Nel giorno del discorso del presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, a Israele, a risuonare sono ancora le accuse rivolte da Mosca a Roma, alla quale è stato ricordato l’aiuto fornito dalla Russia durante la pandemia Covid. Il ministro della Difesa, Roberto Guerini, è stato definito uno tra “i falchi anti-Russia”.
Come riferito dall'agenzia Ria Novosti, il direttore del Dipartimento europeo del ministero degli Esteri russo, Alexei Paramonov, ha auspicato che la "campagna russofobica in Europa lasci il posto a un lavoro equilibrato per garantire la sicurezza comune nel Continente". L'Italia, "sullo sfondo dell'isteria anti-russa", ha "improvvisamente dimenticato tutto: i trattati e gli accordi bilaterali esistenti, la natura speciale dei nostri legami, la ricca storia secolare di relazioni e tradizioni forti, l'esperienza di successo della cooperazione, il significativo capitale accumulato di fiducia reciproca", ha attaccato Paramonov, spiegando: "Ci aspettiamo che a Roma, come in altre capitali europee tornino in sé, ricordino gli interessi profondi dei loro popoli, le costanti pacifiche e rispettose delle loro aspirazioni di politica estera".
Una minaccia?
Il pensiero corre alle forniture energetiche, ma Paramonov ha sostenuto che "Mosca non ha mai utilizzato le esportazioni di energia come strumento di pressione politica. Le compagnie energetiche russe hanno sempre adempiuto pienamente ai loro obblighi. Continuano a farlo anche adesso", ha detto il direttore, aggiungendo: “Le sanzioni non sono una nostra scelta. Non vorremmo che la logica del ministro dell'Economia francese Bruno Le Maire, che ha dichiarato la totale guerra finanziaria ed economica alla Russia, trovasse seguaci in Italia e provocasse una serie di corrispondenti conseguenze irreversibili”.
La Cina: “Noi dalla parte giusta”
Intanto il ministro degli Esteri cinese, Wang Yi, oggi ha affermato che "il tempo dimostrerà che la posizione della Cina è dalla parte giusta della storia" sulla guerra in Ucraina. "La Cina continuerà a formulare giudizi indipendenti basati sul merito della questione e in un atteggiamento obiettivo ed equo. Non accetteremo mai alcuna coercizione e pressione esterna e ci opponiamo anche a qualsiasi accusa e sospetto infondati contro" il nostro Paese, ha detto il ministro degli esteri di Pechino, aggiungendo: “La soluzione a lungo termine è abbandonare la mentalità della Guerra fredda, astenersi dall'impegnarsi in scontri di gruppo e formare veramente un'architettura di sicurezza regionale equilibrata, efficace e sostenibile. Solo in questo modo si puo' raggiungere una stabilità a lungo termine nel continente europeo".
La denuncia: a Mariupol residenti deportati
La denuncia, gravissima, arriva dal Kyiv Independent, che cita come fonte il Comune di Mariupol, scrivendo su Twitter: "I civili verrebbero portati in campi dove i russi controllano i loro cellulari e i loro documenti per poi deportarli verso città remote della Russia". Anche il presidente ucraino, Zelesky, parla di quanto starebbe accadendo a Mariupol, postando un video su Facebook e scrivendo: "Fare questo a una città pacifica, quello che hanno fatto gli occupanti, è una cosa terribile che sarà ricordata per i secoli a venire".
Oggi Zelensky parla al Parlamento israeliano
Lo stesso Zelensky oggi è atteso, in videoconferenza, con un suo intervento al Parlamento israeliano Il discorso alla Knesset si terrà alle 18 (ora locale) e sarà diffuso anche su un mega schermo a Tel Aviv. Lo ha fatto sapere il sindaco, Ron Huldai, in risposta ad una richiesta avanzata dall'ambasciatore ucraino, Yevgen Korniychuk, e dall'associazione in Israele 'Amici dell'Ucraina'. Zelensky giorni fa si era detto disponibile a un incontro per trovare un accordo di pace con la Russia, purché fosse a Gerusalemme.