi, ma che finalmente sono giunti alla giusta quadra per mantenere la squadra equilibrata in entrambe le fasi. 

 

La loro presenza fa la differenza sia a livello fisico, dove entrambi hanno imparato a sacrificarsi, aiutando così sia a salire, ma anche a difendere insieme al resto del gruppo. Se sono in giornata trattenere le loro giocate è veramente un compito arduo

 

Così come limitare quell'uomo davanti, Immobile, che con il Venezia, dopo una gara davvero difficile da sbloccare è riuscito a portare non solo i tre punti a casa, ma ha anche raggiunto il record assoluto di marcatore più prolifico della storia bianco celeste in Serie A

 

Insomma, numeri da paura se pensiamo che sono giunti dopo appena sei stagioni. Dietro si soffre di meno, anche se Acerbi non ha ancora ritrovato la giusta forma e il rapporto spigoloso con i tifosi è davvero un problema per lui a livello di spirito

 

Sarri definisce “pazzo” chi non arriva con la paura prima di un derby, ma sa come certe partite possano essere vinte grazie ai dettagli: tirare fuori qualcosa in più rispetto al solito, grazie alla qualità di alcuni suoi interpreti. 

 

Non vi è Zaccagni, per un errore del giocatore davvero assurdo (giallo da diffidato), ma ritorna Pedro, che all’andata ha ricordato alla sua ex squadra che genere di giocatore è. Una sfida pronta a regalarci un palcoscenico di fuoco.

Roma-Lazio: le probabili formazioni 

Roma (3-4-1-2): Rui Patricio; Mancini, Smalling, Kumbulla; Karsdorp, Cristante, S.Oliveira, Zalewski; Mkhitaryan; Zaniolo, Abraham. Allenatore: Mourinho

 

Lazio( 4-3-3): Strakosha; Lazzari, Luiz Felipe, Acerbi, Marusic; S. Milinkovic, Leiva, Luis Alberto; F. Anderson, Immoble, Pedro. Allenatore: Sarri.

Roma-Lazio: Stadio Olimpico, ore 18, canali TV

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